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I lavoratori portoghesi oggi in sciopero contro i tagli imposti dalla Bce e dal Fmi

(24 Novembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

I lavoratori portoghesi oggi in sciopero contro i tagli imposti dalla Bce e dal Fmi

foto: www.radiocittaperta.it

24/11/2011 - Si è svolto oggi in Portogallo il secondo sciopero generale per protestare contro i tagli sul lavoro, le riduzioni salariali e gli aumenti delle tasse imposti dalla Bce e dal Fmi. Lo sciopero è stato indetto ed organizzato dai due maggiori sindacati portoghesi: Ctgp e Ugt. L’adesione dei lavoratori è stata molto alta, in particolare nel settore dei trasporti pubblici e della sanità. Almeno 121 i voli cancellati dalla compagnia di bandiera e moltissimi gli ospedali che hanno garantito soltanto gli interventi più urgenti. "C'è un forte sentimento di indignazione, che deve farci riflettere molto sulla situazione", ha detto Manuel Carvalho da Silva, capo del sindacato Cgtp, che conta 750.000 iscritti. Da Silva ha parlato di una forte partecipazione allo sciopero nel settore dei trasporti, compreso lo stabilimento Autoeuropa della Volkswagen, che ha bloccato la produzione, e di "differenti tassi di partecipazione in varie parti del paese". I cantieri navali a Viana do Castelo, nel Portogallo del Nord, sono rimasti fermi, dal momento che tutti i 700 lavoratori hanno scioperato, ha detto il leader del sindacato locale, Antonio Barbosa. Tutti i voli internazionali da e per Lisbona e Oporto sono stati cancellati per tutta la durata dello sciopero, 24 ore, come riferito sul sito web dell'autorità aeroportuale (Ana), mentre sono garantiti solo i servizi minimi per quanto riguarda i collegamenti tra il Portogallo e le isole di Madeira e Azzorre. "Lo sciopero è generale, l'attacco è globale", hanno gridato i lavoratori durante un picchetto all'aeroporto di Lisbona, riferendosi a quello che i sindacati definiscono un attacco ai diritti dei lavoratori. Gli organizzatori si dicono dunque soddisfatti e dichiarano che questo di oggi è stato il più grande sciopero degli ultimi trent’anni. Proprio oggi l’agenzia di rating Fitch, ha nuovamente declassato i titoli di stato portoghesi, da BBB- a BB+, titoli che, dunque, sono ora considerati mera spazzatura. C’è da prevedere quindi che l’attuale governo in carica, guidato da Pedro Passos Coelho, spingerà ulteriormente per l’attuazione di misure economiche ancora più drastiche di quelle finora messe in atto, ma dovrà vedersela con i sindacati: “il Portogallo – aveva scritto il Consiglio nazionale della CGTP-IN indicendo lo sciopero - ha bisogno di una nuova politica che esiga la rinegoziazione del debito, i ritardi, gli interessi e valori da pagare, e che promuova la crescita e l'occupazione con i diritti, che si concentri sul rilancio del settore produttivo, che garantisca l’aumento dei salari e delle pensioni, che assicuri la difesa e il rafforzamento delle funzioni sociali dello Stato e dei servizi pubblici, che valorizzi il lavoro e ridia dignità ai lavoratori”.

Radio Città Aperta - Roma

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