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In arrivo un'altra mazzata da (almeno) 20 miliardi

Intanto i sindacati conflittuali si preparano per l’assemblea nazionale del 3 dicembre. USB: “costruiremo l'opposizione sindacale e sociale al governo delle banche e dell'Unione Europea”

(30 Novembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

In arrivo un'altra mazzata da (almeno) 20 miliardi

foto: www.radiocittaperta.it

Mila Pernice

29/11/2011 - Potrebbe valere 20 miliardi la manovra che il governo Monti vuole varare nei prossimi giorni e che andrà a colpire le pensioni, in particolare quelle di anzianità, con l'innalzamento (compreso tra i 41 e i 43 anni) del numero di anni obbligatori per il ritiro dal lavoro. Altro provvedimento al vaglio dell'esecutivo sarebbe poi il blocco totale del recupero dell'inflazione per le pensioni per il 2012. L'intervento varrebbe 5-6 miliardi, compreso il blocco della perequazione già previsto per le pensioni più alte. Secondo alcune indiscrezioni si prospetta inoltre l'anticipo del passaggio al sistema pensionistico contributivo già al 2012 e l'anticipazione dell’aumento dell’età pensionabile per le donne nel settore privato (al momento l'inizio del percorso è fissato per il 2014 con conclusione nel 2026). Intanto la commissione Ue continua a fare pressioni sull’Italia con la richiesta di adottare in fretta "misure aggiuntive". I dettami dell'Unione Europea sarebbero contenuti in particolare in un rapporto redatto dagli ispettori di Bruxelles di ritorno dalla loro missione in Italia, rapporto che stasera sarà discusso alla riunione dei ministri delle Finanze europei. Nel documento, l'esecutivo dell’Ue chiede all'Italia una ulteriore manovra da undici miliardi di euro, ben sapendo che Monti si preoccuperà di dare applicazione ai diktat antipopolari della BCE.

“Monti non è un ‘salvatore della patria” – evidenzia Fabrizio Tomaselli dell’Esecutivo nazionale USB - e non riusciamo a vedere il suo ruolo distinto dalle banche, dalla finanza e dai poteri forti internazionali. Noi non ci stiamo a far pagare la crisi ed il debito a chi da anni vede ridursi lo stipendio, la pensione, il lavoro ed i diritti, mentre poche centinaia di soggetti a livello internazionale vedono aumentare spropositatamente i loro profitti. Non ci stiamo a delegare alla BCE e ad un governo mai eletto dal popolo il futuro di milioni di donne e uomini di questo paese; non ci stiamo a delegare a Cgil, Cisl e Uil, insieme a Passera e altri ex banchieri, il diritto, il salario e l'occupazione sui posti di lavoro. Se è comprensibile il senso di liberazione che gran parte degli italiani sta dimostrando rispetto alla fine della compagine berlusconiana, il consenso quasi unanime delle forze politiche e della stampa al nuovo Governo non trova assolutamente d'accordo le forze sindacali conflittuali”, spiega ancora Tomaselli. L'Unione Sindacale di Base, insieme a Cib-Unicobas, SlaiCobas, USI e Snater, chiama perciò i lavoratori, i delegati sindacali, gli studenti e tutti coloro che stanno subendo le conseguenze della crisi, delle misure dell'Unione Europea, del governo Berlusconi e di quello Monti, a discutere e confrontarsi in un'Assemblea nazionale che si terrà il 3 dicembre a Roma, presso il teatro Ambra Jovinelli, in via Guglielmo Pepe 43, dalle ore 9.00 alle 14.00. “Per costruire – conclude Fabrizio Tomaselli - l'opposizione sindacale e sociale al governo delle banche e dell'Unione Europea, contro ogni patto con padroni e governo, per la democrazia e il pluralismo sui posti di lavoro, per costruire sin dai giorni successivi il percorso che, a partire dai territori e dai posti di lavoro, porterà ad un grande sciopero generale”.

Radio Città Aperta - Roma

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