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Da Baghdad: appello in solidarietà col popolo iracheno

Ai popoli del mondo e ai loro rappresentanti presso le Nazioni Unite

(14 Aprile 2004)

Il popolo iracheno fa appello alla solidarietà internazionale mentre resiste agli attacchi delle forze di occupazione guidate dagli Usa. E' chiaro che l'intenzione di questi attacchi è quella di terrorizzare intere popolazioni delle città e dei quartieri dell'Iraq.

Secondo le notizie che arrivano, nella sola Falluja, oltre 300 iracheni sono stati uccisi e altre centinaia feriti dall'inizio degli attacchi, domenica 4 aprile. Si combatte a Baghdad, in particolare nei quartieri di Sadr City, Adaamiya, Shula, Yarmok, e nelle città di Falluja, Ramadi, Bassora, Nassiriya, Kerbala, Amara, Kut, Kufa, Najaf, Diwaniya, Balad, e Baquba. Case, ospedali, moschee e ambulanze che cercano di trasportare i feriti vengono bombardati e colpiti dai fucili e dai carriarmati delle forze di occupazione.

Falluja e Adaamiya sono attualmente sotto assedio, circondate dalle forze di occupazione, in violazione della Convenzione di Ginevra che vieta di tenere sotto assedio comunità di civili. Gli ospedali non hanno medicinali essenziali, forniture, attrezzature a sufficienza né scorte di sangue. A Falluja, gli ospedali sono stati circondati da soldati, costringendo i medici ad allestire ospedali da campo in abitazioni private. Ai donatori di sangue non è consentito l'accesso; di conseguenza le moschee sia a Baghdad che a Falluja stanno raccogliendo sangue per i feriti. Acqua ed elettricità sono state tagliate da giorni.

A Sadr City, elicotteri Usa hanno lanciato missili su aree residenziali, distruggendo abitazioni. Anche se non è stato imposto ufficialmente il coprifuoco, i soldati americani regolarmente sparano dai carriarmati sulle automobili che circolano per le strade di notte. Nella sola notte di martedì, almeno 6 persone sono state uccise in questo modo. Le forze Usa continuano a occupare e a circondare tutte le stazioni di polizia e gli uffici municipali di Sadr City.

Anche se questi attacchi hanno subito una forte escalation nella scorsa settimana, non sono affatto un fenomeno nuovo nell'Iraq occupato. L'uccisione indiscriminata di civili e il rifiuto di dare alla gente sicurezza, elettricità e infrastrutture mediche decenti hanno caratterizzato la "libertà" che le autorità di occupazione hanno portato in Iraq.

Facciamo appello alla comunità internazionale, alla società civile e ai movimenti contro la guerra e contro l'occupazione perché rispondano a questa guerra del terrore guidata dagli Usa con dimostrazioni tangibili di solidarietà e sostegno per il popolo iracheno che sta affrontando questa orribile manifestazione dell'occupazione.

Per favore scendete in piazza per chiedere la fine dell'aggressione guidata dagli Usa. Organizzate proteste di fronte alle ambasciate e ai consolati Usa nel mondo e chiedete: la fine immediata di questo massacro; la fine immediata dell'assedio delle città e dei quartieri iracheni; l'accesso immediato alle organizzazioni mediche e umanitarie che cercano di fornire assistenza alla popolazione irachena che vive sotto attacco; e la fine dell'occupazione del nostro paese.

Fra le città in cui sono già state organizzate manifestazioni ci sono Milano, Montreal, Parigi, Tokyo, Istanbul, Boston, San Francisco, Los Angeles, Washington e New York.

Baghdad Occupata, 8 Aprile 2004

Eman Ahmed Khammas
Direttrice International Occupation Watch Center
tel. 001 914 360-9079 o 001 914 360-9080.
e-mail: eman@occupationwatch.org

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