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(15 Agosto 2012) Enzo Apicella

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Dalla Quarta Internazionale alla Lit
Dalla Lit alla Quarta Internazionale

Biografia della Lit alla vigilia del X Congresso mondiale
La più estesa e dinamica tra le organizzazioni che si richiamano al trotskismo

(7 Ottobre 2011)

falce alla trosky

Alla vigilia del X Congresso mondiale della Lit-Quarta Internazionale, ne ricostruiamo sinteticamente la storia.
L’organizzazione internazionale di cui il Pdac costituisce sezione italiana, la Lega Internazionale dei Lavoratori – Quarta Internazionale (Lit-Quarta Internazionale), venne fondata nel gennaio del 1982 su iniziativa di un settore rilevante delle forze che fino ad allora erano state raggruppate nel cosiddetto Segretariato Unificato della Quarta Internazionale e che ruppero con la direzione mandelista (1). Prima, però, di analizzare le ragioni che determinarono questa rottura e la nascita della nuova organizzazione, occorre prendere le mosse dalla fondazione della Quarta Internazionale.

Cosa significò la nascita della Quarta Internazionale?
Quando essa nacque, nel 1938, Trotsky intendeva stringere in una ferrea unione tutti i marxisti rivoluzionari intorno a un programma che sintetizzasse gli insegnamenti e l’esperienza del movimento marxista, dal Manifesto Comunista alla fondazione della Terza Internazionale, passando per la formazione del Partito bolscevico. In contrapposizione allo stalinismo che cercava di cancellare quell’esperienza dalla memoria storica del movimento operaio, Trotsky voleva che una ferrea organizzazione internazionale preservasse la difesa e la continuità di quelle conquiste, che trovavano la propria sintesi nel movimento trotskista e nel suo programma. Per questo, la creazione della Quarta ebbe un’enorme importanza difensiva.
Ma la sua nascita ebbe anche il merito – cosa su cui non riflettono abbastanza gli scettici (di allora e di oggi) sulla necessità e l’opportunità di fondarla – di consegnare, a coloro che intendevano riprendere il vessillo del marxismo rivoluzionario calpestato dallo stalinismo, un’organizzazione, quantunque piccola, attiva nell’arena della lotta di classe mondiale per mezzo di un programma rivoluzionario; un’organizzazione che, soprattutto, è riuscita a sopravvivere a una guerra nella quale i suoi militanti sono stati ferocemente perseguitati sia dallo stalinismo che dal fascismo e nella quale organizzazioni ben più importanti (come quelle che raggruppavano proprio gli scettici e gli avversari della fondazione della Quarta) sono scomparse al primo segnale di tempesta. In questo senso, la nascita della Quarta ha avuto anche un obiettivo offensivo, quello di preparare una solida organizzazione internazionale per l’ascesa rivoluzionaria prevista da Trotsky come inevitabile conseguenza dell’imminente Seconda Guerra mondiale.

La direzione dopo la morte di Trotsky
La morte di Trotsky, avvenuta due anni dopo ad opera di un sicario stalinista, segnò un vuoto di direzione che si ripercuote fino ai giorni nostri e che rappresenta una delle spiegazioni soggettive delle crisi e delle successive divisioni nella neonata organizzazione: la debolezza e l’inesperienza delle direzioni che gli successero portarono la Quarta Internazionale a cadere sia in deviazioni settarie che opportuniste, capitolando addirittura agli apparati controrivoluzionari della burocrazia staliniana, fino al revisionismo più completo dei giorni nostri (2).
Un esempio di questa politica capitolazionista fu la tattica dell’entrismo sui generis, con cui la direzione di Pablo (3) impose con metodi amministrativi che tutte le sezioni nazionali della Quarta entrassero nei partiti stalinisti nella vana attesa di una evoluzione di sinistra di qualche settore. Ciò implicava la negazione dei principi basilari del trotskismo, cioè la definizione del carattere irrimediabilmente controrivoluzionario degli apparati burocratici che controllavano il movimento di massa e la necessità di costruire partiti trotskisti indipendenti in ogni Paese (ciò ovviamente senza escludere anche l'uso di una reale tattica entrista in altre formazioni, avente quindi lo scopo di costruire più ampie frazioni trotskiste in vista di una scissione).
L’applicazione della tattica di Pablo portò alla quasi completa distruzione della Quarta e alla scomparsa del trotskismo in Europa per molti anni.
Un’altra deviazione, successiva, della direzione della Quarta Internazionale fu la capitolazione al castrismo e al guerriglierismo guevarista (4) che portò al disastro e allo sterminio fisico di un’intera generazione di rivoluzionari latinoamericani.
Ma ciò che determinò la definitiva rottura della Quarta Internazionale fu la rivoluzione nicaraguense, quando la direzione dell’epoca – che aveva preso a chiamarsi Segretariato Unificato, denominazione che conserva ancora oggi – fu complice dell’arresto e della tortura di una colonna di trotskisti latinoamericani che avevano partecipato con onore alla liberazione del Nicaragua, la Brigata Simón Bolivar, la cui colpa stava nel volere che la rivoluzione fosse spinta oltre avanzando verso il socialismo, cosa che si scontrava oggettivamente con i piani dei sandinisti, sostenuti espressamente da Fidel Castro, di pacificazione con la borghesia nazionale. Il Segretariato Unificato, fedele alla sua teorizzazione dell’appoggio “critico” ai partiti borghesi progressisti (5), denunciò l’operato politico dei trotskisti della Brigata sconfessandoli di fronte al governo sandinista e rendendosi così complice della loro successiva espulsione dal Paese da cui vennero consegnati alla polizia panamense che li torturò prima di rilasciarli.
In questo caso, la capitolazione del Segretariato Unificato al castrismo e al sandinismo si risolse nella violazione dei più elementari principi della morale rivoluzionaria, concretatasi nell’abbandono di compagni rivoluzionari nelle mani della polizia borghese. E tale condotta non poteva rimanere senza conseguenze: non poteva più, cioè, essere condivisa la comune militanza con chi si rendeva complice di tali aberrazioni.

La nascita della Lit-Quarta Internazionale
Ciò portò, come detto all’inizio, rilevanti settori delle forze che fino ad allora erano raggruppate nel Segretariato Unificato, a rompere con la sua direzione e a fondare nel gennaio del 1982, su impulso di Nahuel Moreno, la Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale.
Moreno, che ne fu per anni il principale dirigente, vedeva la costruzione della Lit come un luogo di difesa e di crescita del trotskismo. Per lui, la lunga marcia della Quarta Internazionale aveva permesso un grande avanzamento del trotskismo in tutto il mondo. E, nonostante i suoi errori e le sue deviazioni revisioniste, il trotskismo era l’unica corrente politica ad aver dato risposte marxiste corrette ai nuovi fenomeni della lotta di classe.
La costruzione della Lit ha visto, in una prima fase, un peso preponderante dei partiti latinoamericani, come ad esempio il Mas argentino, che, partecipando alle lotte del movimento di massa e alle elezioni, si trasformò nel partito più forte della sinistra argentina, con radicamento nelle principali fabbriche e quartieri operai, con proprie liste di opposizione alla burocrazia nei principali sindacati, ottenendo il primo deputato trotskista nella storia argentina, giungendo a dirigere una manifestazione di opposizione al governo di 100 mila persone.
Ma, al culmine di questo processo di costruzione, nel gennaio del 1987 Moreno venne colpito da infarto e morì. Ciò produsse un indebolimento qualitativo della direzione internazionale ed ebbe una grande incidenza nello sviluppo della crisi che la Lit poi subì.

Crisi e ricostruzione della Lit
La crisi si scatenò nei primi anni Novanta, quando grandi cambiamenti iniziarono a verificarsi nel mondo, a partire dalla caduta del Muro di Berlino. Imponenti processi rivoluzionari distrussero l’apparato centrale dello stalinismo, liberando così il movimento operaio mondiale dalla camicia di forza che lo aveva paralizzato per decenni. Ma la mancanza di una direzione rivoluzionaria mondiale impedì che questo processo rivoluzionario potesse bloccare la restaurazione capitalista organizzata dalla stessa burocrazia.
La gran parte della sinistra mondiale, compresi molti settori provenienti dal trotskismo, attribuì alle mobilitazioni di massa che rovesciavano gli apparati burocratici stalinisti la restaurazione del capitalismo negli ex Stati operai, poiché così appariva. Nella realtà, invece, la restaurazione era già stata compiuta da prima (sul finire degli anni ’70 in Cina da Deng Xiao Ping e negli anni ’80 in Russia da Gorbaciov). Le rivoluzioni svolsero il ruolo progressivo di rovesciare le dittature staliniste, ma l’assenza di un’alternativa di direzione rivoluzionaria fece sì che queste rivoluzioni venissero dirette da settori della stessa burocrazia che le traghettarono sul versante della democrazia borghese. È curioso, al riguardo, notare che la stessa burocrazia che accusava il trotskismo di essere “agente dell’imperialismo”, sia stata essa stessa l’agente della restaurazione del capitalismo imperialista.
Questa contraddittoria situazione aprì la strada a un’offensiva politica, militare e ideologica dell’imperialismo. Da quest’ultimo punto di vista, si sviluppò una gigantesca campagna propagandistica secondo cui il capitalismo costituiva l’unico mondo possibile, il comunismo e in generale le ideologie erano morti, le rivoluzioni non erano più possibili, il proletariato e la classe operaia non esistevano più. Si frantumò ogni coscienza di classe in favore di un ultra-individualismo che determinò una profonda confusione ideologica, tanto che i piani neoliberali (comprese le privatizzazioni) ottennero un sostanziale appoggio di massa.
In questo quadro, la democrazia borghese venne presentata come un valore da difendere, e addirittura un orizzonte strategico, e si produsse la capitolazione di gran parte delle organizzazioni di sinistra, molte delle quali si dislocarono sul versante dell’ideologia riformista.
Anche la Lit, come gran parte del movimento trotskista, fu duramente colpita da quest’alluvione opportunista, sia a livello delle sezioni (con la profonda crisi del Mas argentino, una scissione nel partito brasiliano, e numerose altre rotture), sia a livello internazionale, con alcune tendenze che rivendicavano la liquidazione della Lit.
Come detto, la morte di Moreno ebbe un ruolo importante nell’indebolimento della Lit, ma non sarebbe corretto sostenere che se Moreno fosse rimasto in vita la Lit non sarebbe entrata in crisi. Però sicuramente non sarebbe stata sull’orlo della distruzione, come invece è accaduto, perché sicuramente in funzione di tutta la traiettoria di Moreno, della sua autorità morale e politica e della sua esperienza nella lotta di classe, avrebbe contribuito a contrastare queste deviazioni.

La Lit come strumento per la ricostruzione della Quarta Internazionale
Tuttavia, un po’ alla volta, a partire dal 1994, la Lit venne recuperando la sua tradizione teorica, politica e metodologica. Si avviò così quel processo di ricostruzione che la porta oggi ad essere la corrente internazionale più importante, più estesa nei diversi continenti e più dinamica nel panorama mondiale della lotta di classe, l’unica a scontrarsi frontalmente e apertamente tanto con le politiche dei governi di fronte popolare (come sono stati quello di Lula – e oggi di Dilma Roussef – in Brasile) come con quelle dei governi nazionalisti borghesi (come quelli di Chávez in Venezuela o di Evo Morales in Bolivia), tanto con i governi di centrodestra come con quelli di centrosinistra in Europa, e a lottare per una prospettiva di potere dei lavoratori.
Dopo la restaurazione del capitalismo negli ex Stati operai e l’alluvione opportunista che ha colpito, in vari gradi, tutta la sinistra mondiale, la Lit può senz’altro rivendicare il merito di aver nuotato contro la corrente e aver mantenuto il filo della continuità storica del marxismo in seno alla classe operaia.
La caduta dello stalinismo (il più grande apparato controrivoluzionario della storia) apre prospettive immense per concretare l’essenza della Quarta Internazionale e il suo Programma transitorio: la soluzione della crisi di direzione rivoluzionaria dell’umanità, a partire dalla costruzione di partiti con influenza di massa che portino la classe operaia alla presa del potere e alla dittatura del proletariato come tappa di transizione per la costruzione del comunismo su scala planetaria.
La Lit si inscrive a buon diritto in questa tradizione e per questo, lungi dall’autoproclamarsi “la” Quarta, mette la propria organizzazione, i quadri e la militanza al servizio della ricostruzione della Quarta Internazionale, un progetto che non rappresenta un feticcio prodotto di dogmi, ma una necessità che parte dall’analisi della realtà e dalla constatazione dell’attualità del Programma di Transizione: il programma della Quarta.
Per questo, la Lit fa appello all’unità intorno a un programma rivoluzionario che contempli non solo le risposte politiche ai principali fatti della lotta di classe che avvicinino i lavoratori alla lotta per il potere, ma anche gli aspetti della concezione di partito, di metodo e di morale rivoluzionaria. Si tratta, in altri termini, di applicare per la ricostruzione della Quarta lo stesso metodo applicato da Trotsky nella sua costruzione, facendo appello non solo a coloro che provengono dal trotskismo, ma a tutti i rivoluzionari con i quali convergiamo sugli assi programmatici, indipendentemente dalla loro origine, e realizzando una paziente discussione programmatica e una comune attività nella lotta di classe attraverso cui avanzare sulla base di solidi accordi e relazioni fondate sulla lealtà rivoluzionaria.

Una Internazionale che cresce
E oggi, dopo anni di crisi e rotture, la Lit sta vivendo una nuova realtà, nel quadro di un processo di rafforzamento che la pone nelle migliori condizioni per avanzare nel suo progetto strategico. La nostra organizzazione internazionale ha una storia, un’esperienza accumulata, un programma marxista (e quindi, in quanto tale, che si aggiorna sulle proprie basi fondamentali in relazione con gli sviluppi della lotta di classe), una struttura di sezioni nazionali che vanno consolidandosi in America Latina e in Centroamerica ed espandendosi in Europa, pubblicazioni, una forza militante che vengono posti a disposizione di chi crede nella necessità di superare la crisi di direzione rivoluzionaria e perciò ricostruire la Quarta Internazionale.
Questo è il quadro in cui la Lit si appresta a celebrare fra qualche settimana il suo X Congresso mondiale, sul cui svolgimento torneremo con articoli approfonditi e la pubblicazione di materiale che potrà essere di aiuto non solo ai nostri militanti, ma a tutti i sinceri rivoluzionari che credono che l’unica soluzione al problema della crisi di direzione rivoluzionaria che affligge la classe lavoratrice mondiale – soprattutto di fronte ai nuovi e importanti eventi che l’attuale realtà della lotta di classe ci pone davanti (crisi economica e politica; mobilitazioni crescenti dei lavoratori; rivoluzioni arabe, ecc.) – stia nella ricostruzione di un’Internazionale rivoluzionaria democraticamente centralizzata: la Quarta, il partito mondiale della rivoluzione socialista.

__________
(1) Dal nome del principale dirigente dell’epoca, Ernest Mandel.
(2) Dalla rottura in poi, il Segretariato Unificato, che continua ancor oggi ad usurpare il nome della Quarta, ha approfondito sempre più il proprio corso revisionista e capitolazionista, fino a rinnegare esplicitamente negli ultimi anni persino i concetti cardine del marxismo rivoluzionario, come quello di dittatura del proletariato, oppure fino a fare appello alla costruzione di partiti “anticapitalisti” in cui possano riunirsi i rivoluzionari con i “riformisti onesti”. In Italia, i seguaci di questa tendenza sono, sia pure non organicamente, i militanti di Sinistra Critica.
(3) Uno dei principali dirigenti della Quarta Internazionale dell’epoca.
(4) È consigliabile, sull’argomento, la lettura del più importante testo in proposito di Nahuel Moreno, colui che sarebbe poi stato il fondatore della Lit: Dos métodos frente a la revolución latinoamericana, 1964, in
http://www.marxists.org/espanol/moreno/obras/05_nm.htm.
(5) Si trattò, in altri termini, della riedizione di quanto accaduto durante la rivoluzione boliviana del 1952, praticamente diretta dai trotskisti che avevano di fatto già quasi preso il potere alla testa delle masse boliviane che avevano distrutto l’esercito borghese, creato milizie popolari armate e un organismo di potere duale, la Cob (Central Obrera Boliviana). Tuttavia, il Segretariato della Quarta diretto da Pablo, non agitò la politica della presa del potere da parte della Cob, ma, al contrario, diede il suo appoggio critico al governo borghese insediatosi. Senza un chiaro indirizzo rivoluzionario, il movimento di massa venne disarmato e smobilitato e il processo rivoluzionario in poco tempo abortì. Nahuel Moreno così definì la vicenda: “… in Bolivia si verificò la più grande, perfetta e classica rivoluzione operaia del secolo, con una forte influenza della nostra Internazionale. E qui si espresse, nella sua forma più chiara, il terribile pericolo che portava con sé la ‘strategia’ dell’entrismo ‘sui generis’” (Moreno, El partido y la revolución, Ediciones Marxismo Vivo, 2010, pag. 237).

Valerio Torre - PdAC

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