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    verso il 15 ottobre... Ma quale debito? Ma quali sacrifici? Il capitalismo è la crisi!

    (12 Ottobre 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

    verso il 15 ottobre... Ma quale debito? Ma quali sacrifici? Il capitalismo è la crisi!

    foto: www.caunapoli.org

    di red-net (rete delle Realtà Studentesche Autorganizzate)

    La Rete Nazionale delle Realtà Studentesche Autorganizzate (Red-net) nasce nel dicembre 2008 da un'esigenza larga e condivisa, dai singoli studenti ai collettivi di diverse città italiane, di socializzare percorsi di lotta e di analisi politica. Non è un caso che proprio in concomitanza con l’acuirsi della crisi economico-finanziaria del capitale, è stata avvertita in maniera ancor più forte la necessità di raccordarsi sul piano nazionale, per incamminarsi su di un comune sentiero di lotta contro chi da questa crisi trae profitto, scaricandone i costi sulle spalle della classe lavoratrice ed utilizzandola per rafforzare il dogma neoliberista fatto di precarietà e sfruttamento.

    Nonostante la nostra identità sia quella di studenti, ci è parso immediatamente chiaro come il mondo dell’istruzione sia legato a doppio filo con quello del lavoro. La condizione studentesca, infatti, è solo transitoria e, dopo la laurea, alla maggior parte di noi toccherà comunque un destino precario e di sfruttamento! Per noi è, quindi, una necessità lottare tanto per un reale accesso al diritto allo studio, quanto contro lo smantellamento dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori.

    Le manovre lacrime e sangue, approvate in tutta fretta dal governo e fortemente volute da Confindustria e dalla Banca Centrale Europea, attaccano appunto questi diritti: liberalizzazioni e privatizzazioni dei servizi pubblici fondamentali, tagli indiscriminati a salari pensioni, istruzione, sanità, welfare e spesa sociale in generale, non fanno altro che peggiorare le condizioni di vita delle classi subalterne, sottraendo ricchezza alla collettività per trasferirla direttamente nelle tasche dei privati. Infine, questo disegno è coronato dalla prospettiva di una completa deregolamentazione del mercato del lavoro, seppellendo qualsiasi traccia di diritti collettivi con la precarietà e lo sfruttamento selvaggio. Intanto però, i fondi per le spese militari e per la grandi opere rimangono immutati o addirittura aumentano: per la guerra in Libia, ad esempio, vengono spesi 50 milioni di euro al mese.

    È inutile, quindi, che Napolitano (all’unisono con tutti i partiti parlamentari) cerchi di smorzare la conflittualità e la rabbia che si diffondono nella società con la retorica della coesione sociale, del “siamo tutti sulla stessa barca”, dello “stringiamo tutti la cinghia”, perché ben altre sono le ricette elaborate da banche, padroni, governi nazionali ed istituzioni europee; e prevedono la macelleria sociale per tutelare i profitti dei padroni!

    In questo contesto, il concetto di meritocrazia appare come una mera giustificazione ideologica. Vogliono farci credere che partiamo tutti dallo stesso livello, che abbiamo tutti le stesse possibilità di emergere e se non ci riusciamo la colpa è solo nostra. Noi sappiamo, però, che la meritocrazia è solo uno strumento di esclusione sociale e selezione di classe, che premia chi può permettersi determinati studi e percorsi, mentre penalizza tutti gli altri. Rifiutare tali politiche, sia dentro che fuori le università, significa, quindi, lottare affinché i diritti collettivi non siano meritati da pochi ma conquistati da tutti!

    Sono ormai troppi anni che le grandi lotte sociali sono state frammentate e confinate in stretti recinti ben delimitati, nei quali hanno proliferato partiti, sindacati e organizzazioni ben lontane dai reali interessi di tutti noi! Fomentando le divisioni e la nostra incapacità di riconoscerci in un grande blocco sociale accomunato dagli stessi interessi; padroni, politicanti, sbirri e affaristi di ogni ordine e grado sono riusciti a far perdere efficacia e forza al nostro agire. Pertanto, il più grande traguardo che la crisi del capitalismo ci pone davanti è quello di riguadagnare unità e organizzazione opponendoci frontalmente alla strategia divide et impera.

    Per questo il 15 ottobre saremo in piazza a Roma per affermare il nostro NO a tutte le manovre create ad hoc per scaricare la crisi su chi ogni giorno è sfruttato e depredato di una vita e di un futuro dignitosi! Per dire NO al capitalismo produttore di crisi!

    PER UNA SOCIETÀ SENZA PADRONI NÉ SFRUTTATI!
    NON CI LASCEREMO MANOVRARE!
    LA VERA CRISI È IL CAPITALISMO!


    -Red Net-

    Rete Nazionale delle Realtà Studentesche Autorganizzate

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