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(7 Dicembre 2012) Enzo Apicella

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15 ottobre. Quale cambiamento ci interessa?

(8 Ottobre 2011)

Come alcuni o molti sapranno, l’acceso confronto all’interno del Comitato degli organizzatori non trova, al momento, una sintesi unitaria su contenuti e modalità, che si traducono concretamente anche nella definizione del percorso.

Per dire pane al pane: una parte (Arci, Fiom, Uniti per l'Alternativa, Cobas, UdS) sostiene posizioni tali da contenere la manifestazione (e la modalità di partecipazione) all’interno di un percorso che è dettato dalla Questura e dal Sindaco Alemanno, comunque lontano dai palazzi del potere. Noi insieme alle altre realtà sociali, politiche e sindacali, riteniamo che la giornata del 15 non possa essere rituale, girare più al largo possibile da Palazzo Chigi e dal Parlamento, e che non possa concludersi con qualche intervento dal palco e con un concerto.

Non è solo una questione di percorso ovviamente, basti pensare allo striscione di apertura con su scritto "Cambiare l'Europa cambiare l'Italia", che andrebbe bene per un bel manifesto elettorale di qualsiasi partito politico (ad eccezione dell’attuale maggioranza, potrebbe essere stampato da tutti, anche dall’UDC e sicuramente dal PD), ma è per questo che scendiamo nelle piazze in Italia e in Europa? Quale cambiamento ci interessa? Certo non un Montezemolo o un Profumo al posto di Berlusconi, questo farebbe piacere a Draghi e alla Merkel, ma non siamo questi.

Dietro ad una sorta di gara a chi fa il più “orizzontale” e “inclusivo”, ritroviamo le solite dinamiche, dove si crea confusione tra percorsi ben distinti, tra chi (legittimamente) pensa di poter partecipare ed aver un ruolo nelle prossime elezioni politiche per una alternativa al centro destra, chi pensa di riesumare una sorta di Social Forum ricreando un consorzio che ha contribuito con le sue modalità – negate ma praticate - da intergruppi a rimandare a casa entusiasmi e impegno politico e civile, chi pensa (giustamente) che ci sia bisogno di costruire un percorso che abbia nella ricostruzione di un progettare e fare politica e società slegato (anima e corpo) dalle alternanze di potere, che sostenga e organizzi nel conflitto i settori popolari, che pratichi l’autonomia da chi si candida a gestire le fratture della coesione sociale (CGIL per essere chiari).

Tutto si può fare e tentare ma bisognerebbe essere sinceri e dichiarare il proprio percorso.

Luigi Marinelli (Contropiano)

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