">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

3 al giorno

3 al giorno

(10 Ottobre 2011) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Di lavoro si muore)

»Quando andranno via dovranno essere belle, insomma donne

(7 Ottobre 2011)

Uccise dalla speculazione edilizia dei padroni, dalla complicità e menefreghismo delle istituzioni, dal lavoro nero, dai profitti delle grandi aziende, e, come denunciano i parenti, dai soccorsi lenti.

"Se avessimo continuato a scavare saremmo riusciti a salvarle. Dopo sono stati troppo lenti". "Sono arrivati lì con le loro giacche e cravatte e ci hanno tenuti oltre le transenne, gridandoci contro, senza dirci quello che stava accadendo. Ieri c’è stata una sfilata di gente in cravatta, mentre loro morivano sotto le macerie".

Anche Vendola - il Presidente di una Regione che è piena di laboratori tessili a nero, fuori norma - anche lui è arrivato in cravatta e ha pagato il prezzo di una donna morta: 200 mila euro a famiglia.

"Domani, dovranno essere belle e fiere. Insomma dovranno essere donne", ha detto la madre di una operaia. Perchè questo è un assassinio di donne. Donne operaie costrette a lavorare a nero, dalle 8 alle 12 ore al giorno per 3,95/4 euro all’ora, per confezionare maglioni e felpe da padroncini che devono tagliare su tutto; operaie che devono accontentarsi della miseria per produrre la ricchezza per la "Grandi marche", che incassano "l’oro" dal "fango", e, come ora, dal sangue.

Donne operaie come ce ne sono tante a Barletta, in Puglia a lavorare spesso in scantinati, in locali, garage che anche quando non sono a rischio vita, sono a rischio salute, perchè il più delle volte, senza aria, ventilazione, spazio o illuminazione sufficiente, ma spesso con tanto rumore, con fibre di tessuti, sostanze coloranti, che ti entrano nei polmoni.

Donne operaie uccise dal menefreghismo delle Istituzioni. "Non mi sento di criminalizzare - ha detto il sindaco Maffei - chi, in un momento di crisi come questo viola la legge assicurando, però, il lavoro". Questo sindaco che nonostante le denunce fatte più volte da alcuni abitanti, aveva detto che non c’era pericolo, come avevano confermato suoi tecnici appena venerdì scorso, e che solo dopo la strage ha disposto la verifica di altre palazzine

Donne operaie uccise dalla speculazioni delle imprese edili, come l’impresa ... che aveva demolito la palazzina adiacente, lasciando da un anno solo ammasso di detriti, e che, solo dopo tante denunce, aveva subappaltato la loro rimozione ad una ditta che lo ha fatto senza alcun rispetto di norme di sicurezza.

Donne operaie che sono costrette ad accettare lavori ultraprecari, a nero, a rischio, perchè per le donne in tanti posti del sud, ma ora anche nel nord, non ve ne sono altri.

Donne che però come Matilde, Giovanna, Antonella, Tina, riuscivano a far emergere il bello anche dal "nero", con la loro unità, complicità, anche allegria, con la loro determinazione a resistere.

Oggi, domani sono i giorni del dolore, anche della rabbia, ma già dalle parole dei familiari viene fuori la necessità dei giorni della ribellione.

Taranto 5.10.11

Le compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Notizie sullo stesso argomento

Ultime notizie del dossier «Di lavoro si muore»

3445