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(24 Novembre 2011) Enzo Apicella

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Fiat: montagne che partoriscono topolini

(22 Novembre 2011)

Dopo 3 anni e mezzo di precarietà, sottosalario e “cassa” (con una inquietante e mai smentita prospettiva di anni di cigs e tagli occupazionali in Fiat Pomigliano, Nola ed indotto) oggi è solo una manciata di operai ad essere assunta in newco (133 stamattina, altri 35 nei prossimi giorni): lavoratori che hanno accettato per “stato di necessità” e loro malgrado la “selezione da forche caudine” imposta dalla Fiat e dai suoi sindacati consegnandosi all’azienda col cappello in mano per barattare “obtorto collo” la perdita certa dei loro diritti in cambio di effimera e temporale occupazione. Questi 168 vanno a sommarsi ai 200 “fantozzi” già assunti tra direttori e quadri aziendali, tecnici e team leader formando un miniorganico di appena 368 addetti.

QUESTI I NUMERI DEL RILANCIO: STIAMO FRESCHI !

Il cosiddetto “lancio” - previsto per il 13 e 14 dicembre - della “nuova” vettura (la vecchia Panda blandamente ristilizzata) sarà effettuato con appena 3.500 vetture disponibili (quelle che dovrebbero essere nel frattempo prodotte entro fine dicembre 2011): se la Fiat avesse previsto una richiesta di mercato all’altezza dei fantasiosi e stratosferici volumi produttivi (270.000 vetture/anno) millantati da Marchionne le Panda pronte alla vendita dovrebbero già essere alcune decine di migliaia a riempire i piazzali della fabbrica. E’ un caso che oggi l’azienda dilaziona futuri livelli produttivi ed occupazionali legandoli al superamento della crisi economico-finanziaria e ad un improbabile ripresa del mercato dell’auto (mentre tutti gli indicatori lo danno in decrescita su scala globale, come già dimostrato tra l’altro dal flop delle vendite della “500” in Usa dove sono state richieste dal mercato meno della metà delle 50.000 vetture previste dalla Fiat)?

Vero è che i nodi vengono tutti al pettine e la speculazione finanziaria ed industriale di Marchionne non offre alcuna reale garanzia al presente ed al futuro dei lavoratori della Fiat e delle aziende collegate, ciò all’interno di un panorama politico-istituzionale e sindacale che, come per la Fiat, sta trascinando l’insieme dei lavoratori ed il Paese sull’orlo deL burrone della disoccupazione, della precarietà e della miseria: il governo Monti (amico di Marchionne e della Gelmini nonché del grande capitale economico e finanziario), proprio come la Chrysler-Fiat, si appresta ad usare la crisi per tutelare i ricchi e scaricare un nuovo e grosso pacco di macelleria sociale sui lavoratori e la povera gente, a partire dalla liberalizzazione dei licenziamenti già stabilita nell’accordo interconfederale del 28 giugno tra CONFINDUSTRIA e CGIL-CISL-UIL, dal taglio alle pensioni ed all’insieme dei diritti dei lavoratori dipendenti sia privati che pubblici ed a quelli sociali.

Venerdì 25 novembre – ore 10.00 – sede Slai cobas Pomigliano:

ASSEMBLEA LAVORATORI FIAT E INDOTTO


Il futuro che ci aspetta non è certo sereno: tra piano-Marchionne e politiche “anticrisi” fatte di massacro dei diritti dei lavoratori e macelleria sociale si vedrà solo ingrossare la precarietà lavorativa e sociale: ai lavoratori resta l’intelligenza di sapersi organizzare per difendere i loro interessi, i loro diritti, il loro futuro: prepariamo l’assemblea nazionale del sindacalismo di base di Roma per il prossimo 3 dicembre.

Pomigliano d’Arco, 21/11/2011

Slai cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate

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