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Pubblicati i diktat della BCE a Berlusconi. Se non è una dittatura questa…

(29 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Pubblicati i diktat della BCE a Berlusconi. Se non è una dittatura questa…

foto: www.radiocittaperta.it

29-09-2011 --- Finalmente svelati i contenuti della famosa “lettera segreta” scritta dai vertici della Banca Centrale Europea e consegnata al Governo italiano lo scorso 5 agosto. Il Corriere della Sera oggi pubblica il testo integrale della missiva, dichiarando di averla ottenuta “per vie traverse” non meglio specificate. Nessuna sorpresa sui contenuti: il presidente Jean-Claude Trichet e il vice Mario Draghi si fanno portavoce perfetti della ricetta che la Bce ha imposto a tutti gli stati membri dichiarati in crisi.
Interventi «essenziali» per rafforzare l'affidabilità della firma sovrana, il valore ed il merito di credito dei titoli di Stato italiani, misure significative per accrescere il potenziale di crescita.
Le misure consigliate – in realtà imposte – dovevano, nelle intenzioni dei mittenti, essere tramutate in legge in tempi rapidissimi tramite un decreto legge da varare il prima possibile. Per fortuna non tutte sono state inserite da Berlusconi nel decreto di ferragosto. Scorriamole nel dettaglio:

- anticipo del pareggio di bilancio dal 2014 al 2013 e richiesta di raggiungere un deficit pubblico pari all'1% del prodotto interno lordo già nel 2012 tramite una manovra di tre punti di prodotto interno lordo, cioè circa cinquanta di miliardi di euro.

- intervento ulteriore nel sistema pensionistico, rendendo più restrittivi i criteri per ottenere le pensioni di anzianità e aumentando l’età pensionabile delle lavoratrici del settore privato portandole rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico.

- riduzione «significativa» del costo degli impiegati pubblici, rafforzando il blocco del turnover e, «se necessario, riducendo gli stipendi».

- esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, rivedendo le norme sulle assunzioni e rendendo più facili i licenziamenti dei lavoratori nelle imprese attraverso l’applicazione del l'intesa del 28 giugno tra la Confindustria e i sindacati confederali che, secondo Trichet e Draghi, «si muove in questa direzione». Ma che evidentemente non basta ancora.

- «piena liberalizzazione» degli ordini professionali

- «privatizzazione su larga scala» dei servizi pubblici locali

- l’esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le province)

- una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio, per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l'efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese.

Negli organismi pubblici, ‘consigliano’ i due governatori, dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione, soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell’istruzione)

Nella lettera era contenuta anche un’altra indicazione: l’introduzione nella legislazione nazionale italiana di una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di bilancio sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulla spesa.
Esattamente quanto sta decidendo a livello comunitario l’Unione Europea. L’Europarlamento nei giorni scorsi ha approvato un pacchetto di sei misure - il famigerato ‘six pack’ - per rafforzare il controllo centrale delle politiche di bilancio dei 17 paesi aderenti all’eurozona. Dal 2015 è previsto che le istituzioni centrali dell’Unione sanzionino in maniera automatica quei paesi il cui deficit o debito siano ritenuti eccessivi. L’Europarlamento - col voto contrario solo delle sinistre e di parte del gruppo socialista – ha preteso sanzioni per i paesi che non rispettano il limite del 3% nel rapporto deficit/PIL o non procedono al ritmo giusto nella riduzione del proprio debito fino al 60% del PIL. Di fatto anche quei governi che volessero evitare tagli draconiani allo stato sociale e ai servizi dovrebbero farlo comunque per imposizione delle istituzioni centrali dell’Unione.
Uno dei primi a commentare la lettera di Draghi e Trichet a Berlusconi è stato questa mattina Giorgio Cremaschi:
"E’ chiaro da questa lettera che la Banca Europea aggredisce la Costituzione italiana, i diritti sociali, i diritti del lavoro. Le misure decise dal governo Berlusconi, come temevamo, avvengono sotto dettatura della Banca, e non sono ancora sufficienti perché nel testo della lettera ci sono ancora altre iniquità terribili ancora non realizzate. Lo stesso famigerato articolo 8 della manovra, che autorizza la libertà di licenziamento, è chiaramente ispirato dalla lettera della Banca Europea. I movimenti di lotta e per la democrazia nel nostro paese hanno quindi oggi due avversari chiarissimi. Il governo Berlusconi e i banchieri reazionari d’Europa, che guidano un attacco senza precedenti ai diritti del lavoro e alle principali conquiste sociali e civili del Continente. Per questo ci troviamo il 1° ottobre a Roma, per lanciare anche in Italia una campagna contro la schiavitù del debito, la schiavitù della Banca Europea, per dire no a quest’Europa delle banche che sta distruggendo la nostra democrazia".

Claudia Cucco per Radio Città Aperta

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