">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Capaci / Incapaci

Capaci / Incapaci

(1 Agosto 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Stato e istituzioni)

DO YOU REMEMBER 12 DICEMBRE?

Per una risposta di classe adeguata alla crisi.

(12 Dicembre 2011)

Lo stato borghese può dichiarare guerre e fare stragi, elargire welfare
e pacificazione sociale, può sfruttare, opprimere o rabbonire e corrompere, può cambiare volto, forma, aspetto.
Non può, però, rinunciare alla propria intima essenza coercitiva di strumento di dominio, vera e propria architettura di potere, controllo, comando e subordinazione di classe.

DO YOU REMEMBER 12 DICEMBRE?
Per una risposta di classe adeguata alla crisi.

Lo stato è sempre lo strumento dell’oppressione di una classe su un’altra.
In regime capitalista è lo strumento dell’oppressione della minoranza sfruttatrice sulla maggioranza sfruttata.
Nella società comunista è lo strumento dell’oppressione della maggioranza di sfruttati sulla minoranza degli sfruttatori.
Nella società comunista, pero’, lo stato è uno stato provvisorio, destinato all’estinzione, appena avrà completamente soppiantato le ultime resistenze dei padroni.
La differenza tra i due stati è che mentre quello dei padroni lotta sempre per la sua sopravvivenza, lo stato dei proletari muore appena possibile,
lasciando il posto alla società che non ha piu’ bisogno di stato, perché senza classi, libera dallo sfruttamento.



Pinelli e Saltarelli non sono morti per un governo tecnico.

Cosi’ come nel 1969 il movimento rivoluzionario non chiese alcuna “verità e giustizia” allo stato, oggi non chiediamo nessun “rigore ed equità” al nuovo stato delle cose.
Cosi’ come allora la nostra verità rivoluzionaria era che la strage era di stato, Pinelli era stato assassinato e Valpreda era innocente, oggi la nostra verità rivoluzionaria parla di nuove stragi di stato, di lavoro e di lavoratori, di schiavismo salariato, di devastazione ambientale.
Oggi come ieri non abbiamo da appellarci a nessun istituto del diritto borghese, truffaldino ed antioperaio..
Oggi come ieri, contro le stragi di stato ed i loro servi esecutori fascisti non invochiamo “galere e costituzioni”, riconoscendo nella giustizia proletaria l’unica soluzione strategicamente possibile ed adeguata.
Oggi come ieri, non abbiamo nessuna “luce da fare”, nessuna inchiesta ne’ pista da seguire, nessun servizio “deviato” da denunciare.
Quelli che volevano “fare luce” 42 anni fa, stato-polizia-riformisti, erano quelli che sbattevano le “belve umane” in prima pagina ed i militanti anarchici in prigione o giu’ dal 4° piano della questura Milanese.
Erano quelli che assassinavano il 12 dicembre 1970, con la complicità delle canaglie staliniste del Movimento Studentesco,il compagno Saverio Saltarelli.
Oggi sono quelli che sostengono il governo dello scarnificatore sociale Monti.
Certo, i tempi sono cambiati da allora.
Da una fase ascendente del ciclo produttivo e della lotta di classe siamo ad un passo dalla recessione ed immersi nel lungo riflusso operaio e studentesco.
Ma non possiamo accontentarci di un pur sano e necessario esercizio di memoria di cui in troppi si dimenticano: dobbiamo attualizzare la lezione del 12 dicembre mutuando, adeguando la nostra critica allo stato borghese in critica e lotta contro la forma attuale dell’oppressione di classe.
Nella comprensione delle mutazioni dell’oggi, frutto certo anche delle lotte di classe di quegli anni, noi troviamo la conferma del 12 dicembre come giornata di lotta contro lo stato.
A mutazioni nella forma dell’oppressione NON corrispondono variazioni nella sostanza, così come NON corrispondono cambiamenti nel nostro obiettivo storico di fondo: fare a meno dell’orpello parassitario e burocratico dello stato, soppiantarlo, liberare energie e ricchezza sociale.
Altro che “equità contro la casta!”.
Questo è il nostro modo di collegarci alle idealità di fondo del 12 dicembre e di quel lungo movimento sovversivo che ne segui’: un movimento reale, segnato da alti e bassi, da molte sconfitte e qualche vittoria, da decine di morti e migliaiia di incarcerati, dall’aspirazione ad una società senza classi, galere e stato che non deve diventare un “sogno” cui rinunciare, che non può ridursi ad un “gabbiano rattrappito, senz’ali, senza piu’ neanche l’intenzione di volare”…..
Noi a questa intenzione non intendiamo rinunciare!

comunisti per l’organizzazione di classe
C O M B A T

6295