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Egitto: in rete consigli contro lacrimogeni letali

Mentre proseguono i preparativi del nuovo raduno di massa oggi a piazza Tahrir, gli attivisti egiziani si scambiano suggerimenti su come combattere gli effetti devastanti dei gas lacrimogeni Made in Usa usati da polizia e soldati.

(25 Novembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in nena-news.globalist.it

Egitto: in rete consigli contro lacrimogeni letali

foto: nena-news.globalist.it

AZZURRA MERINGOLO

Il Cairo, 25 novembre 2011, Nena News - Il fumo delle armi da fuoco si mischia all’acre dell’aceto utilizzatodai dimostranti per ridurne l’effetto. Gli attivisti, spiazzati dalle nuovi arme utilizzate dai militari usano la rete per darsi suggerimenti sul da farsi. “Attenti, non li potete vedere, ma i militari lanciano lacrimogeni potentissimi” ha postato di fretta Ahmed sul suo account Twitter dando la notizia dell’utilizzo da parte dei militari di lacrimogeni invisibili, ma dagli effetti devastanti. “E’ scoppiata una guerra di gas” aggiunge Ibrahim “Come ci possiamo proteggere? Mi manca l’aria e ho delle fitte continue al petto” scrive di fretta Asmaa sul suo account Twitter. “Anche le mie amiche stanno male. Che dobbiamo fare?”

La rivolta di strada continua anche dopo le parole pronunciate dal maresciallo Tantawi, quando gli attivisti iniziano a sentirsi spaesati nelle vicinanze di quella piazza, Tahrir, che conoscono quasi a memoria.“Nel giro di qualche minuto siamo diventanti tutti più nervosi, siamo disorientati e non sappiamo bene il perché. Aiutateci” racconta Wael. “Quanti sono fuori da questa guerriglia ci devono dare una mano. Mobilitatevi ” sembra gridare Miriam mentre invia un messaggio dal suo blackberry. “Sentiamo sirene in continuazione, ma le ambulanze non bastano e gli ospedali da campo sono assaltati dai militari che lanciano i lacrimogeni anche dove sono i pazienti”conclude Anwar82.

Per mostrare al mondo intero le brutalità di cui sono capaci i militari, i ragazzi di piazza Tahrir si rivolgono anche alle potenze internazionali, facendo emergere le ambiguità sulle quali si basa la loro politica.“La maggioranza delle armi usate vengono dall’America. Caro presidente Obama se stai davvero dalla nostra parte riprenditi l’arsenale dei tuoi predecessori” scrive Sarah. “Su un marce piede ho trovato una decina di bussolotti provenienti dagli States. Se questa è la cooperazione che ci offrite, preferiamo fare a meno del vostro aiuto”aggiunge un internauta che si firma #Notothemilitary.

“Il general Tantawi è peggio di Mubarak. Prima si presenta in televisione per dire che vuole un’inchiesta che identifichi i responsabili della strage di questi giorni e poi ci tratta come animali” aggiunge Nabil che inserisce nel suo post il link che rimanda alle dichiarazioni nelle quali Amnesty International ha denunciato l’incredibile escalation i violenza nelle strade egiziane. “E’ irrilevante quello che dice il consiglio supremo delle forze armate dice alle telecamere se poi in piazza continua ad attaccare i manifestanti con tali brutalità”spiega ai microfoni di Al Jazeera Khalad Abdallah, attivista e celebre attore egiziano che ha raggiunto gli attivisti a piazza Tahrir.

Dopo l’ennesima notte di scontri, per qualche ora anche la guerriglia si ferma e gli attivisti cercano di trovare riposo. All’alba, prima di tornare a lottare mandano un messaggio a quanti li seguono da casa. “E’ stata una notte fredda quella trascorsa a Tahrir. Ci sono state portate via anche le coperte. Segno che dobbiamo andare via” scrive una giovane internauta che ha trascorso la nottata accampata in piazza. “Se non volete che ce ne andiamo portateci da casa vostra qualcosa di utile per coprirci”chiede ai suoi concittadini Mohammed Ismail. “ Per favore prima di arrivare qui controllate su internet la lista delle cose che ci servono. Se potete fatecele arrivare” precisa più tardi Mohammed, allegando al suo messaggio la lista delle cose urgenti che servono nell’epicentro della rivolta. Nena News

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