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La lettera del governo all’Europa vista da vicino: scuola e università

(30 Ottobre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

La lettera del governo all’Europa vista da vicino: scuola e università

foto: www.caunapoli.org

Ci troviamo davvero davanti ad una svolta epocale e il contenuto della famigerata lettera del governo italiano alla Bce è una vera e propria dichiarazione di guerra ai lavoratori e agli studenti di questo paese (per un’analisi complessiva della lettera rimandiamo a Lettera o testamento? Una nota sull'ultimatum dell’UE e la risposta italiana). Era da tanto tempo che i padroni desideravano lanciare l’ “offensiva finale” e cancellare definitivamente gli ultimi residui del cosiddetto stato sociale e i (pochi) diritti dei lavoratori rimasti.
Noi, come collettivo universitario, non possiamo non dare particolare risalto al passaggio della Lettera riguardante il mondo della formazione.

Partiamo da una semplice constatazione: il paragrafo in questione si apre con un titolo che definire “freddo” è dire poco: “Promozione e valorizzazione del capitale umano”. Secondo i nostri governanti, Noi studenti non saremmo altro che “capitale umano” da promuovere e da valorizzare!

Ma entriamo nel vivo: “L'accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI)”. La prima parola che ci troviamo davanti è: accountability, un vocabolo inglese usato nell'ambito della sicurezza informatica e si riferisce a un aspetto del controllo di accesso. Si basa sulla concezione che gli individui siano responsabili delle loro azioni all'interno del sistema. Non sappiamo bene cosa voglia dire in riferimento all’istruzione (ops! valorizzazione del capitale umano) ma, in molti punti la lettera è scritta con un linguaggio che si presta a svariate interpretazioni. Prove INVALSI? Sono l’esasperazione di quella “cultura della valutazione” di cui si fanno portabandiera tutti i ministri dell’Istruzione dell’ultimo decennio. Si tratta di test a quiz che avrebbero la pretesa di acquisire dati sulle reali conoscenze degli studenti per dividere le scuole in “meritevoli” e “immeritevoli”, “produttive” e “improduttive”.

Procediamo nella lettura e troviamo un non meglio precisato “programma di ristrutturazione” (si legga: taglio di fondi e altri licenziamenti) delle scuole che abbiano dato risultati insoddisfacenti sulla base delle prove INVALSI. Il tutto da definire entro l’anno scolastico 2012-2013. Continuiamo leggendo che “si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell'arco d'un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo)”. Insomma molte più ore di lavoro e competizione tra i docenti in cambio di poche briciole. “Si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento.” Ma non è che per caso si riferiscono alla chiamata diretta dei lavoratori da parte dei presidi-manager? Questo non è dato saperlo!

Venendo alle Università: “Si amplieranno autonomia e competizione tra Università”. Ovvero si smetterà di erogare fondi e ogni ateneo dovrà reperire le sue risorse autonomamente, prostrandosi in tutto e per tutto alla volontà dei privati: quegli imprenditori-avvoltoi che sono sempre pronti a scaricare i costi di formazione dei lavoratori sul settore pubblico in rovina, anziché farsene carico nella loro in azienda. I pochi sovvenzionamenti pubblici saranno legati alle valutazioni dell'ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca), ovvero a un organo centrale che valuterà utilizzando criteri astratti, fondati su parametri “produttivi” alquanto dubbi, seguendo logiche “meritocratiche” (ma l’istruzione non bisogna meritarsela: è un diritto!), probabilmente abbandonando certi atenei, soprattutto al Sud, e dando risorse a quelli gestiti da “amici degli amici”, magari trasformati in fondazioni private frequentate dagli studenti più danarosi.

Inoltre “si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione, con l'obbligo di destinare una parte rilevante dei maggiori fondi a beneficio degli studenti meno abbienti. Si avvierà anche uno schema nazionale di prestiti d'onore”: vuol dire che il Governo dà un indirizzo di aumento delle tasse universitarie, e introduce i prestiti d'onore, ovvero un meccanismo di indebitamento per gli studenti, che per studiare dovranno farsi prestare i soldi dalle banche e restituirli di anno in anno una volta trovato lavoro.

Il tutto si conclude con una promessa che suona più come una minaccia: “i provvedimenti attuativi della riforma universitaria saranno approvati entro il 31 dicembre 2011”. Così, non solo si mandano in fumo le lotte studentesche di questi anni contro le riforme, ma vengono vanificati anche i tentativi fatti in tutta Italia per bloccare le commissioni-statuto. Come tantissimi altri collettivi, infatti, ci mobilitammo per invalidare le sedute delle commissioni, chiedendo di non recepire le nuove norme, chiedendo ai rappresentanti degli studenti di dimettersi, ma nel migliore dei casi furono convocate sedute “segrete”, in qualche città, invece, fu chiesto addirittura l’intervento della polizia per impedire agli studenti di poter manifestare il proprio disappunto e portare le proprie richieste nei luoghi decisionali. Infine, se si pensa che al 20 settembre 2011 erano stati approvati soltanto 4 decreti attuativi su 38 previsti dalla riforma Gelmini, in poco più di un mese ci sarà la rincorsa per realizzare i disegni e i provvedimenti tanto temuti e di cui abbiamo parlato tanto in questi anni di lotte!

A Napoli, la Federico II, il 18 ottobre, ha varato il nuovo statuto, che vede l'entrata di "personalità esterne di prestigio" nel CdA, che, non è un caso, si caricherà di maggiori poteri (dalle "chiamate" dei professori e dei ricercatori alla programmazione finanziaria, dall’approvazione dei bilanci all’attivazione e soppressione di corsi di studio). Tutto ciò sicuramente in linea con quanto "promesso" nella lettera all'Europa.

Il quadro complessivo che ne emerge parla chiaramente di un futuro che ci viene negato e che ci prepara ad essere solo “carne da macello” da immettere sul mercato per il miglior offerente; ma anche il nostro presente di studenti fa davvero paura. Le intenzioni del governo e di chi seguirà saranno quelle di dare un’accelerazione fortissima ai diktat previsti dal processo di Bologna e dai mille vertici europei e transnazionali sulla formazione. Contro tutto questo dobbiamo continuare a lottare!

Pretendiamo ciò che ci spetta!

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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