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Ricordando Stefano Chiarini

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(6 Febbraio 2007) Enzo Apicella
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Il Gatto Mammone. Virgilio Verdaro fra le guerre e le rivoluzioni del Ventesimo secolo

(3 Ottobre 2011)

Dino Erba, Il Gatto Mammone. Virgilio Verdaro fra le guerre e le rivoluzioni del Ventesimo secolo, All’Insegna del Gatto Rosso, Milano, 2011. Pp. 182.

Contributo 15 € (spese di spedizione comprese). Richiedere a: dinoerba@libero.it





Il libro ricostruisce la biografia umana e politica di Virgilio Verdaro, il Gatto Mammone, ripercorrendo gli eventi che segnarono la prima metà del Ventesimo secolo.

La vita di Verdaro si intrecciò con la storia del movimento comunista italiano e internazionale. Dopo la giovanile adesione al Partito socialista, nel primo dopo guerra contribuì alla fondazione del Partito Comunista d’Italia; sostenne le tesi astensioniste, elaborate dalla tendenza animata da Amadeo Bordiga. In seguito, fu uno dei principali promotori della corrente comunista di Sinistra che, nata in Italia, ebbe poi, durante l’esilio, occasione di confrontarsi con le altre tendenze che si opponevano all’indirizzo assunto dall’Internazionale comunista.

In quei frangenti, Verdaro cercò di mantenere e sviluppare una linea di classe, che difendesse gli interessi dei proletari. La sua attività seppe unire l’impegno intellettuale all’intervento militante, quotidiano e minuto. Fu un compito molto difficile, di fronte al crollo di tante presunte certezze. E fu affrontato con grande rigore intellettuale e morale. La modestia degli esiti, oggi, potrebbe suscitare perplessità, eppure, dopo la débâcle dell’Ottobre rosso, essi rappresentano uno dei pochi tentativi di capire l’evoluzione del modo di produzione capitalistico, nella prospettiva di una trasformazione sociale. Di tutta questa attività, sussistono tracce estremamente labili, che dimostrano quanto la polvere del capitale abbia cercato di sommergere tutto ciò che tenta di metterlo in discussione e, magari, di abbatterlo.

Rivivendo le vicende del Gatto Mammone, l’attenzione si è soffermata sui militanti della Sinistra comunista, che gli furono vicini e, in particolare, sulla sua compagna, Emilia Mariottini, una figura emblematica di quell’epoca. A Emilia è dedicato un capitolo, dal titolo significativo: La dissimulazione onesta; è un piccolo manuale su come sopravvivere, onestamente, nella Russia di Stalin e nell’Italia di Mussolini.


Virgilio Verdaro, il Gatto Mammone, nacque il 28 giugno 1885, a Balerna, nel Canton Ticino. Si trasferì presto a Firenze, dove visse fino all’inizio del 1921, quando fu espulso dall’Italia per la sua attività sovversiva. Trovò rifugio a Mosca. Per conto del Komintern, svolse impegnativi studi sulla situazione internazionale e sulla storia del movimento operaio. A causa della sua ferma opposizione al «socialismo nazionale» di Stalin, nel 1931 fu costretto ad abbandonare l’Urss. Si stabilì a Bruxelles, dove divenne uno dei principali esponenti della Frazione di Sinistra del Partito Comunista d’Italia. In quegli anni cruciali, il suo contributo fu rilevante. Per i periodici della Frazione, «Prometeo» e «Bilan», scrisse numerosi articoli e saggi, firmati Gatto Mammone, che affrontavano le più scottanti questioni del periodo: la rivoluzione cinese, le nascenti turbolenze in Palestina, la guerra di Spagna ... eventi, sul cui sfondo, incombeva la tragedia della rivoluzione russa: il sogno divenuto un incubo. In seguito all’occupazione nazista del Belgio, nel maggio 1940, trovò scampo in Canton Ticino. Anche «in partibus infidelium», sostenne la prospettiva comunista e internazionalista. Gli ultimi anni li trascorse a Pontassieve, vicino a Firenze, dove morì il 6 dicembre 1960.

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