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Il capitalismo spiegato ai bambini

Il capitalismo spiegato ai bambini

(17 Novembre 2011) Enzo Apicella

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LIBERIAMO IL 15 OTTOBRE!

Da politici, sindacalisti, guardie e pompieri. liberiamo il 15 ottobre.

(12 Ottobre 2011)

In un mondo squassato dalla crisi, molti nuovi pescecani competono sul mercato mondiale, tra guerre commerciali, protezionismi e speculazioni finanziarie.
All’indebolimento storico Americano si sommano le difficoltà dell’Unione Europea, che non riesce a far corrispondere alla propria unione monetaria quella politica.
Manovre continentali, decreti salvastati e vincoli sovranazionali non riescono ad averla vinta con il debito sovrano, mentre si moltiplicano i rischi di default.

Di certo, per i padroni è cosi’ importante la loro Europa, da non esitare un attimo a scaricarla per intero sulle spalle del proletariato, sia quando si salvano banche e sistemi, sia quando si pilotano “fallimenti ordinati” contro l’effetto domino.
E’ per questo che sarebbe fondamentale un movimento internazionale dei lavoratori europei che individuasse e combattesse nel sistema capitalistico il motivo ultimo della incertezza e della precarietà proletaria.

Ma cosi’ non è, ed a poco servono gli appelli, tanto illusori quanto passibili di trasversali strumentalizzazioni, su presunti “non pagamenti del debito” etc…..e chi pagherebbe, in questa società, il “non pagamento”?
E ancora, cosa c’entrano la “lotta per il proporzionale” o le “primarie dal basso”con l’invocata “sollevazione dei popoli Europei”?
Non si può affrontare una realtà cosi’ dura con gli slogan o con le scadenze, peraltro estranee ad una vera internità di classe, ne’ scopiazzando esteticamente movimenti ed esperienze diversi e lontani dal nostro paese.

Ma c’è di piu’.
In Italia, di fronte ad una persistente passività di classe, alla morte della sinistra di stato, alla collusione sindacale con la Marcegaglia, si tenta un’operazione di sostituismo politico da parte di un’area del massimalismo sindacale, che permanendo in CGIL e firmando i peggiori accordi contro i lavoratori, si propone come l’unica opposizione, arrivando ad utilizzare piazze non proprie per i propri obiettivi.

E’ qualcosa di già visto, di già subito, come lo scorso 14 dicembre.
Qualcosa che non deve ripetersi!
Occorre dare una risposta adeguata alla crisi, ed all’attacco finale al lavoro salariato che stiamo subendo.
Una risposta semplice ma difficile a farsi, che va intrapresa subito,
perché la realtà ce lo impone.

C’è bisogno di organizzarci, autonomamente, contro i padroni.
C’è bisogno di una organizzazione di classe che non cerchi “soluzioni“ alla crisi interne al sistema che possono essere solo sulle spalle dei lavoratori, ma che promuova oggi la lotta contro l'aumento dello sfruttamento su alcuni obiettivi semplici e chiari, e prepari la rivoluzione per il superamento del capitalismo come unico rimedio contro la crisi .

CONTRO LA CRISI: RIVOLUZIONE!

C O M B A T

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