">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Gli ex alunni della scuola Diaz

Gli ex alunni della scuola Diaz

(15 Novembre 2012) Enzo Apicella
La polizia carica i cortei studenteschi, a Roma e in altre città

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Storie di ordinaria repressione)

  • Senza Censura
    antimperialismo, repressione, controrivoluzione, lotta di classe, ristrutturazione, controllo

Guantanamo è più vicina passando... per la Turchia !

(5 Aprile 2004)

Gli apparati repressivi, con gli arresti di una cinquantina di militanti turchi del DHKP, accusati di terrorismo, e di 3 militanti del Campo Antimperialista di Perugia, accusati di fiancheggiamento, pensano di poter approfittare di alcune divisioni politiche del “movimento” per conseguire 3 obiettivi importanti: il primo è quello di integrare maggiormente la Turchia nei disegni dell’Unione Europea, per giunta concorrenzialmente con gli Usa; il secondo è quello di sdoganare il fascistoide governo turco, di fatto da sempre costantemente nel mirino di una larga schiera di “associazioni umanitarie per i diritti civili”; il terzo è quello di criminalizzare l’opposizione all’aggressione imperialista a danno dell’Iraq, anche in vista di un’Europa gendarme paritetico con gli Usa nella guerra permanente preventiva.

Hanno fatto male i loro conti!

Nessuna divisione politica ci impedirà di dire che in Turchia è il regime ad essere criminale e terrorista, come peraltro è stato dichiarato ormai innumerevoli volte da organismi internazionali non sospetti di estremismo come, come Amnesty International. Questo regime, a parte i massacri compiuti contro la popolazione kurda, arriva, come è stato notoriamente acclarato, perfino all’uso sistematico e generalizzato della tortura: non solo Ocalan ne sa qualcosa.

Presentare la gang di governo di Ankara come “vittima del terrorismo”, per presunte “ragioni di stato” o di astratto “diritto”, è semplicemente degno della logica bieca e melmosa di squallidi pennivendoli come un Magdi Allam e/o di precisi quanto malcelati calcoli di “geo-politica”.

Di questa logica perversa e strumentale - che ormai non ha più il minimo senso del pudore e si esprime con ostentata arroganza spettacolaristica - è particolarmente significativa, oltre che la manovra repressiva sincronicamente articolata a livello di svariati paesi della Ue, l’assurda qualificazione di “terroristico” affibbiato allo stesso sciopero della fame organizzato dal DHKP, in quelle galere che la stessa Hollywood ha denunciato come le peggiori del mondo. Con tale sottolineatura la mente poliziesca del magistrato è arrivata a ventilare che, sotto il profilo penale, responsabili dei morti (per fame e per le esecuzioni della polizia stessa) furono gli scioperanti stessi e non il regime che spietatamente rifiutò di accogliere la benché minima richiesta di “ammorbidimento” delle condizioni carcerarie. E la vergognosa inversione tra criminali e vittime è stata ripresa dai mass-media, sebbene tutto il mondo sappia cosa significa fare realmente opposizione in Turchia e quali pene aberranti comporti.

Nessuna divisione politica ci impedirà di dire che, se i militanti del Campo Antimperialista sono stati arrestati per aver solidarizzato con chi lotta contro il bestiale regime turco, anche noi siamo imputabili e saremo sempre imputabili dello stesso “crimine”.

Come pure nessuna divisione politica ci impedirà di dire che chi in Iraq conduce la lotta armata contro l’occupazione militare non commette alcun reato. Condurre questa lotta è il minimo che la popolazione irakena possa fare contro la feroce aggressione indubitabilmente imperialistica che ha sofferto e sta patendo.

Ed anzi ci rammarichiamo solo che essa non riesca ancora ad assumere più chiare connotazioni sul piano di un conflitto di classe finalmente trasparente a se stesso: il solo che potrà garantire una reale e dispiegata autodeterminazione sul piano di una democrazia concreta e non imbrigliata dentro formalismi istituzionalistici totalmente eterodiretti ed oggettivamente funzionali solo agli interessi di nuove rampanti élite di potere, strettamente subordinate al duopolio Usa / Eu .

Lanciamo quindi un appello per una mobilitazione su scala europea che sappia adeguatamente individuare e denunciare l’oggettivo salto in avanti che la retata “sovranazionale”, orchestrata ai danni del DHKP e del Campo Antimperialista, ha sancito sul piano repressivo.

Tanto più urgente ci sembra tale ripresa della mobilitazione contro la repressione alla luce non solo della crescente repressione subita da numerosi militanti di centri sociali e collettivi del Centro Nord, ma anche per la gravissima operazione di rastrellamento effettuata il giorno 2 aprile contro 161 immigrati senza che vi fossero elementi giudiziari a loro carico.

Al di là di tutto, purtroppo, il dato di drammatica novità è in sé e per sé la "dimensione su scala continentale" che l’attacco repressivo dimostra di aver ormai defintivamente sedimentato sul piano direttamente operativo! La guerra permanente preventiva ormai ci alita addosso sul “fronte interno”, con un coordinato e sincronico dispiegamento di mezzi sbirreschi e di fuoco mediatico assolutamente sconosciuto sino a "ieri" !!!

L’ondata di massa sollevata dal “vento di Seattle”, in tutte le variegate e pur immature forme che è andata assumendo sino ad oggi, deve sapersi riattivare
- per una giornata di mobilitazione europea specificatamente CONTRO LA REPRESSIONE E L'EUROPA GENDARME AL SERVIZIO DELLA GUERRA INFINITA DEL CAPITALE, PARITETICAMENTE AGLI USA
- per la libertà immediata degli arrestati,
- per affossare sul nascere il tentativo di far diventare la Turchia l’esempio “democratico” da imitare (un assaggio in tal senso è l’isolamento per 5 giorni degli arrestati) ;
- per contrastare il tentativo di criminalizzare il movimento contro tutte le occupazioni coloniali
- contro i rastrellamenti di tipo nazista messi in atto dal ministero dell’interno contro gli immigrati

Invitiamo pertanto tutte le realtà di movimento a discutere la possibilità di una prima scadenza europea contro la repressione e a rafforzare l’iniziativa specifica di denuncia contro la crescente repressione, nonché a far vivere in tutti i momenti di mobilitazione questo aspetto non come dato accessorio, ma quale parte integrante della lotta contro la globalizzazione capitalistica e la guerra infinita permanente dichiarata dai potenti del mondo contro l’intero proletariato internazionale.

4 aprile 2004

Red Link
La redazione di Vis-à-Vis

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Storie di ordinaria repressione»

Ultime notizie dell'autore «Red Link - Napoli»

4841