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La pagliuzza

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(16 Giugno 2010) Enzo Apicella
Mentre il petrolio continua ad inquinare il Golfo del Messico, il presidente USA denuncia l'irresponsabilità dei vertici della British Petroleum

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«Al clima che cambia opporre scelte sensate»

(27 Ottobre 2011)

INTERVISTA. Dietro la tragedia ligure, «scempi irragionevoli del territorio». Le forti piogge, invece, «conseguenza di un nuovi equilibri energetici». Lo afferma Vincenzo Ferrara, climatologo dell’Enea.

vincenzo ferrara


«Questo Paese è fondato sulla Protezione civile». Per spiegare quanto poco l’Italia sia consapevole dei rischi e delle conseguenze del climate change, il climatologo dell’Enea Vincenzo Ferrara ricorre a una metafora: «Quando viene buttata nel pentolone d’acqua bollente, la rana salta immediatamente fuori. Se, invece, viene messa in acqua fredda che lentamente si riscalda, ecco che si abitua al graduale innalzamento della temperatura e non si accorge di arrivare a cottura».

Professore, le violente piogge di questi giorni sono dunque effetto dei cambiamenti climatici?
Ci sono due fattori di vulnerabilità che saltano all’attenzione per i loro effetti negativi. L’uso del territorio e la forte antropizzazione avvengono in modo irrazionale, senza valutare le capacità ricettive della zona che viene sottoposta a scempi irragionevoli. Il problema si è poi ulteriormente aggravato per effetto di cambiamenti climatici che sono in corso da circa 200 anni ma che dal 1975 in poi sono diventati più evidenti e più intensi. I 400/500 mm di pioggia in un giorno di La Spezia sono ai livelli di monsone indiano. A Roma, la settimana scorsa, in sole due ore è caduta tanta acqua come in due mesi di pioggia. Questo significa che il Mediterraneo è sempre più caldo, ma anche che mancano buon senso e coscienza per tutelare il territorio.

Cosa fare?
Sono anni che i climatologici stanno indicando le misure: prevenzione assoluta, pianificazione del territorio e uso appropriato delle risorse. Oltre a interventi di “adattamento” che consentono di ridurre le conseguenze del climate change. Agire in questa direzione è prioritario, soprattutto in Italia dove le aree a rischio idrologico sono molto estese. Invece, si preferisce intervenire soltanto quando il danno si è verificato e limitarsi a mettere in sicurezza il territorio colpito.

A cosa andremo incontro?
Ogni anno si verificano fenomeni estremi, come a Salerno l’anno scorso o a Messina due anni fa. Dobbiamo aspettarci un’intensificazione delle piogge autunnali, sbalzi tra alluvioni e siccità soprattutto al Meridione, e una riduzione anche al Nord della disponibilità d’acqua.

26/10/2011


Dina Galano - Terra

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