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Proteste all’inaugurazione della stazione tiburtina

Lavoratori, studenti, No Tav e i parenti delle vittime di Viareggio: “Napolitano non è il mio Presidente”

(29 Novembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Proteste all’inaugurazione della stazione tiburtina

foto: www.radiocittaperta.it

Mila Pernice

28/11/2011 - Alla (seconda) inugurazione della Stazione Tiburtina, questa mattina a Roma, c’erano i No Tav, gli studenti, i parenti delle vittime di Viareggio e i dipendenti della Wagon Lits a rischio posto di lavoro (dal prossimo 11 dicembre). Ma i vari presidenti, ministri, ad e amministratori locali, se ne sono tenuti ben lontani. In mattinata oltre un centinaio di studenti si sono dati appuntamento all'Università La Sapienza di Roma dove è partito un corteo spontaneo che è giunto fino in Largo Guido Mazzoni nei pressi della stazione. Le proteste sono poi proseguite anche in via Tiburtina nei pressi dello svincolo della Tangenziale Est. Gli studenti hanno tentato di avvicinarsi al luogo della cerimonia della stazione Tiburtina ma sono stati bloccati dalle forze dell'ordine all'altezza di piazza delle Crociate. Poi si sono allontanati in direzione dell'università La Sapienza seguiti da alcuni contingenti di polizia e carabinieri. Gli striscioni: “Contro l'Europa delle banche, il debito non lo paghiamo” e “La verità giusta, sicurezza per Viareggio”.

Intanto i parenti delle vittime della strage del 29 giugno 2009, al grido di «Vergogna, vergogna», si sono avvicinati ai blindati delle forze dell'ordine che chiudevano l'accesso alla stazione Tiburtina da largo Guido Mazzoni, in una zona militarizzata e bloccata. “Ringrazio il signor Giorgio Napolitano – non lo chiamo presidente perché non è il mio presidente – e ringrazio il signor Moretti che ha le mani sporche del sangue dei nostri parenti. Li debbo ringraziare per l’accoglienza che ci hanno riservato oggi grazie alla presenza delle forze dell’ordine”. A parlare è una signora, citata da controlacrisi.org, che porta al collo un cartello con 2 fotografie di persone che sorridono: “li ho persi in quella notte orrenda del 29 giugno – continua – sono due fra le vittime della Strage di Viareggio, quella per cui ci avevano garantito giustizia. Una giustizia che forse non vedremo mai». In piazza oggi c’erano rappresentanti della lotta No Tav ma anche comitati di residenti della zona, contro il complesso che si andava inaugurando. «Non hanno neanche realizzato i parcheggi – commenta un cittadino – Qui transiteranno milioni di persone, dove potranno fermarsi. La zona diventerà un inferno”. C’è stata tensione per tutta la mattinata – continua la cronaca di controlacrisi - e nessuno ha voluto dare ascolto ai tanti che volevano interloquire con Napolitano. Moretti, l’A.D. di Trenitalia, l’uomo che sta spezzando geograficamente il Paese in 2 puntando tutto sui servizi di eccellenza ad alto costo, l’uomo per cui ci sono passeggeri da proteggere e da salvaguardare e altri che meritano solo tagli, si è ben guardato dal mostrarsi fuori dalla cerchia dei fotografi. La polizia, ha ritenuto opportuno utilizzare anche le maniere forti per impedire ai parenti delle vittime di rovinare l’immagine festaiola con i ritratti di gente sepolta in nome dell’insicurezza e del profitto. Sono volate manganellate e parole grosse e i due schieramenti si sono fronteggiati per almeno 2 ore, fino a quando il pullman proveniente da Viareggio, non è ripartito, lasciando il piazzale deserto.

A protestare anche una cinquantina di lavoratori della Wagon-Lits: fischietti e striscioni contro l’ad di Trenitalia, Mauro Moretti: «Se di notte non potrai viaggiare, Moretti dovrai ringraziare», «Trenitalia fa licenziare 800 lavoratori treni notte», «Moretti assume in Francia, licenza in Italia». I manifestanti hanno distribuito un volantino: “La Wagon-Lits dopo 135 anni chiude e licenzia 480 lavoratori. A causa di scelte strategiche di Trenitalia, oggi è impossibile per gli utenti prenotare posti-letto sui treni notte, nonostante l’offerta commerciale sia presente nell’orario e sul sito di Trenitalia, mentre lo stesso gestore riceve i compensi previsti dal ’contratto di servizio’ con lo Stato”, si legge. “Un comportamento inammissibile per un gestore ferroviario, che svolge un servizio pubblico in condizioni di monopolio e che non ritiene doverosa alcuna spiegazione o soluzione al protrarsi del disservizio”. L'associazione 'Radici' da tempo si batte perchè la nuova stazione fosse "inaugurata contemporaneamente alle infrastrutture necessarie. Opere fondamentali - spiega l'associazione - tanto per la funzionalità della stazione, quanto per la vivibilità dei cittadini residenti nelle aree limitrofe. Tutto questo non è accaduto: la stazione si accinge a essere inaugurata nel miglior stile delle cattedrali nel deserto".

Radio Città Aperta - Roma

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