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L'Islanda riconosce lo Stato Palestinese

L'Islanda riconosce lo Stato Palestinese

(3 Dicembre 2011) Enzo Apicella
Martedì scorso il parlamento islandese ha votato a favore del riconoscimento dei Territori Palestinesi come stato indipendente.

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Impedito un intervento di dissenso durante il seminario di una docente dell'università israeliana di Haifa!

(2 Dicembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Impedito un intervento di dissenso durante il seminario di una docente dell'università israeliana di Haifa!

foto: www.caunapoli.org

Il 30 novembre all'università L'Orientale si è tenuto un seminario sulla bioetica islamica a cui era invitata come relatrice una professoressa israeliana dell'Università di Haifa, Vardit Rispler-Chaim. Anche se il tema non si riferisce di per sè alla questione israelo-palestinese, non dobbiamo dimenticare qual è il ruolo delle istituzioni accademiche israeliane nel contribuire e implementare le politiche sioniste di pulizia etnica e apartheid e delle università come L'Orientale che, invitando rappresentanti di queste istituzioni, contribuiscono alla normalizzazione dei rapporti con lo stato d'Israele.

Per questo siamo intervenuti al seminario ponendo le evidenti contraddizioni di chi vuole rappresentare la libertà e la tolleranza accademica a nome di un'università, come quella di Haifa, che alimenta e perpetua politiche di discriminazione verso gli studenti palestinesi. La prof.ssa Vardit Rispler-Chaim ha rifiutato di rispondere a chi le chiedeva di esprimersi a riguardo, mentre una professoressa de L'Orientale ha "democraticamente" impedito alla studentessa, che si era permessa di dissentire, di completare l'intervento strappandole il microfono di mano!

In che modo l'università di Haifa collabora con l'etnocrazia israeliana?

- L'Università di Haifa ha condonato e persino invitato spesso la violenta repressione poliziesca verso la legittima espressione politica degli studenti palestinesi nel campus
- L'Università di Haifa sponsorizza una borsa di studio solo per ex-combattenti dell'esercito
- L'Università di Haifa ha offerto assistenza speciale agli studenti che hanno servito nell'esercito durante l'attacco del 2008 sulla strisca di Gaza (Operazione Piombo Fuso, più di 1400 palestinesi uccisi)
- L'Università di Haifa è partner e ospite dell'Havatzalot, programma per le "riserve accademiche", nel quale l'università addestra soldati e permette l'esistenza di una base militare nei suoi campus
- L'università di Haifa continua la discriminazione contro i cittadini palestinesi di Israele (benchè questa discriminazione fu dichiarata illegale persino dalla Corte Suprema Israeliana) per esempio fissando a 20 anni l'età minima per accedere ad un certo numero di corsi, discriminando così i giovani Palestinesi appena diplomati alle scuole secondarie che non prestano naturalmente servizio militare.
- Le modalità di assegnazione degli spazi nel dormitorio dell'Università e il sistema di erogazione di aiuti finanziari agli studenti seguono lo stesso modello discriminatorio.
- Il dipartimento di Geostrategia dell'Università contribuisce e dà forma alle politiche "demografiche" e di "sicurezza" israeliane.
- L'Università di Haifa ha ospitato una conferenza sulla soluzione del "problema demografico", che in parole povere significa dire che ci sono troppi Palestinesi all'interno di Israele.

La campagna lanciata dai palestinesi per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) coinvolge naturalmente anche l'apparato accademico e culturale israeliano; le università israeliane sono anche i luoghi dove si realizzano alcuni dei più importanti progetti di ricerca, a fini militari, su nuove armi basate sulle nanotecnologie e su sistemi tecnologici e psicologici di controllo e oppressione della popolazione civile.

Riportiamo di seguito i cinque punti dell'appello che gli stessi accademici e intellettuali palestinesi hanno lanciato alla comunità internazionale:

Noi, accademici e intellettuali palestinesi, invitiamo i nostri colleghi della comunità internazionale a boicottare globalmente e coerentemente tutte le istituzioni accademiche e culturali israeliane come contributo alla lotta per mettere fine alla occupazione israeliana, alla colonizzazione e al sistema di apartheid, applicando quanto segue:

1. astenendosi dalla partecipazione in ogni forma di cooperazione accademica e culturale, di collaborazione o di progetti congiunti con le istituzioni israeliane;
2. sostenendo un boicottaggio globale delle istituzioni israeliane a livello nazionale e internazionale, inclusa la sospensione di tutte le forme di finanziamento e di sussidi a queste istituzioni;
3. promuovendo il disinvestimento da Israele da parte delle istituzioni accademiche internazionali;
4. lavorando per la condanna delle politiche israeliane, promuovendo l’adozione di risoluzioni da parte di associazioni e organizzazioni accademiche, professionali e culturali;
5. sostenendo direttamente le istituzioni accademiche e culturali palestinesi senza chiedere loro di essere partner con controparti israeliane, come condizione esplicita o implicita per questo sostegno

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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