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    A due mesi dal Congresso il PRC romano in crisi

    bocciata la segreteria con 58 voti contrari, 22 favorevoli e 8 astensioni

    (13 Giugno 2002)

    Il PRC romano è in piena crisi: a due mesi dalla conclusione del Congresso, è ancora privo di organismi dirigenti, fatta salva l'elezione del Segretario, Marco Gelmini, avvenuta un paio di settimane fa. L'elezione di Gelmini, pressoché sconosciuto a Roma ma "indicato" direttamente dalla Segreteria nazionale, aveva già suscitato molti malumori, essendo stata vista da molti come una sorta di commissariamento mascherato, stante l'impossibilità di trovare un accordo fra le componenti di un partito balcanizzato come è Rifondazione Comunista a Roma.

    Nonostante questi malumori, Gelmini era stato eletto con una discreta maggioranza, vicina al 70% dei membri del Comitato Politico Federale; avevano votato contro la minoranza di Ferrando e i dirigenti delle "tesi alternative" vicini a Claudio Grassi, mentre i firmatari del contributo "Il Dire e il Fare" si erano astenuti in attesa di conoscere le priorità programmatiche e il profilo dei nuovi organismi dirigenti.

    Dopo la consultazione della Direzione uscente e dei rappresentanti del PRC nelle Istituzioni locali (Regione, Provincia, Comune e Municipi), nel CPF di ieri Gelmini ha avanzato la sua proposta per la Segreteria del partito, ammettendo per primo che il rinnovamento che aveva in mente si era realizzato solo parzialmente, visti i veti incrociati e le pretese che aveva incontrato nella consultazione.

    Dopo diversi interventi che hanno messo in luce come il rinnovamento fosse davvero troppo parziale e come - alla luce dei risultati elettorali a Piacenza, dove Gelmini farà il Capogruppo del PRC in Consiglio - non sia pensabile per Roma un Segretario impegnato da altre incombenze, la votazione ha duramente bocciato la proposta di Segreteria, con 58 voti contrari, 22 favorevoli e 8 astensioni. Chiudendo la sessione del CPF, Gelmini ha detto che considera la bocciatura della Segreteria proposta come una bocciatura del Segretario, il che significa che nei prossimi giorni dovrebbe comunicare le proprie dimissioni.

    E' difficile capire esattamente chi abbia votato contro e chi a favore; dichiarazioni esplicite di voto contrario sono venute dalle "tesi alternative", da "Il Dire e il Fare" e da alcuni esponenti della maggioranza, ma non sono sufficienti a spiegare l'ampiezza raggiunta dal voto contrario. Uno dei motivi di maggiore irritazione è stata la conferma proposta per Nando Simeone, attaccato da diversi interventi e difeso da Livio Maitan, ma anche gli altri nomi proposti non hanno riscosso grandi consensi. A conti fatti, i soli voti favorevoli alla proposta sembrano essere venuti dagli stessi componenti la Segreteria proposta più Bandiera Rossa e qualche "istituzionale".

    La Federazione romana rimane dunque priva di organismi dirigenti, a dimostrazione di quanto la crisi del PRC sia seria e non affrontabile con escamotages o conigli tirati fuori dal cilindro; a questo punto, la prospettiva di una gestione commissariale e della convocazione di un Congresso straordinario subito dopo l'estate appare la più credibile, a meno che non ci si orienti verso una gestione unitaria su punti di programma chiari e condivisi, come qualcuno propone sin dalle dimissioni di Patrizia Sentinelli, avvenute esattamente un anno fa.

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