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(29 Luglio 2011) Enzo Apicella

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15 Ottobre. E’ finita la colpevole benevolenza sulla Banca d’Italia

(11 Ottobre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

11-10-2011 Sta morendo un tabù.
Al centro delle contestazioni stavolta è finito un tempio della governabilità bipartizan: la Banca d’Italia.

A Roma e in diverse città, mercoledì 12 ottobre ci saranno sit in, flash mob e contestazioni alle sedi della succursale italiana della Bce. Nella capitale tensione per la presenza contemporanea di Draghi e Napolitano al convegno della Banca d’Italia.

La mobilitazione europea del 15 Ottobre comincerà nel nostro paese con alcuni giorni di anticipo. Già mercoledì 12 ottobre infatti sono previste in diverse città iniziative di protesta verso la Banca d’Italia, succursale della Bce e custode delle scelte liberiste e monetariste imposte al nostro paese negli ultimi venti anni di lacrime esangue. Nello sciopero generale del 6 settembre a Napoli c’erano stati incidenti quando il corteo era arrivato la sotto la sede della Banca d’Italia.

A Roma la rete che ha dato vita all’assemblea del 1 Ottobre, ha tenuto la conferenza stampa di presentazione della Campagna per il non pagamento del debito proprio a ridosso della sede centrale di via Nazionale. Nella capitale ieri mattina c’è stato un primo flash mob realizzato dai militanti della FdS davanti a via Nazionale. Ma l’attesa principale è per mercoledì 12 ottobre quando alla Banca d’Italia ci sarà un convegno al quale partecipano sia Mario Draghi che Giorgio Napolitano, cioè i due maggiori esponenti del governo unico della banche. Sono ormai numerose le reti sociali che stanno dando appuntamento a via Nazionale mercoledi alle 16.00 per contestare il convegno e rimandare al mittente la lettera della Bce.

A Milano sono stati invece gli studenti venerdi scorso a “sigillare” la sede locale di Bankitalia. Insomma quello che per troppi anni è stato una sorta di tempio della governabilità bipartizan (basti ricordare le reazioni sempre entusiastiche alla Relazione annuale il 31 maggio), oggi non viene più ritenuto una “zona franca” per le contestazioni. La restituzione al mittente della lettera della Bce (firmata dal governatore uscente Mario Draghi) ha ormai colpito l’immaginazione e le corde della protesta. Un gesto semplice ma enormemente significativo. Al Draghi che vuole lacrime e sangue dai lavoratori, dai pensionati e dai disoccupati italiani, si oppongono ormai migliaia di giovani “Draghi Ribelli”.

Per il nostro giornale è una piccola/grande soddisfazione. Il numero zero di Contropiano nel 1993 era stato tra i pochissimi a mettere sulla graticola la Banca d’Italia e le sue responsabilità nelle terapie d’urto dei governi Amato e Ciampi per portare l’Italia dentro il Trattato di Maastricht e poi nell’Unione Monetaria europea. I tabù sono duri da rompere ma i fatti hanno la testa dura.

Sergio Cararo (Contropiano)

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