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Pisa. Una giornata di festa, ma per chi?

(20 Ottobre 2011)

La visita del Presidente Napolitano a Pisa è un evento che la città saluta festosamente. Ma quale parte della città festeggerà? Forse quella di coloro a cui sono stati tagliati i fondi per i servizi a carattere sociale da manovre governative che il PD (il partito di provenienza del Presidente della Repubblica) ritiene insufficienti rispetto alle indicazioni dettate da Trichet e Draghi nella lettera di passaggio di consegne nella guida della BCE? Oppure di quelli che non intendono fare fronte comune per affrontare la crisi economica e politica con un governo di “largo consenso”, come ha auspicato Napolitano ieri? O ancora chi si batte contro la partecipazione dell’Italia alle avventure militari all’estero, chi si è schierato contro i bombardamenti sulla Libia, chi si oppone alla militarizzazione del territorio e all’aumento delle spese militari?

La presenza del Presidente Napolitano non ci rende felici, non ci rallegra: al contrario, ci preoccupa il silenzio acritico che circonda la figura di Napolitano che, nella caotica fase politica e convulsa crisi economica, ha assunto un profilo sempre più politico sollecitando e indicando soluzioni in linea con le ricette della BCE che predicano privatizzazioni, tagli allo Stato sociale, ridimensionamento dei salari e delle pensioni, dismissione dei contratti nazionali e quant’altro che va nella direzione delle richieste padronali e delle banche.

Non dimentichiamo neppure che il partito da cui proviene Napolitano e che amministra la nostra città, il Partito Democratico, sta portando avanti politiche di privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi, di gestione degli appalti con condizioni di lavoro e di vita sempre peggiori, investe in progetti come il PIUSS che avranno ricadute solo su alcune fasce di cittadini, tagliando fuori settori popolari e in forte sofferenza per la crisi economica, appunto i settori che subiscono i tagli dei sussidi e delle risorse di sostegno per gli affitti, tagli ai servizi sociali per i bisognosi e gli anziani, con le rette degli asili nido e delle mense scolastiche sempre più costose.

Quanti soldi è costata la visita di Napolitano a Pisa e i suoi cambiamenti di programma con un mega catering organizzato all’improvviso? Questi soldi non avremmo potuto spenderli per i servizi?

La politica amministrativa del Sindaco Filippeschi e del PD è sempre più improntata a spese di immagine che non tengono conto del reale bisogno degli abitanti e del tessuto economico-produttivo, artigianale e commerciale del territorio, come dimostra la vicenda dell’Ikea che aprirà un mega punto vendita presso i Navicelli devastando ambiente, viabilità e dinamiche produttivo-commerciali dell’intera città.

Infine, ma non per importanza, non possiamo gioire che Pisa diventi dal 2013 un obiettivo sensibile di carattere militare (più di quanto non sia già adesso con la base statunitense di Camp Darby a pochi chilometri dalla città) con l’allargamento dell’Aeroporto militare “Dall’Oro”, trasformato in Hub nazionale ed internazionale, cioè crocevia e snodo dei traffici di uomini, mezzi e armamenti verso le zone di guerra, che già abbiamo sperimentato in questi mesi in cui si sono moltiplicati i sorvoli della città di aerei militari in partenza per rifornire i bombardieri impegnati nella missione NATO sulla Libia.

No, non siamo felici che il Presidente della Repubblica abbia dimenticato l’articolo 11 della Costituzione in cui l’Italia “ripudia la guerra” per sostenere le missioni verso la Libia, proprio nell’anno in cui cade il centenario dell’inizio dell’avventura coloniale italiana in Libia.

Avremmo voluto sentire altre parole dal Presidente della Repubblica sulla soluzione della crisi, per far pagare chi non ha pagato mai, così come sulle missioni militari, per frenare la rincorsa militarista italiana, o anche sul valore dell’unità del Paese declinato nella forma della solidarietà sociale piuttosto che della propaganda nazionalistica.

Per tutti questi motivi, Presidente, non riusciamo a gioire della sua visita nella nostra città.

Pisa. 20 ottobre 2011

Giovanni Bruno (Cobas Scuola Pisa)
Federico Giusti (Cobas Pubblico Impiego Pisa)

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