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La manovra

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(25 Giugno 2011) Enzo Apicella

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Ferrovie. Legambiente presenta ‘Pendolaria’. La foto di un disastro

(19 Dicembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Sono circa 3 milioni i pendolari che si muovono ogni giorno nel Paese, ma per loro solo tagli sui treni, sulle corse e aumenti sulle tariffe. Meno 20% in Veneto, meno 13% nelle Marche, meno 12% in Liguria, meno 10% in Abruzzo e Campania: ecco solo alcuni numeri relativi ai tagli dei treni per i pendolari attuati nel 2011 nelle Regioni italiane che pure, negli ultimi due anni hanno visto aumentare le schiere degli utenti (+ 7,8%) raggiungendo quota 2 milioni e 830 mila.

E' quanto emerge dal dossier della campagna annuale a sostegno dei cittadini che si muovono in treno 'Pendolaria 2011', presentato oggi da Legambiente. Numeri enormi, che illustrano senza equivoci la misura in cui il disagio e le difficolta' per chi ogni giorno ha necessita' di muoversi per raggiungere il proprio posto di lavoro o studio aumenteranno. La situazione, come denuncia il rapporto di Legambiente, non migliorera' nel 2012, anzi: sono in programma ulteriori tagli.

La manovra economica del Governo Monti ha infatti recuperato una parte del buco ereditato dal Governo Berlusconi nelle risorse per i treni pendolari, ma mancano ancora 400 milioni di euro per chiudere i bilanci 2011 e oltre 200 milioni per il 2012 se si vogliono garantire almeno i treni in circolazione. Per il 2013 si prevede di intervenire con un contributo sull'accisa, che pero' e' ancora tutta da chiarire. Intanto aumentano i prezzi dei biglietti: +23,4% in Lombardia, + 25% in Abruzzo, + 20% in Liguria, tanto per citare i piu' eclatanti. 'I tagli ai treni pendolari devono essere assolutamente fermati - ha dichiarato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente - non e' possibile accettare che un servizio utilizzato ogni giorno da quasi 3 milioni di persone sia abbandonato al degrado e all'incuria. Chiediamo a Governo e Regioni di cambiare direzione e di guardare finalmente alle citta' come priorita' per gli investimenti nelle infrastrutture, comprando treni e potenziando il servizio. E non si provi a rispondere che e' una questione di risorse perche' ogni anno si spendono diversi miliardi di Euro solo per soddisfare le richieste delle lobby delle grandi opere e dell'autotrasporto. Investire sui treni pendolari e' la migliore risposta che si puo' dare ai cittadini e alle famiglie in un momento di crisi e alle citta' italiane oggi strette in una morsa di traffico e inquinamento''. Se il trasporto su ferro continua a subire tagli e riduzioni, evidenzia Legambiente, quello su gomma continua a beneficiare di finanziamenti, sconti e detrazioni. In tema di investimenti e infrastrutture sottolinea l'associazione, da oltre dieci anni gli investimenti statali e regionali premiano la strada a danno della ferrovia. A leggere i dati di quanto finanziato dal 2002 al 2011 suddiviso tra strade, ferrovie, metropolitane sembra esserci stata una recisa strategia della mobilita' che ha puntato a far crescere il traffico su gomma. I finanziamenti da parte dei Governi che si sono succeduti in questo decennio hanno infatti premiato per il 72,1% gli investimenti in strade e autostrade. Ben poca cosa e' stato il finanziamento per le reti metropolitane (appena il 15,4% degli stanziamenti per opere infrastrutturali), mentre la situazione piu' drammatica rimane quella delle ferrovie, con il solo 12,5% degli investimenti totali. In termini assoluti le infrastrutture stradali sfiorano quindi la quota faraonica di 60 miliardi di euro, contro i 12,7 ed i 10 di metropolitane e ferrovie. Ma non bisogna guardare solo alle infrastrutture quanto alla qualita' complessiva del servizio, che vuol dire treni moderni, veloci, puntuali.

E visto che tutti parlano di Europa è bene ricordare che i treni pendolari italiani sono quelli che viaggiano piu' lentamente in Europa: 35,5 km/h contro i 51,4 della Spagna, i 48 della Germania, i 46,6 della Francia ed i 40 del Regno Unito. Per recuperare velocita' non servono nuovi grandi investimenti ma il miglioramento delle linee esistenti e magari la possibilita' di utilizzare le nuove linee ad Alta Velocita' anche per alcuni convogli pendolari. Servono poi treni moderni e capienti. I treni di serie A, secondo parametri europei, dovrebbero avere una cadenza sotto i 15 minuti nelle ore di punta, materiale rotabile per una domanda rilevante e quindi con convogli a due livelli e un sistema tariffario integrato con gli altri mezzi di trasporto. L'unica linea che ha queste caratteristiche in Italia e' la FR1 (Fiumicino Aeroporto-Orte) di Roma, ma il servizio effettuato e' spesso in ritardo e la linea soffre l'eccessivo affollamento (65 mila persone al giorno per una capienza di 50 mila), aggravato anche dalla scarsa attenzione a servizi e pulizia sia dei treni sia delle stazioni. Le linee di serie B (materiale rotabile dedicato al servizio pendolare e frequenza di 15-30 minuti) in Italia sono 12, la FR3 di Roma (nel tratto Roma Ostiense-Cesano), la Ferrovia Cumana di Napoli, le linee S di Milano e la Voltri-Nervi di Genova che purtroppo sta assistendo a tagli consistenti negli ultimi mesi; le linee di serie C, dove la cadenza ''migliore'' e' oltre i 30 minuti, con convogli vecchi recuperati dall'utilizzo in tratte a lunga percorrenza e un numero di carrozze insufficiente, sono quelle piu' numerose in Italia dove, con una stima approssimativa ed al ribasso, se ne possono contare oltre 100.

19-12-12

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