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    Italia. Quelli del “No debito” si organizzano

    (1 Novembre 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

    Italia. Quelli del “No debito” si organizzano

    foto: www.radiocittaperta.it

    Il comitato promotore dell’appello “Dobbiamo fermarli” lanciato il 1° ottobre si è riunito per mettere a punto tutti i passaggi per le assemblee locali e la preparazione della seconda assemblea nazionale prevista per sabato 17 dicembre. Incoraggianti le notizie che arrivano dalla Grecia sul referendum contro le misure dell’Unione Europea.

    Ormai si definiscono “quelli del No Debito”, sono le realtà sociali, politiche e sindacali che il 1 ottobre hanno dato vita ad una grande assemblea popolare al Teatro Ambra Jovinelli. Hanno attraversato la manifestazione del 15 ottobre con il loro spezzone e i loro contenuti e hanno deciso di proseguire l’iniziativa messa in campo. La prima preoccupazione della discussione dei giorni scorsi è stata l'adeguamento dell'iniziativa avviata il 1° ottobre di fronte alle accelerazioni imposte dalla situazione. Il "commissariamento" di fatto dell'Italia da parte dell'Unione Europea e il documento che impegna il governo (e i governi che verranno) su numerose e pesanti misure antisociali contro lavoratori, servizi sociali e diritti acquisiti evidenziano un salto di qualità che richiede una risposta forte, radicata, credibile e combattiva.

    Decisive in tal senso saranno le assemblee locali del movimento avviato il 1° ottobre e delle realtà che hanno sottoscritto l'appello e la piattaforma dei cinque punti in tutte le situazioni in cui sia possibile creare comitati locali “NO debito”. C'è stata una prima e riuscitissima assemblea a Napoli martedì 25 ottobre. C'è stata una riunione riuscita a Milano mercoledì 26 ottobre. A Roma è stata messa in cantiere un'assemblea locale per mercoledì 23 novembre. Secondo “quelli del No debito” il radicamento territoriale “è un fattore che fa la differenza”. Si invitano perciò le realtà locali ad operare in ogni modo per organizzare assemblee inclusive e rappresentative di tutte le forze e soggettività individuali e collettive che hanno aderito all'appello del 1° ottobre e ai cinque punti di piattaforma. Le compagne e i compagni sono invitati a fare con convinzione questo sforzo unitario, superando resistenze e reticenze. La riuscita della seconda assemblea nazionale, prevista per il 17 dicembre, per molti aspetti dipenderà dalla efficacia delle assemblee locali e dal percorso con cui verranno costituiti i comitati locali.

    I NO debito si sono anche strutturati su tre gruppi di lavoro :comunicazione, approfondimento (confronto con gli economisti) e organizzazione. Un primo seminario di approfondimento con gli economisti ci sarà il 10 dicembre, un secondo a gennaio. Il ventaglio di interlocutori è ampio e consentirà a tutti gli attivisti della campagna di confrontarsi nel merito delle proposte.

    Sul piano delle comunicazioni si sta organizzando la gestione al meglio del sito esistente e l'apertura di un gruppo su Facebook (preferibile rispetto ad una pagina perché consente una socializzazione delle notizie migliore in quantità e qualità). Si è deciso di procedere ad un uso integrato e coordinato dei giornali, siti e pagine web, radio, televisioni di informazione interessate o disponibili ad affiancare le nostre iniziative e a sistematizzare i rapporti con le testate mainstream.

    La definizione di quelli “del No debito” viene ritenuta una semplificazione incompleta perché coglie solo l'elemento principale dei cinque punti di programma presentato il 1 ottobre in cui ci sono anche altre cose importanti come la democrazia, i diritti dei lavoratori, il no alla guerra.

    La proposta è, quindi, quella di costituire i Comitati No debito ovunque sia possibile per facilitare la comunicazione generale, ma di veicolare, che l'assemblea del 1° ottobre punta al referendum contro le misure dettate dall'Unione Europea e che soprattutto che il NO è un fortissimo e tendenziale NOI come identità collettiva che si batte contro il pagamento del debito ma che vuole decidere attraverso strumenti democratici sul futuro, contro la guerra, per i diritti dei lavoratori e i beni comuni.

    Federico Rucco - Contropiano

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