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(Di lavoro si muore)

Sassate in RAI sulle morti operaie

Gian Paolo Sassi, commissario straordinario INAIL, in RAI a parlare della strage quotidiana di operai

(22 Dicembre 2011)

13 dicembre 2011, il giorno dell'ennesima morte sul lavoro di Matthias Passler, il giorno dopo il crollo del palcoscenico che ha travolto sette operai uccidendone uno, Francesco Pinna, il padrone dell'INAIL Gian Paolo Sassi si presenta di prima mattina in RAI per il solito proclama sulle morti da lavoro.

Sensibili diminuzioni, maggiore consapevolezza del rischio, stiamo lavorando sodo. Sassi sfoglia il copione ingiallito tenuto insieme con lo sputo, recita a braccio la sua parte. Lui che non è nuovo nella gestione di enti simili, in una carriera a cavallo tra INPS, INAIL ed alti incarichi ministeriali presso il Viminale. Sempre al fianco del federale Maroni.

Un nuovo sfregio alle vittime ed ai loro familiari, doppio sfregio per chi nelle statistiche di Sassi neanche ci rientra perchè clandestino, o in nero, o nero clandestino. Ed i morti di quest'anno che, pronostica con un condizionale che gela le nostre mani callose, "non dovrebbero raggiungere quota mille". E giu' un'altra sassata.

Qualcuno informi il verdissimo commissario straordinario che siamo a piu' di 1100. Perchè quelle zecche dei quotidiani locali dovendo riempire le pagine, ci informano seppure saltuariamente anche delle morti in nero. E di familiari in Romania, Marocco, Sri Lanka che si devono pure sobbarcare l'onere di rimpatriare quel che resta del parente. O di padroni che regolarizzano operaie 1800 secondi dopo un incidente mortale.

Ma il nostro novello Leopold Bloom ha già avviato il mangianastri da un pezzo e non può sentire; i soldati RAI non trasmettono immagini di funerali operai, raramente arrivano notizie. Questa è la massima forma possibile di confronto pubblico, ma non tutti hanno il fegato del Sassi, il quale può tra l'altro vantare la formula "Ehi, io sono appena arrivato. Cos'è successo?", circumnavigando l'incarico ministeriale ricoperto fino all'altro ieri.

Non bastasse, scopriamo che ora anche dai diamanti nascono i fior: la reazione ha portato ad una "maggiore cultura della prevenzione", ovviamente con i suoi mezzi. Ovvero "egoisticamente". Sì, perchè "la prevenzione costa molto meno della riabilitazione, un pensiero che nasce anche da un calcolo egoistico". S'impone sobrietà pure sulle chiassose morti operaie, con "la riduzione del premio assicurativo per le imprese artigiane senza infortuni nell'ultimo biennio". Così oltre a risparmiare su attrezzature e dispositivi di sicurezza, i seguaci del Giuseppe d'Arimatea potranno spendere ancora meno. Il tutto senza rischiare alcun controllo, nel Paese con un ispettore ASL ogni 14000 cittadini. O per rendere meglio l'idea, un ispettore ASL sul totale degli operai FIAT all'arrivo del feldmaresciallo Valletta nel '20.

Alla fine, il domandone scomodo che scuote il nostro Ulisse: "Cosa ne pensa della proposta del PM di Torino Raffaele Guariniello di istituire una procura nazionale contro le morti sul lavoro?" Diplomatico, lancia l'ennesima, arguta sassata: "Qualunque proposta volta a migliorare la situazione è benvenuta. Guariniello, tra l'altro, è uno dei massimi esperti di infortunistica sul lavoro che abbiamo in Italia. La decisione, però, spetta al Parlamento".

Nel caso, gli amici verdi nella stanza dei bottoni non mancano di certo. E Sassi sarà navigato consigliere.

M.L.

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