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    (Verità e giustizia per Genova)

    G8 di Genova: ancora una volta la “giustizia” manca all’appuntamento con la verità

    L’assoluzione in Cassazione dell’intoccabile De Gennaro

    (23 Novembre 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

    G8 di Genova: ancora una volta la “giustizia” manca all’appuntamento con la verità

    foto: www.radiocittaperta.it

    Mila Pernice

    23/11/2011 -
    Erano proprio vere le parole di Heidi Giuliani quando, nell’ottobre del 2009, la sentenza di 1º grado del processo contro l’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro e l'ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola stabilì che i due “non indussero a testimoniare il falso Francesco Colucci, l'ex questore di Genova”. " De Gennaro – aveva detto Heidi - fa parte della categoria degli intoccabili del nostro paese. Dopo i fatti i di Genova ha avuto una carriera sfolgorante, quindi non ho nessuno stupore davanti a una sentenza di assoluzione di questo tipo. Era prevedibile che assolvessero l'uomo che gestisce i servizi segreti. E poi per cosa? per un fatto che ormai non interessa più a nessuno? La battaglia per ottenere giustizia sui fatti di Genova è stata una battaglia persa fin dal primo giorno". Neanche la sentenza d’appello, quella del 17 giugno 2010, che ha condannato de Gennaro a un anno e quattro mesi di reclusione, è valsa a smentire il fatto che l’ex capo della Polizia è un intoccabile. Ieri infatti, dopo quattro ore di camera di Consiglio, la VI sezione penale della Cassazione ha archiviato la posizione di De Gennaro, oggi ai vertici dei servizi segreti, in uno dei processi per il G8 di Genova, quello sull'irruzione alla Diaz. “L'epilogo del processo De Gennaro - Mortola non può rincuorare nessuno – hanno commentato dal sito del Comitato verità e giustizia per Genova, Enrica Bartesaghi e Lorenzo Guadagnucci, aggiungendo - da questa vicenda esce sconfitta la complessiva credibilità delle istituzioni. Solo in Italia può accadere che funzionari di alto rango imputati e condannati in appello - in questo come negli altri processi scaturiti dal G8 di Genova - non rinuncino ai loro incarichi, come avviene nelle normali democrazie, a tutela dei corpi di appartenenza e della serenità di giudizio dei magistrati. Ma l'Italia è un paese speciale dove l'etica pubblica ha poco corso e nessuno sente il dovere di rendere conto di qualcosa di fronte ai cittadini, tant'è che nessuno ha mai chiesto scusa per gli abusi, i falsi, le violenze - accertati storicamente - alla Diaz, a Bolzaneto, nelle strade di Genova. Sulla vicenda specifica – auspicano gli esponenti del Comitato - forse un giorno capiremo, magari grazie al processo principale, perché l'ex questore Colucci in tribunale cambiò versione sulla presenza alla Diaz del dottor Sgalla rispetto alle precedenti testimonianze. Intanto i fascicoli del processo d'appello per i falsi e le violenze alla scuola Diaz (25 funzionari e dirigenti condannati in appello) sono fermi da un anno mezzo in attesa di arrivare in Cassazione e le parti civili per Bolzaneto non hanno ancora ricevuto alcun indennizzo nonostante quanto stabilito nelle sentenze di primo e secondo grado. E' difficile, oggi in Italia – concludono Bartesaghi e Guadagnucci - avere ancora fiducia nelle istituzioni”.

    Radio Città Aperta - Roma

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