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Egitto: seconda fase elezioni, laici sperano in rivincita

I partiti islamisti invece sono certi di ripetere il grande successo ottenuto alla prima tornata elettorale. Ora in rete imperversano i rapper della Fratellanza islamica che cantano vittoria

(17 Dicembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in nena-news.globalist.it

Egitto: seconda fase elezioni, laici sperano in rivincita

foto: nena-news.globalist.it

AZZURRA MERINGOLO

Il Cairo, 15 dicembre 2011, Nena News - “Ora più di prima sappiamo che il nostro voto vale e da questo dipende il futuro del nostro paese”, dice un ragazzo in fila fuori da un seggio di Giza, alla periferia del Cairo. Dietro le sue spalle si intravedono le piramidi simbolo della storia gloriosa dell’antico Egitto. Nei suoi occhi invece si riflette la speranza di un futuro diverso, privo di faraoni (politici), dittatura e corruzione. “Sono qui perché spero che il nostro paese non cada nelle mani degli islamisti”, aggiunge suo fratello che fa intendere che voterà per Amr Shobaky, il politologo membro di Kifaya che si trova a sfidare Amr Daragg, il segretario della sede di Giza di Libertà e Giustizia, il Partito della Fratellanza Musulmana.

Ieri e oggi infatti quasi diciannove milione di egiziani residenti in altri nove governatorati (Giza, Sohag, Beni Suef, Assan, Sharqiya, Menoufiya, Beheira, Ismailiya e Suez) stanno partecipando alla seconda chiamata elettorale attraverso la quale verranno scelti altri centottanta deputati del Maglis al-Shaab, la camera bassa del parlamento egiziano. Questi si sommeranno a quanti sono già stati eletti il 28 e 29 novembre scorso in altre zone del paese e con loro aspetteranno l’ultimo turno previsto a Gennaio. Terminato questo primo giro, gli elettori saranno chiamati a votare nuovamente per eleggere la Shura, la camera alta del parlamento.

E mentre alle porte del Cairo la sfida tra Fratellanza e istanze liberali continua a tenere accese le speranze dei più laici che si augurano di recuperare voti sugli islamisti che nel primo turno hanno incassato una netta vittoria, negli altri otto governatorati gli islamisti sono convinti di ottenere un risultato almeno simile a quello del primo turno.

La Fratellanza Musulmana ha buone probabilità di riscuotere successo a Baheria, dove si presenta con Gamal Heshmat, membro dell’esecutivo del movimento e personaggio che in passato è stato vittima delle macchinazioni del partito Nazional Democratico del deposto presidente Mubarak. A Baheria come nella maggior parte dei governatorati egiziani, la voglia di rifarsi della Fratellana si percepisce fuori da ogni seggio, dove attivisti organizzatissimi si apprestano a festeggiare un successo storico che avrà un sapore diverso, dicono gli Ikhwan (Fratelli Musulmani), perché viene da decenni di clandestinità forzata. A mostrare quanto sia profonda la voglia di rivincita è anche questo rap che circola da giorni nel web nel quale i cantanti, che si definiscono appartenenti a Libertà e Giustizia dicono di aver sofferto ottantan’anni di diffamazione e ripetono il loro slogan: “ Proteggiamo la libertà e costruiremo la Giustizia” .

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=u8z4TwqBKhw

La Fratellanza ha anche buone possibilità a Menoufiya, governatorato dal quale provengono gli ultimi presidenti della storia egiziana e roccaforte dei cosí detti felool, ovvero i rappresentati del vecchio partito di Mubarak che cercano di tornare al potere candidandosi in partiti dal nome nuovo.

Dopo aver incassato il 25% della preferenze nel primo turno elettorale, il partito salafita Al-Nour, su posizioni molto più estremiste rispetto a quelle della Fratellanza, potrebbe riscuotere un buon successo nei governatorati di Ismailiya e Suez, regione nella quale sono al contempo abbastanza attivi i rappresentanti del partito “La Rivoluzione Continua” che potrebbero sottrarre qualche voto agli islamisti più radicali.

Per fare qualche previsione sul voto delle province dell’Alto Egitto che si recheranno alle urne soprattutto nel prossimo turno, sarà utile vedere quanto accade nei governatorati di Beni Suef e Sohag dove il successo dei salafiti potrebbe essere in parte ridotto dal Blocco Egiziano, la coalizione su posizioni più laiche che potrebbe raccogliere le preferenze di una buona fetta della popolazione locale di fede cristiana.

A votare oggi, dalla sua cella del carcere di Tora sarà anche Alaa Abdel Fattah, blogger e attivista delle prime ore, finito in carcere lo scorso novembre con l’accusa di aver provocato violenza negli eventi di Maspero dove il 9 ottobre hanno perso la vita più di venti egiziani, soprattutto, ma non solo, di feede copto. Martedì il tribunale ha ridotto i capi di accusa pendenti sulla testa di Alaa, da una settimana padre di Khaled Alaa, bimbo il cui nome ricorda quello di Khaled Said, il ragazzo ucciso da due poliziotti nel giugno del 2010 e divenuto primo martire della rivoluzione di piazza Tahrir.

“Alaa voterà per un paese nuovo, bello e giusto ” scrive un utente Twitter. “Una paese che privi Khaled Alaa delle ingiustizie subite dal padre, dal nonno e dal bisnonno. ” Nena News

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