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    L’assassinio fascista di Firenze tragica conseguenza della strategia securitaria. Il 17 Manifestazione a Firenze

    (15 Dicembre 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in confederazione.usb.it

    L’assassinio fascista di Firenze tragica conseguenza della strategia securitaria. Il 17 Manifestazione a Firenze

    foto: confederazione.usb.it

    Nazionale – giovedì, 15 dicembre 2011 A quante morti - siano esse provocate dalla mano omicida di canaglie razziste/ fasciste o dalle stragi in mare - dovremmo ancora assistere per estirpare l’odio verso lo straniero, diverso per colore della pelle, per nazionalità per religione o cultura?

    Non bastano più le “severissime condanne” degli atti di violenza che le istituzioni, i politici progressisti o ipocritamente democratici e gli intellettuali benpensanti si affrettano ad esprimere ad ogni episodi di razzismo.

    Sono almeno venti anni che la propaganda razzista della Lega e della destra, fascista o moderata, semina odio verso gli immigrati, creando quel clima sociale e politico che ha prodotto l'equazione immigrato=clandestino=criminale, che ha visto anche la sinistra di governo in questi anni rincorrere su quello stesso terreno la destra e introdurre con la legge Turco/ Napolitano (qualcuno di quelli che inneggiano al Presidente della Repubblica come al salvatore della patria se lo ricorda?) i famigerati Centri di permanenza temporanea ora CIE, lager dove veniva e viene rinchiusa quell’umanità che sbarca sulle nostre coste in cerca di un futuro, e che sono serviti a riempire di profitto molte società e cooperative cattoliche e non, non proprio misericordiose, legate spesso a personaggi politici e di governo.

    Una legge poi fortemente peggiorata con l’approvazione della Bossi/Fini prima e del pacchetto sicurezza poi, opera dell’ineffabile Maroni che è giunto non solo a introdurre il reato di clandestinità per chi viene trovato sul suolo patrio senza permesso di soggiorno ma addirittura a prolungare la permanenza nei CIE fino a diciotto mesi e a non permettere a nessuno di visitarli.

    Oggi piangiamo Diop Mor e Samb Modou, i due senegalesi uccisi e gli altri tre gravissim,i feriti da un nazista frequentatore di Casa Pound i cui scritti deliranti erano ascoltati nei “circoli culturali” e ospitati sui siti dell’estrema destra xenofoba.

    Firenze inorridisce di fronte a questo barbaro eccidio ma non era stato un assessore della sua giunta comunale qualche tempo fa a dichiarare guerra ai lavavetri, agli ambulanti e a chi deturpava le vie del centro chiedendo l’elemosina, meritandosi gli applausi dei benpensanti e dei commercianti ?

    E come non legare quanto successo al raid antirom compiuto da un centinaio di ultras fascisti a Torino tre giorni fa per vendicare uno stupro mai avvenuto?

    Un filo nero lega questi episodi all’uccisione di Jerry Masslo - compiuta nel 1989 a Villa Literno per troncare sul nascere qualsiasi protesta contro lo sfruttamento più bestiale a cui migliaia di immigrati erano e sono ancora sottoposti nelle nostre campagne – ai fatti di Rosarno, all’uccisione per mano della camorra dei sette africani a Castel Volturno, ai pogrom contro i rom a Ponticelli, alle migliaia di emigrati morti nel naufragio delle carette del mare e alle ormai centinaia di morti per lavoro nero nei cantieri del Bel Paese.

    Possiamo consolarci col fatto che la legislazione anti-immigrati nel nostro paese è in linea con quella di molti altri in Europa?

    L’Europa unita si è costruita come una fortezza contro chi proviene da altri continenti di solito impoveriti e depredati dalle multinazionali occidentali, devastati da guerre condotte sui loro territori dai grandi della terra per affermare egemonie che nulla hanno a che vedere con i decantati scopi umanitari.

    E’ ora di prendere coscienza del fatto che per estirpare le conseguenze di vent’anni di propaganda xenofoba bisogna agire su più fronti, in primis abolendo le leggi securitarie che limitano la libera circolazione dei migranti riconoscendo il diritto di ogni essere umano di poter determinare con dignità la propria vita, di considerare poi nostri concittadini e quindi destinatari dei nostri stessi diritti chi vive e lavora nel nostro territorio.

    Battaglie politiche, quindi sociali e culturali che hanno bisogno di una forte alleanza tra chi vede messo in discussione il proprio tenore di vita, il posto di lavoro, il futuro e chi ogni giorno subisce la negazione dei diritti più elementari cosa certamente resa più difficile dalla situazione di crisi economica pesantissima come quella attuale.

    Ma se non ora quando? Se non proviamo ora a demolire perlomeno quelle grate che dividono questi mondi, quanto possiamo aspettare ancora?
    Che cosa faranno ora l’ineffabile Mario Monti, la Ministra dell’Interno, la Ministra della Giustizia, tutti tecnici che dovrebbero infischiarsene del consenso politico, per dare qualche picconata al muro del razzismo rappresentato dalle leggi anti-immigrati?

    Per parte nostra crediamo che le iniziative per difendere la vita e la dignità di ogni persona contro razzismo, xenofobia fascismo debbano tornare al centro delle mobilitazioni insieme alla lotta contro tutte le manovre che vogliono far pagare i costi della crisi ai più deboli.

    Prossimo appuntamento
    Manifestazione Nazionale promossa dalla Comunità Senegalese
    a Firenze, Piazza Dalmazia
    il 17 dicembre ore 15

    USB Unione Sindacale di Base

    Fonte

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