">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Noi vogliamo decidere!

(14 Dicembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Noi vogliamo decidere!

foto: www.radiocittaperta.it

PER UN REFERENDUM SULLE MISURE ECONOMICHE DELLA BCE

Alla vigilia dell’assemblea nazionale del 17 dicembre del Comitato No Debito, pubblichiamo l’appello per il referendum contro i diktat dell'Unione Europea.


Con tre lettere scambiate tra Governo italiano, Commissione europea ed Euro Vertice, si sono decise misure di risanamento del debito pubblico con piani di austerità che mirano a tagliare salari, stipendi e pensioni, a manomettere il diritto del lavoro, a privatizzare i beni comuni, e che prevedono addirittura la modifica della Carta costituzionale. I governi, qualunque siano i loro colori politici, devono attuare le decisioni della Commissione europea e della BCE.

I leaders dei partiti così come il presidente del Consiglio Monti, così come quelli della finanza e dell’industria, parlano di provvedimenti impopolari, quasi fossero il segno di lungimiranza delle classi dirigenti che pretendono di interpretare l’interesse generale dei e delle cittadini/e.

Noi invece, ispirandoci alla saggia massima della giurisprudenza romana ‘ciò che tocca tutti, da tutti deve essere deciso’, chiediamo di far esprimere i/le cittadini/e con un referendum di indirizzo – come quello tenutosi in Italia nel 1989 – sui ‘piani di austerità’ indicati nelle lettere scambiate tra il governo italiano e gli organismi dell’UE.

La democrazia non può essere commissariata per salvare i mercati finanziari e le banche. A decidere le linee di intervento, i modi e i tempi per superare la crisi devono essere i e le cittadini/e: la democrazia è la sola via per compiere responsabilmente le scelte che toccano la vita di ogni persona.

Prime adesioni:
Alessandra Algostino; Alfonso Di Giovine; Giorgio Cremaschi; Franco Russo; Giulietto Chiesa; Paola Giaculli; Sergio Bellavita; Fabrizio Tomaselli; Jacopo Venier; Giovanni Russo Spena; Mauro Casadio; Ciro Pesacane; Sergio Cararo; Roberto Musacchio; Alfonso Gianni; Piero Bevilacqua; Paola Cacciari; Gianluigi Pegolo; Antonia Sani; Piero Di Siena; Imma Barbarossa; Pasquale Voza; Annamaria Rivera; Mario Agostinelli; Ersilia Salvato; Francesco Piobbichi; Alfio Nicotra; Franco Ragusa; Mario Cocco;Andrea Fioretti; Carlo Guglielmi; Danilo Corradi; Eleonora Forenza; Emidia Papi; Fabrizio Burattini; Franco Grisolia; Giorgio Sestili; Monica Usai; Moreno Pasquinelli; Nando Simeone; Paolo Di Vetta; Paolo Grassi


TUTTI A ROMA IL 17 DICEMBRE

Il 17 dicembre tutte e tutti a Roma alla 2ª assemblea nazionale del Comitato No Debito per dire no al debito e no al governo Monti

Tendastrisce, via Giorgio Perlasca 59, ore 10.00 (via Collatina angolo v. P Togliatti)


Il governo “tecnico” con la sua manovra del 4 dicembre sferra una feroce aggressione contro i ceti popolari, le lavoratrici e i lavoratori.
Viene distrutto il sistema pensionistico, si obbligano i lavoratori e le lavoratrici anziane a restare al lavoro 1-2-3, fino a 6 anni in più, per arrivare più tardi a pensioni più basse. I pensionati vengono lasciati indifesi nei confronti di un’inflazione che tende a crescere (è già al 3,5%). I giovani (che vengono spudoratamente presentati come i beneficiari della manovra) troveranno sempre più i posti di lavoro occupati da anziani a cui è vietato andare in pensione.

Vengono aumentate le tasse che colpiscono lavoratori e redditi medio bassi (l’IVA, le addizionali Irpef locali, le accise sulla benzina, l’ICI sulla prima casa, i ticket sanitari).

Vengono ulteriormente tagliati i finanziamenti alle regioni e agli enti locali (- 5 miliardi) mettendo a rischio tutti i servizi pubblici (dalla sanità ai trasporti).

E presto arriverà la riforma del mercato del lavoro, con la promessa cancellazione dell’articolo 18…
Nel frattempo i ricchi non vengono toccati, anzi, una parte delle risorse tagliate ai ceti popolari andrà a coprire gli sgravi fiscali per le aziende, consentendo ai padroni più lauti profitti.

Il ceto politico si autotutela, conservando tutti i suoi grassi privilegi.

Sottraendo diecine e diecine di miliardi al reddito dei cittadini, inoltre, la somma delle manovre di Tremonti e di Monti aggraverà la recessione già in atto facendo perdere altre centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Diamo appuntamento a tutte e a tutti a Roma

il 17 dicembre alle ore 10.00
per costruire l’opposizione sociale e politica al governo delle banche

Radio Città Aperta - Roma

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Notizie sullo stesso argomento

Ultime notizie del dossier «NO al diktat della borghesia imperialista europea»

Ultime notizie dell'autore «Radio Città Aperta - Roma»

5666