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15 Ottobre: una piazza troppo stretta

(10 Ottobre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

15 Ottobre: una piazza troppo stretta

foto: www.radiocittaperta.it

09-10-2011 --- Nei vari ambiti continua la discussione sulla mobilitazione europea del 15 ottobre e cresce il malessere per una manifestazione nazionale a Roma troppo rituale. Emerge la spinta affinché sia indicazione di conflitto sociale. “Il 15 non finisca la sera stessa” ma avvii una mobilitazione permanente che respinga la mittente i diktat della Bce e i suoi esecutori in Italia.

Al Volturno occupato si sono ritrovate oggi (sabato) le reti e le realtà chiamate da Roma Bene Comune a discutere di “conflitto sociale e indipendenza” il 10 settembre scorso. La discussione di oggi verteva su due questioni: dare continuità a al percorso avviato e come stare nella manifestazione del 15 Ottobre. Sulla prima questione viene indicata una data nella seconda metà novembre a Firenze che ospiterà un forum dei movimenti sociali per discutere nel merito la messa in sintonia delle vertenze e dei conflitti – dalle occupazioni delle case al No Tav, dai precari alle vertenze ambientali – che devono protagonisti reti sociali e movimenti.

La seconda questione – il 15 Ottobre – di fatto ha però monopolizzato la discussione. In parte era inevitabile ma in parte questo segna un limite duro a morire e cioè il perdurante prevalere degli “eventi” su una tabella di marcia autonoma dei movimenti. Da tutti gli interventi al Volturno, ma anche da segnali provenienti da ambiti diversi come il Coordinamento dei delegati Fiat, cresce il malessere per una manifestazione che si configura come troppo rituale rispetto alla posta in gioco e alla brutalità delle misure antipopolari avanzate dalla Bce e attuate dal governo.“Il 15 ottobre la strada per portare la protesta sotto i palazzi del potere è stata preclusa dalla Questura ma sostanzialmente accettata dalla maggioranza del Coordinamento promotore” ha detto Paolo Di Vetta (Blocchi Precari Metropolitani) aprendo l’assemblea, “molti di noi non vogliono andare a San Giovanni o fare una manifestazione rituale” ha proseguito. Vengono valorizzate le manifestazioni degli studenti ed in particolare l’azione di protesta contro Moody’s e le banche. La proposta è quella di uno spezzone comune di coloro che si riconoscono nella piattaforma dell’assemblea del 10 settembre o di quella del 1 ottobre: “beni comuni, conflitto sociale, indipendenza” senza bandiere di partito o di sindacato. “Che se ne vadano tutti” e “il debito non lo paghiamo” potrebbero essere le parole d’ordine unificanti con cui partecipare alla manifestazione del 15 Ottobre.

Sulla stessa lunghezza d’onda è Mario Paladini un “veterano” del movimento antagonista toscano che conferma la disponibilità ad accogliere a Firenze in novembre il forum dei movimenti sociali ma riporta anche che gli studenti fiorentini scesi in piazza in tanti “storcono il naso” all’idea di una manifestazione tradizionale per il 15 Ottobre. Per Giorgio di Atenei in Rivolta il 15 deve essere un punto di inizio per la mobilitazione di massa e permanente contro le misure antisociali. “Una semplice sfilata che arriva a San Giovanni non serve a niente” ma invita anche a fare attenzione alle fughe in avanti e a consolidare il movimento. “Il 15 si va in piazza per rimanerci con un grande accampamento in piazza”. Per Luca del Coordinamento di lotta per la casa esiste però il rischio che l’attesa del consolidamento produca anche rassegnazione. “Che interesse ha un precario o un occupante di case di venire a San Giovanni ad ascoltare un comizio?”, insiste poi sul tema dell’autorganizzazione, un percorso che “non ti regala nessuno e che ti devi conquistare”.

Alessia delle Brigate di Solidarietà Attiva informa che alla manifestazione del 15 ottobre porteranno i braccianti protagonisti delle lotte di queste estate nel sud. Si tratta soprattutto di immigrati per cui è importanti non farli trovare in situazioni rischiose perché rischiano più di altri.

Seguono poi gli interventi di varie realtà: dal centro sociale Macchiarossa al collettivo di Scienze Politiche della Sapienza, dal movimento antagonista di Napoli a Sinistra Critica. Alcuni spingono per una maggiore radicalità nella pratica in piazza, altri invitano a tenere l’insieme dlle realtà che verranno in piazza. L’esponente della Rete dei Comunisti invita a non fissarsi con la manifestazione del 15 ottobre come una sorta di mito e a dare soprattutto continuità ai percorsi iniziati con le assemblee del 10 settembre e del 1 ottobre. “In Spagna e in Grecia i movimenti lottano sulla base della loro realtà, non serve scimmiottare ma imparare e praticare il conflitto sulla base della nostra realtà”. Si invita a tenere conto dell’importanza della iniziativa di mercoeldi 12 ottobre verso il convegno alla Banca d’Italia con Draghi e Napoletano. L’assemblea si è conclusa con un comunicato che riportiamo qui di seguito.

Roma, 8 ottobre 2011

L’incontro promosso da Roma Bene Comune che si è svolto al Volturno okkupato, ribadisce la necessità che la mobilitazione transnazionale del 15 ottobre che nel nostro paese porterà decine di migliaia di persone a Roma, si rappresenti come assedio permanente della city politica.
Per affermare chiaramente che il 15 ottobre “a casa non si torna”, si propone la costruzione di uno spazio pubblico di corteo che dia voce ai conflitti sociali, ai movimenti indipendenti, alle lotte per i beni comuni e contro le devastazioni ambientali, ai precari e alle precarie, agli studenti e alle studentesse, ai migranti e alle migranti.
Si propone altresì che lo slogan “its not our debt-global revolution” venga assunto come riferimento comune e che la strategia dell’assedio venga rappresentata nelle diverse forme possibili dalle realtà che decideranno di far parte di questo spazio comune e da chi si riconosce su questi contenuti.
Importante che questa area di corteo non venga caratterizzata da bandiere e simboli di partito e sindacato. Le forze politiche e sindacali che sentono di condividere questo spazio pubblico devono consentire che i movimenti siano i veri protagonisti di questa giornata.

BLOCCARE LA CITTA’ PER RIPARTIRE!

OLTRE IL 15 OTTOBRE

ACCAMPIAMO DIRITTI – LIBERIAMO ENERGIA – ACCENDIAMO SPERANZA

“A CASA NON SI TORNA”

Verso la mobilitazione europea del 1° Novembre contro il vertice G 20 del 2/3/4 Novembre a Cannes/Nizza

Federico Rucco - Contropiano

Fonte

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