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La folla di “sinistra” acclama il banchiere

Il mondo alla rovescia...

(14 Novembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

In mancanza di un inno della BCE o della Goldman Sachs, in Piazza del Quirinale la folla canta ‘Bella Ciao’. La piazza freme, la folla preme sui tolleranti cordoni di Polizia. Tutti attendono lo sconfitto per ripetere l’umiliazione che toccò a Bettino Craxi all’uscita dall’Hotel Raphael. Ma il Premier uscente se ne va dalla porta laterale e l’occasione sfuma. I cartelli parlano di ‘Liberazione’, di ‘Fine di un regime’, equiparano il 12 novembre 2011 nientemeno che al 25 aprile del 1945… Nella piazza risuona il nome del nuovo premier in pectore: ‘Monti, Monti’. L’unica preoccupazione è che il satrapo messo alle corde inventi un colpo di coda, resista, non se ne vada… Poco prima un po’ di ragazzotti di Forza Nuova erano stati sommersi dai fischi quando avevano osato rovinare la festa accusando Monti and C. di svendere la patria allo straniero. Le agenzie battono una dichiarazione di Bossi: “come si fa a sostenere un governo che privatizzerà le municipalizzate”. Il mondo alla rovescia! A Rainews due commentatori di ‘sinistra’ – Marramao e Fuccillo – spiegano che i giovani disoccupati e precari non devono avere paura delle banche, che in fondo i mutui non sono poi un sistema tanto brutto, che se Monti avrà successo andrà bene per tutti, “anche per chi occupa il Teatro Valle” (!). A cogliere il carattere alquanto surreale di una folla di sinistra che inneggia ai banchieri è paradossalmente La Russa: “Mi verrebbe da ridere e in realtà ho riso, vedendo i manifestanti che in odio a Berlusconi festeggiavano la vittoria del loro teorico nemico di classe: Mario Monti. E con lui la finanza, le banche, il capitale, i padroni, i poteri forti e ogni altro stereotipo delle battaglie della sinistra. Scusate se è poco!” Ma la verità in bocca ai bugiardi fa uno strano effetto, e lascia l’amaro in bocca a chi da sinistra prova a ricordare a chi stappa le bottiglie di champagne che quando passerà la sbornia il risveglio lascerà tutti con un gran mal di testa. Sulla assurda contraddizione di un gregge che acclama il lupo che viene a sacrificarlo al posto della volpe si ragiona sui social network o su qualche blog, su quotidiani e tv non c’è spazio per chi vuole “rovinare la festa”. C'è da chiedersi se i panamensi, quando i bombardieri a stelle e strisce ‘liberarono’ il loro paese dal narcotrafficante Noriega abbiano festeggiato. Non di bombardieri, ma di carri armati, aveva parlato in mattinata il pasdaran Giuliano Ferrara: “Quando è stato fatto l’Euro è stato deciso un meccanismo di gestione della moneta cucito sugli interessi della Germania e in subordine dei francesi. Funziona questo sistema? O per farlo funzionare bisogna mandare un carro armato con scritto ‘spread’ a governare l’Italia?”. L’impresentabile Scilipoti, nel suo sproloquio in Parlamento interrotto dal Presidente Fini, parla apertamente il “colpo di Stato”. A sinistra si parla invece di fine del regime, qualcuno scrive sul suo profilo FB che Piazza del Quirinale è come Piazzale Loreto. Se lo sgambetto a Berlusconi fosse venuto prevalentemente dai suoi potremmo parlare, più che di un 25 aprile, di un 25 luglio. Ma di partigiani non c’è traccia, e nella piazza che urla, canta, applaude e fa il trenino la mitologia domina sulla realtà. D’altronde un sondaggio pubblicato due giorni fa ci diceva che il 74% degli elettori del centrosinistra pensa che la crisi sia stata determinata dalle scelte del governo Berlusconi, mentre addirittura il 79% sostiene il banchiere Mario Monti come nuovo leader di governo. “Gli Stati hanno salvato le banche che hanno fatto fallire gli Stati. Poi i capi delle banche vanno a governare quegli Stati che le banche hanno fatto fallire. Io sento un odore di cetriolo.. un bel cetriolone che arriva…” commenta Crozza in un breve video che pian piano fa il giro della rete. Paradossalmente, prima di essere cacciato, Silvio ha fatto anche un gran regalo alla BCE e alla Commissione Europea, nel tentativo di salvare il salvabile e forse nella speranza che i nuovi padroni lo tenessero al suo posto ancora per un po’. La ‘legge di stabilità’ appena votata in fretta e furia – una volta si chiamava Legge Finanziaria, e contro la sua approvazione si facevano scioperi, manifestazioni, presidi… - taglia e massacra lavoratori, precari, disoccupati e pensionati. Ma la folla è in preda alla sbornia, non vede e non sente nulla che non abbia a che fare con l’uscita di scena del ‘dittatore’. Uno strano dittatore che accetta la sconfitta quasi senza colpo ferire, che non schiera i suoi pretoriani a difesa del suo regime… Se di regime si è trattato, quello di Berlusconi sarà sostituito da un altro, ben più pericoloso e pervasivo, e che potrà contare per un certo periodo di un consenso allarmante anche nei settori che saranno vittima sacrificale delle politiche di ‘risanamento’. “Se fossi un parlamentare di opposizione starei a lutto, altro che festeggiamenti. Non puoi festeggiare per un governo che non hai fatto cadere, e men che meno per la nascita di un nuovo governo che non hai formato tu ma il cavallo di Caligola trasformato in senatore, dove non puoi fare proposte, ma solo provare a piazzare tuoi uomini spacciandoli per 'tecnici', o assistere all'invasione dei bocconiani in consiglio dei ministri” scrive Carlo Gubitosa. Bersani e Camusso potranno anche continuare a fare il giro dei talk show e dei telegiornali per rivendicare il loro ‘contributo alla spallata’, ma i più attenti sanno che a puntare la pistola alla tempia di Berlusconi sono stati i banchieri di Francoforte e i tecnocrati di Parigi, Berlino e Bruxelles. E che se la caduta di Craxi e Forlani aprì la strada a 17 anni di berlusconismo, l’affermazione dell’antiberlusconismo potrebbe precipitare il paese in un burrone ancora più buio e tragico. La giornata di ieri un versante positivo potrebbe avercelo: che Berlusconi esca di scena è importante soprattutto per il fatto che forse finalmente ci potremo liberare dell’insano alibi dell’antiberlusconismo. Di quel ‘contro Berlusconi qualsiasi cosa” che da 17 anni inquina il dibattito politico ed assolve i dirigenti della ‘sinistra’ da tutte le loro responsabilità. Ma bisognerà aspettare che passi la sbornia. Speriamo che non duri troppo.

13 novembre 2011

Marco Santopadre

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