">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Good morning Egypt

Good morning Egypt

(12 Febbraio 2011) Enzp Apicella
Dopo 30 anni al potere, Hosni Mubarak si è dimesso travolto dalla rivolta popolare

Tutte le vignette di Enzp Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Capitale e lavoro)

Il marocco oggi vota sulle riforme decise dal re

Riforme di facciata, dice la piazza che ha animato la grande marcia pacifica per la dignità del popolo, il 20 febbraio 2011. Torna in piazza il malcontento. Anche ieri, gruppi di giovani diplomati-disoccupati sono scesi in strada a Rabat e a Casablanca.

(25 Novembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in nena-news.globalist.it

Il marocco oggi vota sulle riforme decise dal re

foto: nena-news.globalist.it

GERALDINA COLOTTI

Roma, 25 novembre 2011, Nena News - Oltre 13 milioni di marocchini sono chiamati alle urne oggi per le elezioni legislative: le prime dopo le riforme decise dal re Mohamed VI e confermate con un referendum da oltre il 90% dei votanti: riforme che ampliano i poteri del primo ministro e del parlamento e limitano, almeno sulla carta, le prerogative del sovrano, cancellandone la «sacralità». Riforme di facciata, dice la piazza che ha animato la grande marcia pacifica per la dignità del popolo, il 20 febbraio 2011. Quel giorno, malgrado il tempo inclemente, la disinformazione dei media, il controllo poliziesco e l'assenza dei partiti ufficiali, oltre 10.000 persone hanno manifestato a Rabat, altrettante in varie città del paese, scontrandosi con la polizia.

Da allora, la contestazione che ha preso il nome di Movimento del 20 febbraio, continua a portare in piazza il malcontento. Anche ieri, gruppi di giovani diplomati-disoccupati sono scesi in strada a Rabat e a Casablanca per dire che «il lavoro è un diritto, non un privilegio» (secondo le cifre ufficiali, il livello di disoccupazione fra i giovani che hanno meno di 34 anni è del 31,4%) e per invitare al boicottaggio. «Ci garantiscono che quest'anno non ci sarà corruzione, che tutto è trasparente e c'è molta credibilità, che tutto andrà bene sugli autobus e i marciapiedi, per non parlare delle scuole, degli ospedali, delle università», dicono con sarcasmo i blogger marocchini: che giudicano «non democratica» la nuova Costituzione e denunciano la persecuzione degli attivisti. Secondo un rapporto di Human Right Watch, dal 20 ottobre scorso la polizia ha fermato più di cento persone.

A contendersi i 395 seggi i parlamento, vi sono 33 formazioni politiche. Secondo la riforma costituzionale approvata il 1 luglio, il re dovrà scegliere il capo del governo all'interno del partito che risulterà vincitore, e fra le prerogative del premier ci sarà anche quella di sciogliere il parlamento. Pur in assenza di sondaggi, vietati nelle due settimane precedenti il voto, molti analisti danno per favorito un islamista, Abdelilah Benkirane, che guida una formazione confessionale, il Partito giustizia e sviluppo (Pjd). Attualmente all'opposizione con 47 seggi su 395, il Pjd contende la piazza al più radicato Istiqlal (Indipendenza), il partito del primo ministro Abbas al Fassi, che ha 52 deputati e governa con l'appoggio dell'Unione socialista delle forze popolari (Usfp). In campo anche il Partito dell'autenticità e della modernità (Pam) e l'Unione nazionale degli indipendenti (Rni, liberale) del ministro delle Finanze Salaheddine Mezouar. La riforma elettorale prevede anche una «quota rosa» (un minimo di 60 deputate) e riserva 30 seggi a candidati under 35. A dominare il futuro parlamento e il governo, diretto dal partito conservatore saranno comunque gli stessi personaggi, lo stesso quadro politico ingessato e messo sotto accusa: per l'assenza di misure economiche efficaci e più egualitarie, per via della dilagante corruzione, per le limitazioni alle libertà - la maggior parte dei giornali indipendenti sono stati chiusi - e per la repressione. Quanto agli islamisti del Partito della giustizia e della democrazia, si sono limitati a un sostegno blando alle riforme di facciata proposte dal Palazzo. Molto probabilmente, la popolazione resterà allora lontana dalla politica del Palazzo e dai seggi (nel 2007 l'affluenza alle urne si fermò al 37%) su cui vigileranno 4.000 osservatori locali e internazionali. Il movimento si prepara intanto alla «giornata della collera nazionale», indetta per il 4 dicembre prossimo. Nena News

Questo articolo e' stato pubblicato il 25 novembre 2011 dal quotidiano Il Manifesto

Nena News

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Il Mondo Arabo in fiamme»

Ultime notizie dell'autore «Nena News»

4205