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Non ci fermiamo! facciamo pagare ai padroni il loro debito!

(13 Ottobre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

Non ci fermiamo! facciamo pagare ai padroni il loro debito!

foto: www.comunistiuniti.it

SCENDIAMO TUTTI/E IN PIAZZA IL 15 OTTOBRE A ROMA
APPUNTAMENTO A PIAZZA ESEDRA ALLE 14

NON CI FERMIAMO!
FACCIAMO PAGARE AI PADRONI IL LORO DEBITO!

La crisi la stiamo pagando principalmente noi lavoratrici e lavoratori dipendenti, precari, donne, immigrati, disoccupati e pensionati a basso reddito.

Siamo noi gli unici che andranno veramente in “default” se continueranno ad essere applicate le politiche di austerity della BCE, i tagli e le manovre antipopolari dei governi e le controriforme della Confindustria!

Lo strumento dell’indebitamento degli stati, in questa fase particolare della crisi, viene utilizzato per cancellare i diritti residui e abbattere ancora il costo del lavoro.

La Banca Centrale Europea sta concertando con tutti gli stati membri l’imposizione di queste politiche di austerità per garantire gli equilibri favorevoli alle economie più forti (Germania e Francia in testa). La BCE, così come la Banca d’Italia, non hanno quasi nulla di pubblico ma sono controllate dai CdA dei maggiori istituti privati di cui curano gli esclusivi interessi.

Le stesse banche che vantano i crediti nei confronti degli stati sovrani, controllate e cogestite con da cordate di grossi imprenditori privati, sono le stesse che controllano quote importanti di grandi e piccole imprese e soprattutto della loro liquidità.

Non possiamo accettare questo sistema di estorsione! Per questo motivo gridiamo a gran voce che il debito privato contratto dagli stati per favorire gli interessi esclusivi di banche ed imprese private se lo devono pagare i capitalisti stessi.

Tutte le risorse ricavate devono essere investite sul piano sociale, per rilanciare i salari e i diritti, per garantire un accesso al reddito a tutte e tutti!

Ma questa non può restare una semplice parola d’ordine di una manifestazione. Dobbiamo restare sul terreno della lotta tutti i giorni in ogni fabbrica, luogo di lavoro, città ecc..

Per difendere la contrattazione, nazionale e aziendale, i lavoratori unendosi a prescindere dalla appartenenze sindacali e politiche, devono esigere piattaforme che non si pieghino ai diktat del patto sociale che serve a svendere a Confindustria quanto rimane dei nostri diritti.

Respingiamo l’accordo del 28 giugno e l’attacco dell’art. 8 della finanziaria che vogliono cancellare la nostra possibilità di decidere in prima persona e di scioperare, vogliono derogare al CCNL ed eliminare l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Gli unici a dover essere protetti dal fallimento siamo noi!

Dobbiamo quindi rivendicare la fine della precarietà, la distribuzione del lavoro che c’è per lavorare meno e lavorare tutti, con forti riduzioni di orario, a un salario che ci permetta una vita dignitosa. Dobbiamo pretendere continuità di reddito per tutti e tutte, per i disoccupati, un vero sostegno all’istruzione e alla cultura respingendo i tagli. Pari diritti e cittadinanza per i lavoratori immigrati per sganciare il permesso di soggiorno dal ricatto del lavoro nero. Colleghiamo queste parole d’ordine con i percorsi degli sciopero precari e con le lotte degli studenti in un unico movimento contro governo, Confindustria e BCE.

È ormai a tutti evidente che non ci sarà nessun governo amico che farà pagare la crisi a chi l’ha provocata.

Per questo sosteniamo la piattaforma dell’appello “Dobbiamo Fermarli” che dall’assemblea del 1 ottobre scorso deve lanciare una mobilitazione permanente in tutto il paese.

Autoconvochiamoci in comitati di lotta, coordinamenti territoriali e nazionali

CONTRO LE POLITICHE DI AUSTERITY
DI GOVERNO, CONFINDUSTRIA E BCE

LAVORATORI E LAVORATRICI AUTOCONVOCATI/E

Fonte

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