">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Piano Sarkozy

Piano Sarkozy

(25 Agosto 2011) Enzo Apicella
Sarkozy esterna il suo piano per il dopo-Gheddafi, rivendicando per la Francia un ruolo più importante nella rapina delle materie prime libiche

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

APPUNTAMENTI
(Imperialismo e guerra)

SITI WEB
(Imperialismo e guerra)

La nuova libia.

(25 Ottobre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in ciptagarelli.jimdo.com

La nuova libia.

foto: ciptagarelli.jimdo.com

Come l’Occidente ha vinto in Libia

Bisticciano come avvoltoi sui cadaveri. Il ministro francese della Difesa ha detto che lo avevano colpito con un aereo da combattimento Rafale che ha sparato contro il convoglio in cui si trovava. Il Pentagono ha detto che lo avevano beccato loro sparando un missile Hellfire da un Predator. Poi, un ferito colonnello Muhammar Gheddafi ha cercato rifugio in un fangoso condotto sotto un’autostrada – una fosca eco della ”tana” di Saddam Hussein – dove è stato trovato dal “ribelli” del Consiglio Nazionale di Transizione (CNT) che, come ci si poteva aspettare, l’hanno giustiziato.

Abdel-Jalil Abdel-Aziz, un medico libico che ha accompagnato il cadavere di Gheddafi in ambulanza e che l’ha esaminato, ha detto che è morto per due proiettili, uno al torace e l’altro alla testa.

Il CNT – che sta vendendo da mesi menzogne, menzogne e altre menzogne – giura che è morto sotto il “fuoco incrociato”. Può darsi che sia stato uno scontro. Può darsi che sia stato Muhammad al-Bibi, che ostentava un berretto da baseball degli Yankees di New York e che ha posato per il mondo intero esibendo la pistola dorata di Gheddafi, forse il suo biglietto per ricevere la considerevole somma di 20 milioni di dollari offerti come bottino per Gheddafi “vivo o morto”.

Tutto sembra sempre più curioso se ci si ricorda che questo è esattamente ciò che la segretaria di Stato Hillary Clinton, nella sua visita da meteora a Tripoli quarantotto ore prima, aveva annunciato: Gheddafi sarebbe stato “catturato o assassinato”. La fata Queenie (1) ha soddisfatto i desideri della Clinton, che è venuta a conoscenza dei fatti guardando lo schermo di un Blackberry e reagendo con il terremoto semantico “UAU”.

Per i vincitori, il bottino. Tutti loro l’hanno fatto: l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), il Pentagono e il CNT. Nel momento in cui una risoluzione dell’ONU ha imposto una zona una zona di esclusione aerea sopra la Libia è diventata il permesso di cambiare regime, il piano A è sempre stato catturarlo e ucciderlo. Assassinio mirato, questa è la politica ufficiale dell’Amministrazione Obama. Non c’era un piano B.

Lascia che ti protegga bombardandoti

Quanto alla R2P (“responsabilità di proteggere” i civili), qualsiasi scettico dovrebbe affidarsi alla spiegazione del segretario della NATO, Anders Fogh Rasmussen: “La NATO e i nostri alleati hanno realizzato con successo un mandato storico delle Nazioni Unite per proteggere il popolo della Libia”. Chiunque voglia darsi conto della protezione della NATO ai civili, deve solo saltare su un camionetta e andare a Sirte, la nuova Falluja.

Le reazioni sono state molto istruttive. Il burocrate del CNT Abdel Gogha è andato al Colosseo dell’Impero Romano e ha detto: “I rivoluzionari hanno la testa del tiranno”.

Il presidente USA Barack Obama ha detto che la morte di Gheddafi significa che “stiamo vedendo la forza della guida statunitense in tutto il mondo”. E’ come il “l’abbiamo beccato noi”, tutto ciò che ci si poteva aspettare, considerando anche che Washington ha pagato non meno dell’80% del costo dell’operazione di quegli scemi della NATO (circa 1.000 milioni di dollari, che quelli di Occupy Wall Street farebbero bene a denunciare perché avrebbero potuto essere usati per creare posti di lavoro negli USA). Che strano dire adesso “ce l’abbiamo fatta”, perché la Casa Bianca ha sempre detto che questa non era una guerra, che era qualcosa di “cinetico”. E che loro non se ne sarebbero fatti carico.

Sembra che sia stato quel maestoso stratega della politica estera, il vicepresidente Joe Bidden, ad essere infinitamente più sintetico di Obama: “In questo caso gli USA hanno speso 2.000 milioni di dollari e non hanno perso una sola vita. Questa è una buona ricetta sul come trattare il mondo per avanzare più rapidamente di quanto abbiamo fatto in passato”.

Mondo: sei avvisato, così l’impero ti tratterà d’ora in poi.

Senti da vicino il mio amore umanitario

Quindi, felicitazioni alla “comunità internazionale” che, come tutto il mondo sa, è fatta da Washington, da alcuni membri inutili della NATO e dai tanti democratici centri nevralgici del Golfo Persico come il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti (EAU). Questa comunità, almeno, gode dei risultati. L’Unione Europea (UE) ha salutato “la fine di un’era di dispotismo”, mentre praticamente fino a giovedì accarezzava il copricapo delle tuniche di Gheddafi e ora sta fabbricando senza un attimo di respiro editoriali sul regno di 42 anni del “buffone”.

Gheddafi sarebbe stato un ospite piuttosto scomodo della Corte Penale Internazionale dell’Aja, perché avrebbe potuto godersela ricordando a tutti i baciamani, i caldi abbracci e i succosi accordi che l’Occidente mendicava di firmare dopo che si era trasformato da “Cane rabbioso” (Ronald Reagan) in “nostro figlio di puttana”. Si sarebbe divertito anche a spiegare nei particolari gli oscuri antecedenti di quegli opportunisti che ora passano per “rivoluzionari” e “democratici”.

Quanto ai precetti del diritto internazionale, essi giacciono in un condotto tanto immondo quanto quello in cui Gheddafi si era rifugiato. Almeno il dittatore Saddam ottenne uno straccio di processo davanti ad un tribunale, arbitrario e illegale, prima di incontrarsi con il boia. Obama bin Laden fu semplicemente finito, stile assassinio, dopo un’invasione territoriale del Pakistan.
Gheddafi l’hanno fatto fuori con un insieme di guerra aerea e assassinio.

Gli avvoltoi del potere stanno congestionando i cieli. Mohammed El Senussi, che vive a Londra, l’erede del trono libico (il re Idris fu rovesciato nel 1969) è pronto per venire in primo piano e ha già messo bene in chiaro che lui “è un servitore del popolo libico e che sono essi che decidono quello che vogliono”. Traduzione: Voglio il trono. Ovviamente è il candidato favorito della controrivoluzionaria Casa di Saud.

E che dire di tutti quegli asini del think tank di Washington che farfugliano che questo era il “momento Ceausescu” della Primavera Araba? Se il dittatore rumeno avesse migliorato il livello di vita nel suo paese – in termini di sanità gratuita, educazione gratuita, incentivi per i novelli sposi, ecc. – di una frazione di quello che ha fatto Gheddafi in Libia … Ma il fatto è che Nicolae Ceaseuscu non fu deposto con un bombardamento “umanitario” della NATO. Solo un idiota potrebbe ingoiarsi la propaganda di più di 40.000 bombe “umanitarie” della NATO che hanno devastato le infrastrutture in Libia fino a riportarla all’Età della Pietra (Commozione e Paura a passo ridotto). Questo non ha avuto niente a che vedere con la R2P, lo spietato bombardamento dei civili a Sirte lo dimostra.

E come i 4 membri del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) sapevano già prima che si votasse la Risoluzione 1973 dell’ONU, tutto sarebbe finito con la NATO che controlla il Mediterraneo come se fosse un lago, con la guerra dell’AFRICOM contro la Cina e la realizzazione di una base strategica chiave, con i francesi e i britannici che faranno succosi contratti per sfruttare le risorse naturali della Libia a proprio beneficio, con l’Occidente che riscrive a modo suo la storia della Primavera Araba dopo essere stato colto di sorpresa in Tunisia e in Egitto.

Ascoltate i mugolii brutali

Benvenuti nella nuova Libia, dove intolleranti milizie islamiche renderanno la vita delle donne libiche un inferno in terra. Centinaia di migliaia di africani subsahariani – tutti quelli che non hanno potuto fuggire – saranno perseguitati senza pietà. Tutte le ricchezze naturali del paese verranno saccheggiate. Tutta la collezione di missili antiaerei di cui si sono appropriatigli islamisti sarà una ragione molto convincente perchè la “guerra contro il terrore” nel nord dell’Africa diventi eterna. Ci sarà sangue, sangue frutto della guerra civile, perché la Tripolitania non vorrà essere governata dalla arretrata Cirenaica.

In quanto ai dittatori che restano in altri luoghi, possono farsi subito una polizza di assicurazione sulla vita della NATO S.p.A:; Hosni Mubarak d’Egitto, Zine al-Abidine Ben Alì di Tunisia e Ali Abdullah Saleh dello Yemen sono stati abbastanza pronti a procurarsela. Sappiamo tutti che non ci sarà mai una R2P per liberare i tibetani o gli uiguri, né il popolo di quel Gulag mostruoso che è Myanmar, o il popolo delll’Uzbekistan, o i kurdi in Turchia, o i pashtun di entrambi i lati della Linea Durand (2) tracciata dall’Impero .

Sappiamo anche che cambiare il mondo in uno in cui possiamo credere avverrà solo il giorno in cui la NATO farà rispettare una zona di esclusione aerea sull’Arabia Saudita per proteggere gli sciiti della zona orientale, con il Pentagono che lancia un tappeto di Hellfire su quelle migliaia di medioevali e corrotti principi della Casa di Saud.

Non succederà. Intanto questo è il modo abituale dell’Occidente, un colpo violento della NATO e mille brutali e illegali mugolii. Siete forse nauseati? Trovatevi una maschera da Guy Fawkes e fate l’ira di Dio.

Note:

1) Allusione alle banconote inglesi con la testa della regina.

2) Confine stabilito dalla Gran Bretagna nel 1873, che separa Afganistan e Pakistan.

Pepe Escobar es autor de “Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War” (Nimble Books, 2007) y “Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge”. Su último libro es “Obama does Globalistan” (Nimble Books, 2009). Puede contactarse con él en: pepeasia@yahoo.com

Fuente: http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/MJ22Ak03.html

da: rebelion.org, 22.10.2011
(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” Via Magenta 88, Sesto San Giovanni)

Pepe Escobar
Giornalista e analista politico brasiliano.

6378