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Indignados

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    Comunisti autoconvocati

    (13 Marzo 2004)

    Domenica 21 marzo prossimo, alle ore 10, nella sala di Via Baldassarre Orero n. 59 a Roma, si riuniranno in assemblea nazionale gli autoconvocati del Partito della Rifondazione Comunista.

    Il movimento degli autoconvocati di Rifondazione nasce a Roma, con il convegno regionale del 14 febbraio, al termine del quale viene diffuso a tutti gli iscritti al PRC un appello che denuncia il disagio di gran parte del corpo del partito rispetto alle svolte impresse dal gruppo dirigente alla linea politica in tempi recenti e che non sono mai state sottoposte al vaglio della discussione degli iscritti nelle sedi deputate. Sul piano del metodo, l’appello sottolinea la carenza di democrazia, la verticalizzazione dei processi decisionali, la spettacolarizzazione e personalizzazione dell’azione politica a cui non corrisponde un adeguato lavoro di partecipazione e mobilitazione alle grandi lotte sociali in atto.

    “Le repentine svolte proclamate a mezzo stampa dal segretario nazionale - si legge nell’appello - sono la testimonianza della passivizzazione del partito e della paralisi dei suoi organismi di dibattito, elaborazione e decisione”. Si chiedono gli autoconvocati, tra i quali figurano esponenti delle varie “aree” del partito: dove, quando e chi ha discusso e approvato la confluenza del PRC in un nuovo partito europeo, dai connotati oltretutto estremamente moderati e non in linea con i principi fondatori del PRC? Dove, quando e chi ha deciso che il Centrosinistra (già definito “una gabbia” e poi dato per morto) è tanto profondamente cambiato da rendere imprescindibile un accordo di governo che dovrebbe vedere comunisti nel futuro governo, già confermato a forte carattere liberista, di Prodi, D’Alema, Rutelli e Mastella? Dove, quando e chi ha deciso l’urgenza di sollevare il falso problema della “non violenza”, assumendo poi la “non violenza”, dopo un dibattito limitato alle pagine di “Liberazione”, come assunto assoluto e discriminante, quasi che in Italia e nel mondo non esista un problema vero di violenza delle classi dominanti, di repressione, guerra, occupazione coloniale contro cui si batte una resistenza riconosciuta legittima dal diritto internazionale e dalla Carta dell’ONU?

    L’appello denuncia anche le prese di posizione del Segretario Nazionale sulle foibe e sulla Resistenza partigiana, denunciate come revisioniste e in linea con la campagna di deformazione lanciata dalla Destra. Si rileva che il PRC vive un problema che è sia di metodo che di merito: ad un metodo verticistico e oligarchico corrisponde un merito fatto di abdicazione al ruolo di forza alternativa e di subordinazione al centrosinistra liberista e connivente con la politica militarista del governo Berlusconi.

    L’appello chiede di restituire agli iscritti il diritto di discutere e decidere, come condizione necessaria per superare l’attuale situazione di crisi politica e organizzativa del partito, esplicitata anche dal calo dei consensi elettorali e delle iscrizioni e da un inizio di emorragia verso altre formazioni politiche e, addirittura, verso il ritiro dalla partecipazione alla politica.

    L’appello si conclude con queste parole: “Non è più tempo di illusioni e attendismi: la crisi del partito è a un passo dal diventare irreversibile ed è responsabilità di ogni compagna e di ogni compagno impegnarsi per respingere l’offensiva revisionista e anticomunista e riprendere il cammino della rifondazione comunista”.

    Roma, 9.3.2004

    autoconvocatiprc@virgilio.it
    tel./fax 064382043
    cell. 333 - 2852326

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