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L’Europa chiede all’Italia altre lacrime e altro sangue

(9 Novembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

8/11/2011 – [RCA News] - L’Europa chiede all'Italia una manovra aggiuntiva (la sesta dell'anno): Bruxelles interviene con una nuova lettera che sarebbe stata spedita il 4 novembre dal commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, al ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Una prima pagina di introduzione in cui si dà al governo appena una settimana per rispondere (la scadenza è l’11 novembre). "Vogliamo i dettagli delle misure promesse compreso un piano d’azione concreto per la loro stesura, adozione e implementazione": questo l’imperativo contenuto nella missiva, seguito da un questionario di cinque pagine, in trentanove punti dettagliatissimi: in essi si chiedono chiarimenti su ogni singolo aspetto della politica economica promessa dal Cavaliere. Non solo: si chiede appunto di indicare i tempi di adozione da parte del governo e poi del Parlamento, così come gli strumenti legislativi previsti per la loro attuazione, il loro impatto sul bilancio e la loro copertura.

Il primo punto del questionario così reciterebbe: "Non riteniamo che il contesto economico assicuri il raggiungimento del pareggio di bilancio entro 2013, servono pertanto misure addizionali per raggiungere gli obbiettivi sui conti pubblici nel 2012 e 2013. Sono già state pianificate nuove misure e se sì, quali? Ci saranno ulteriori tagli alla spesa pubblica?". Poi seguono trentanove punti, fa sapere Repubblica, ognuno dei quali contiene diverse domande estremamente approfondite su tutte le politiche promesse dal governo sotto dettatura dell'Europa. Solo per citarne alcune: come reperire i fondi per tagliare il debito pubblico di una quarantina di miliardi da qui al 2013, come proseguire sul percorso della riforma delle pensioni, come si intende fare la riforma fiscale (in proposito la Ue chiede se sia nelle intenzioni dell'esecutivo reintrodurre l'Ici sulla prima casa), come verranno recuperati e spesi i fondi Ue (in questo contesto si chiedono chiarimenti sul piano Eurosud di Tremonti). E poi, ancora, sulle infrastrutture, su come rimettere in piedi scuola e università, su come intervenire su mercato del lavoro e sulle liberalizzazioni. Tutti punti sui quali ogni tre mesi il governo (a prescindere da chi lo guiderà) dovrà fare rapporto alla Commissione Ue e alla Bce. Il primo responso arriverà all’Eurogruppo del prossimo mese, mentre parallelamente anche il Fondo monetario internazionale vigilerà sull’applicazione delle misure lacrime e sangue imposte dall’Europa. [RCA News]

Radio Città Aperta - Roma

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