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Sasà Bentivegna, Partigiano

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(3 Aprile 2012) Enzo Apicella
E' morto ieri a Roma Rosario Bentivegna, che nel 1944 prese parte all’azione di via Rasella contro il Battaglione delle SS Bozen.

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Walter Rossi: la memoria non si cancella!

(25 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.cobas.it

Walter Rossi: la memoria non si cancella!

foto: www.cobas.it

E' difficile spiegare le ragioni di una intera giornata di mobilitazione antifascista per il 30 settembre, a 34 anni dall’assassinio di Walter, senza cercare di creare un nesso tra quanto accadeva allora, alla fine degli anni '70 e la situazione odierna.
Nel decennio che va dal 1969 alla fine degli anni 70’ solo le dure lotte condotte in prima persona da centinaia di migliaia di persone, in gran parte giovani e fuori dagli apparati partitici e sindacali, permise la difesa della giovane democrazia dalle bombe stragiste di fascisti e servizi di stato.
Nelle fabbriche del nord, nelle scuole di tutta Italia, nei quartieri popolari delle grandi metropoli, le battaglie per i diritti dei lavoratori, dei giovani, delle donne, dei più vulnerabili, dei popoli che lottavano per la loro indipendenza, produssero cambiamenti fondamentali nella convivenza civile di questo paese frenando ineguaglianze, soprusi e la negazione nei fatti di diritti fondamentali quali la casa, il lavoro, il diritto allo studio, i diritti delle donne.
Non è un caso che sono di quegli anni l’approvazione di leggi quali lo statuto dei lavoratori, la legge sul divorzio, la legge sull’interruzione di gravidanza, imposte da movimenti di massa che fecero uscire il paese da un feudalesimo cattolico nel quale ancora si dibatteva.
La criminalizzazione di un’intera generazione colpevole per avere tentato, e in parte ottenuto, l’attuazione delle norme fondanti della costituzione dello stato repubblicano nata dalla lotta antifascista, è stato il primo passo verso una restaurazione politica, sociale ed economica di cui non vediamo ancora la fine. L’aspro scontro di questi giorni che vede i lavoratori difendere i loro diritti fondamentali ne è testimone.

Il 1977

Walter muore l'ultimo giorno di settembre del 1977,di un anno che si era aperto con il tentato omicidio fascista alla Sapienza del giovane Bellachioma e che nei mesi successivi vedrà il progressivo coinvolgimento del Movimento in uno scontro sempre più aspro con uno Stato determinato all'innalzamento militare dello conflitto sociale, utilizzando tutti gli apparati repressivi istituzionali,deviati e irregolari (i fascisti) utili al conseguimento dello scopo. La strategia del ministro degli interni Cossiga risulterà presto vincente,il divieto di manifestare renderà presto le piazze di tutta Italia campi di battaglia dove per l'asimmetria delle forze in campo risulteranno presto scontati gli esiti del confronto. L'emarginazione e la denuncia del "PCI della fermezza" renderà il movimento ancora più debole esponendolo alle conseguenze di una azione repressiva senza precedenti.Dal 1977 in poi per i soli scontri di piazza verranno comminati anni ed anni di galera e sarà pagato in termini di vite umane un prezzo elevatissimo. Con il rapimento Moro,poi l'ultimo giro di vite,l'equiparazione antagonismo sociale-terrorismo priverà progressivamente il Movimento di qualunque agibilità politica,accelerando il processo di militarizzazione di alcune minoranze,disperdendo l'iniziativa dei più.

Anni di piombo

Nascerà a partire dagli inizi degli anni 80 una nuova definizione,di grande effetto mediatico: "Anni di Piombo", nata per seppellire quanto di buono c'era stato a livello di impegno sociale e solidarietà nel decennio precedente.L'obiettivo sarà cancellare la memoria di un periodo di politica agita dal basso che aveva realmente sovvertito gli interessi di un consociativismo politico che solo agli inizi degli anni 90 verrà nella sua complessità alla luce. L'impegno di migliaia di militanti e simpatizzanti attenti ai cambiamenti di una società in evoluzione verrà d'ora in poi così criminalizzato nella sua interezza, creando i presupposti per un generalizzato disimpegno dalla politica delle generazioni a seguire, proseguito negli anni fino all'attuale arretramento della coscienza democratica in Italia.

L'italia oggi

E' uno stato governato da fascisti orgogliosi del loro passato,da xenofobi e razzisti che non fanno mistero dell'avversione per ogni diversità,sostenuto nella sua legittimità da un'opposizione alla perenne rincorsa di un ceto medio moderato da aggregare,incapace perciò di rappresentare gli interessi dei più sofferenti. E' un'Italia governata dagli interessi,con le classi sociali meno abbienti spremute per sostenere ciclopiche opere infrastrutturali destinate alla continuità di un sistema di prebende e mazzette sulle quali prospera tutto il ceto politico.Un sistema economico-politico sull'orlo del baratro che ancora una volta pretende di farci carico dei costi di una crisi infinita. E' un'Italia irriconoscibile quella di oggi,dove si fa fatica a celebrare le origini Risorgimentali dello stato nazionale,dove si cercano di cancellare i presupposti antifascisti e democratici della Repubblica,dove l'uso politico del revisionismo storico è contrastato da pochi storici e associazioni impegnate a trasmettere la Memoria alle giovani generazioni.

La Memoria

Memoria è cultura,significa fornire ai giovani strumenti per rigettare messaggi negazionisti, aiutandoli a ritrovare i valori di solidarietà alternativi ai modelli culturali offerti dal regime. Memoria è form-azione : riscoprire i valori fondanti la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza per indirizzare i giovani a forme più consapevoli di politica agita e non delegata.Memoria non significa perciò solo difesa della della Resistenza e della Costituzione,deve anche significare riappropriazione di un patrimonio storico-politico più recente, forzatamente cancellato,significa : Liberare parte della sinistra italiana dalla gabbia degli Anni di piombo,riscoprendo la storia di anni di impegno spontaneo e solidale,di lotte e conquiste sociali,scritta da migliaia di donne e uomini spinti dalla volontà di cambiare la società.

Walter Rossi

Walter non è stato ucciso una sola volta,quando il killer fascista premette il grilletto quella sera di settembre.L'hanno ucciso una seconda volta garantendo l'impunità ad un collaboratore di giustizia suo assassino, poi di nuovo quando hanno incriminato i suoi amici,infine non bastando le ingiustizie,hanno deciso di assassinare anche la sua Memoria,facendone commemorare il sacrificio da un mazziere sodale degli assassini di allora ,divenuto oggi sindaco della Capitale. Sono i frutti questi di una ipocrita ricerca di "memoria condivisa" votata all'equiparazione morale di tutte le vittime degli "anni di piombo"(!), una riproposizione in piccolo di quanto già tentato in Senato con l'adozione dell'Ordine Tricolore per Partigiani e Repubblichini,unendo nel tributo d'onore i Patrioti e i servi dei nazisti loro carnefici.
Walter questo non lo merita e con lui non lo meritano tutti i compagni assassinati in quegli anni,ma per fermare tutto questo non basta la testimonianza portata dai compagni ogni anno nella ricorrenza del suo sacrificio. C'è bisogno di rimuovere una volta per tutte dal ricordo di Walter come da quello degli altri compagni perduti il macigno degli "anni di piombo" che ne ha svilito il sacrificio a vittime di seconda classe.

Il 30 settembre 2011

Una giornata di mobilitazione, contro il fascismo di ieri e di oggi. Aperta ai movimenti antagonisti, alle associazioni, ai centri di aggregazione giovanile e a tutte le forze realmente interessate al recupero dei valori e delle esperienze politiche che hanno caratterizzato le stagioni di maggiore affermazione della sinistra democratica e antifascista in Italia. Una ricorrenza che i compagni di Walter hanno voluto diversa da quelle degli ultimi anni, caratterizzata da un concerto, dibattiti e corteo, ma sopratutto con la piazza dedicata alla sua memoria incontaminata da presenze blasfeme.
 
per adesioni: walterossi@lalottacontinua.it

Confederazione Cobas

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