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Sciopero

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(28 Gennaio 2011) Enzo Apicella
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    (Lotte operaie nella crisi)

    Finché morte non ci separi… Dalla fabbrica alla tomba

    Sciopero del 12 a Modena

    (8 Dicembre 2011)

    Lavorare a condizioni sempre più pesanti, vedi contratto Pomigliano che stanno propinandoci, tassati da tutte le parti, inchiodati alla fabbrica fino a tirare le cuoia e tutto per salvare questo sistema, perché ci dicono che con i nostri sacrifici possiamo superare la crisi.

    Ogni partito sfodera le sue ricette, mette in evidenza qualche clamorosa contraddizione, l'ingiustizia, lo spreco, la finanza e ci fa credere che poi tutto si aggiusta.

    Balle gigantesche, la finanza è parte integrante del capitalismo non la causa delle sue crisi.
    La giustizia è fatta dai padroni per i padroni.

    Gli sprechi, sono soldi che passano di mano tra classi borghesi ma non vanno sprecati vanno intascati, così pure la corruzione più o meno diffusa è parte integrata di un sistema basato sull'anarchia della produzione, dove ogni mezzo è buono per prevalere sulla concorrenza.

    Questo sistema produce grandi ricchezze per pochi e immense miserie per la maggioranza.
    Ora siamo nella fase di declino, il capitale fatica a valorizzarsi attraverso la produzione e non è più così conveniente produrre merci se non c'è un profitto adeguato, così invece di migliorare con l'abbondanza, andiamo in rovina.

    Si cacciano fuori gli operai superflui e si spreme al massimo quelli rimasti.

    Ma così facendo, si ritardano solo un po’ i tempi aggravando lo stato delle cose, mentre si avvicina la resa dei conti tra padroni per la spartizione di un mercato sempre più esiguo.
    E il passaggio dalle guerre commerciali alle guerre militari, tra i paesi più avanzati industrialmente sarà inevitabile.
    Abbiamo capito tutti che ci stanno rovinando, forse non ci siamo ancora posti seriamente il problema di come rispondere.
    Nessuno ci rappresenta politicamente e a livello sindacale siamo in pochi a combattere seriamente, la stessa FIOM si muove in modo contraddittorio, perché da una parte si preoccupa di salvare l'economia del padrone firmando i sabati lavorativi, poi ci chiama alla lotta.
    Dobbiamo decidere cosa vogliamo e cosa fare.

    Se ci preoccupiamo di tenere in piedi il sistema capitalistico, le ricette sono quelle dei capitalisti.

    Diversamente gli operai devono guardare le loro tasche, le loro condizioni perché è da lì che si parte e non dagli interessi nazionali, che sono solo quelli borghesi.

    In questa fase la dittatura di fabbrica è sempre più evidente, tanto che anche la FIOM sta per essere cacciata dalla rappresentanza operaia.
    Nessun anche minimo disturbo, deve ostacolare i piani del padrone.
    Tutto sembra perduto, ma non è così, perché mentre comprimono oltre ogni limite prima di tutto noi operai, impoveriscono anche ampi strati di società (ceto medio) e sono costretti così a buttare la maschera di questa finta democrazia creando condizioni di rivolta.

    Sta ora a noi decidere come organizzarci, le occasioni non mancano abbiamo ben poco da perdere e non è finita, perché ci toglieranno anche quel poco.

    Lunedì 12 Dicembre Sciopero di 8 ore
    Ma basta con le ambiguità

    RSU SI COBAS NEW HOLLAND MODENA
    SI COBAS MODENA

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