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(31 Agosto 2013) Enzo Apicella

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(Imperialismo e guerra)

FARC-EP: comunicato pubblico, 18 aprile 2004

(28 Aprile 2004)

Applicando la formula fascista del "calunniate, calunniate che la calunnia qualcosa sortisce", Alvaro Uribe ordina alle forze militari e di polizia di mentire sistematicamente in merito alla realtà dello scontro armato in Colombia, ed esercita pressioni nei confronti dei grandi mezzi di comunicazione affinché si sottomettano alle direttive dell'ufficio-stampa della Presidenza della Repubblica.
Si tratta di creare il falso scenario di una guerra che lo Stato sarebbe "sul punto di vincere" contro una guerriglia "allo sbando" e "senza ragioni d'essere politiche e socio-economiche".

E così, mentre la cricca uribista della Colombia e del mondo si lucra degli affari dello Stato, svende a prezzi stracciati i beni del patrimonio collettivo del paese, usando cammini sinuosi, strappa ai lavoratori perfino i benefici più elementari conquistati dopo lunghe e dure lotte e monopolizza le terre fertili, pretende pure di addormentare la rabbia, la disperazione, la fame e l'indignazione popolare con dati manipolati sulla disoccupazione, il paniere familiare, l'inflazione e la crescita economica. Al contempo, il 60% dei colombiani sprofonda nella miseria e di essi uno su quattro mangia un giorno sì e l'altro no; non ci sono lavoro, posti nelle scuole ed assistenza medica negli ospedali e cliniche, ed ancor meno si mette fine alla corruzione ed a tanta impunità.
La scarcerazione dei ladroni di Dragacol, la sparizione delle 4 tonnellate di cocaina per mano di Generali dell'Esercito e della Polizia, le angherie di una magistratura incastrata dal narcotraffico e dal paramilitarismo, le zittite accuse del Generale Jaime Uscategui circa la responsabilità diretta dell'alto comando militare nel massacro di Mapiripan, la coca nascosta di Guaitarilla, la fredda esecuzione dei contadini a Caja Marca da parte dell'Esercito ufficiale, l'eroina nella "nave da guerra vessillo", le truffe dell'amministrazione Peñalosa nelle vie del Transmilenio, le colazioni a palazzo con parlamentari uribisti e conservatori per spartirsi il bilancio nazionale e la nomina come diplomatici dei parenti dei parlamentari mangiasoldi, che si sono convertiti "improvvisamente" all'uribismo, dimostrano che a marcire non è solo la nave da guerra "Gloria", ma anche l'anima stessa delle istituzioni ufficiali che si disfano tra le mani di questa oligarchia vorace.

Adesso, ministri e consiglieri, confederazioni economiche e fautori di sondaggi, mezzi di comunicazione e militari hanno lanciato la perversa iniziativa della rielezione presidenziale con nome e cognome, fondendo in essa la smania gringa di liquidare quel poco di sovranità che ci resta, l'interesse della Banca Mondiale di aumentare i suoi utili alla faccia della miseria del popolo, l'entusiasmo dei "ricconi" della Colombia, il sentimento nazista dell'attuale Presidente e la cieca ambizione dei mercanti di armi e violenza.

Poiché la schizofrenica ossessione di Alvaro Uribe è la guerra, egli sogna la pax romana e la terra bruciata; la sua grave malattia mentale è visibile nelle detenzioni di massa di stampo fascista con cui pretende d'intimidire la lotta popolare, così com'è visibile nell'esigere reiteratamente ai comandi militari risultati misurati in litri di sangue versato, ignorante com'è della realtà del campo di battaglia. Il suo stato mentale si manifesta anche nelle fulminanti ed umilianti destituzioni pubbliche di ufficiali per via dei fallimenti sofferti in un conflitto che vede scontrarsi quotidianamente in molteplici scenari le forze contrapposte, in cui, naturalmente, non tutto ha il sapore della vittoria.

Nell'anno 2003, per esempio, le FARC hanno combattuto in 4447 occasioni contro la forza pubblica ed i paramilitari (una media di 12,18 al giorno), in cui ci sono stati 5291 morti e 4701 feriti tra militari, poliziotti e paramilitari. E ciò senza contare i loro messi fuori combattimento non confermati in oltre 919 situazioni (alcuni combattimenti, imboscate e campi minati in cui è fisicamente impossibile farlo). In tutte queste azioni abbiamo recuperato 356 fucili, 7 mortai, 6 mitragliatrici e 12 lanciagranate, abbiamo messo fuori combattimento elicotteri in 99 opportunità e ne abbiamo distrutti 12, abbiamo abbattuto 12 aerei e messi fuori combattimento 41, abbiamo distrutto 1 piraña e messi fuori combattimento 4, oltre a distruggere 1 carro blindato e metterne fuori combattimento 6.

Nel 2003 sono morti in combattimento 542 guerriglieri e 77 miliziani, e ne sono stati feriti 321 e 13, cifre che evidenziano la durezza dello scontro.
Nei primi tre mesi del 2004 i combattimenti sono stati i seguenti: 1152 (12,8 al giorno) azioni militari, con un bilancio di 1371 morti e 818 feriti tra militari, poliziotti e paramilitari. Nelle fila delle FARC abbiamo avuto 43 morti e 29 feriti.

E così, mentre la Colombia continua ad addentrarsi negli imprevedibili meandri di una guerra civile, sprecando più del 4,5% del PIB nel terrore della violenza ufficiale (senza contabilizzare gli aiuti gringos), e mentre crescono smoderatamente le percentuali statistiche delle morti violente in tutto il territorio nazionale, si pretende di ampliare subito per via parlamentare i poteri autoritari del presidente e degli alti comandi militari, cercando di calpestare ulteriormente la popolazione civile, dato che, come è sempre avvenuto, questi imbrogli dittatoriali poco o nulla riescono a colpire chi si è alzato in armi contro l'obbrobrio oligarchico.

Di fronte alla smisurata spesa uribista per la guerra, orientiamo il sabotaggio economico indirizzato a porre un freno all'illimitata crescita del bilancio ufficiale per l'esecuzione del terrorismo di Stato. In questo quadro, tra il 2003 ed i mesi trascorsi del 2004, tra le altre azioni abbiamo abbattuto 151 tralicci delle comunicazioni e dell'energia elettrica, così come abbiamo colpito 77 volte pozzi petroliferi, oleodotti, polidotti, macchinari, sub- stazioni di Ecopetrol, generatori e, nel caso particolare dell'oleodotto Transandino, ne abbiamo distrutto 3510 metri.

Con il Dipartimento di Stato ed il Pentagono come autori intellettuali, e con l'intervento diretto di ufficiali dell'intelligence dell'esercito nordamericano, prosegue lo spiegamento delle forze mercenarie ufficiali. Per esempio, stiamo informando che per ordine presidenziale si dirigono verso il sud del paese per trovare i prigionieri di guerra in potere delle FARC, e che hanno dislocato forze a mo' di cordoni nei seguenti luoghi:
San Vicente-Delicias-Cortina Verde
San Vicente-Campo Hermoso
San Vicente-Puerto Losada e Marimbas 1 e 2
Ma carena-Morrocoy-Jordán-La zorra-El Turpial-Yaguara e Filo Quinche.
Macarena-fiume Guayabero abajo
Una brigata mobile è stata dispiegata a Cachimao-Bocas del Perdido con Losada, e lungo la via Tober.
Al sud si sono presentate truppe di Cartagena del Chaira nella località Los Cauchos in direzione Los Lobos, al fine di consolidare un corridoio verso quelle che stanno nella città Yarí e la pista di Caquetania.

Da 40 anni lo Stato colombiano scatena in modo ciclico e ricorrente frenetiche ondate di violenza contro il popolo colombiano, con il pretesto di liquidare la guerriglia rivoluzionaria delle FARC. A tal scopo, ha ceduto la sovranità nazionale al governo di Washington, approssimando sempre più il paese alle soglie dell'invasione nordamericana.

Per tale ragione stiamo chiamando i colombiani a unirsi contro l'aggressione nordamericana che, in modo camuffato, sta favorendo Uribe Vélez e che avanza inesorabile sotto forma di assistenza militare, principalmente attraverso il Plan Colombia.

Lanciamo un appello agli Ufficiali della forza pubblica che amano veramente la Colombia, che hanno giurato fedeltà alla causa bolivariana e che desiderano la soluzione politica del conflitto affinché si dialoghi, come ha proposto il Comandante Manuel Marulanda.

La crudezza delle cifre riferite allo scontro militare in Colombia, ci porta a reiterare il nostro appello a costruire un nuovo governo che indirizzi il paese verso la soluzione politica del conflitto, la democrazia, la sovranità e la giustizia sociale.

Montagne della Colombia, 18 aprile del 2004

Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP

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