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(7 Agosto 2011) Enzo Apicella
Dopo il declassamento dei titoli di stato USA, la Cina chiede garanzie e una risoluzione "strutturale" del debito nordamericano

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22 dicembre 2011 - le notizie di oggi di radio citta' aperta

(22 Dicembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Manovra: oggi via libera Senato

E' iniziata in Senato la seduta finale sulla manovra, dopo la fiducia posta ieri sera dal governo. Il governo ha deciso di porre la fiducia nella discussione in corso al Senato, come aveva già fatto alla Camera. Nel pomeriggio ci saranno le dichiarazioni di voto da parte dei gruppi, cui seguiranno le due chiame nominali per il voto di fiducia. La proclamazione del voto avverrà nel primo pomeriggio intorno alle 15.

Servirail, la protesta sale ancora più in alto

Costretti a salire sempre più in alto per non precipitare: un gruppo di lavoratori della Servirail Italia ex-Wagon Lits, di Torino, è salito ieri sera sul grattacielo Intesa-San Paolo in costruzione nella città della Mole in segno di protesta contro il loro licenziamento. Lo stesso nei giorni scorsi avevano fatto i loro colleghi di Milano occupando la torre faro della stazione. "Lo facciamo perché dall'11 Dicembre siamo senza lavoro - hanno spiegato gli operai torinesi - siamo stati lasciati a casa, quasi senza preavviso, perché la nostra azienda si è adeguata alla decisione di Trenitalia di tagliare i treni notturni a media e lunga percorrenza che ben collegavano il Nord e il Sud". "Oltre 800 lavoratrici e lavoratori, in tutta Italia, privati di quello che è fondamento della dignità umana, il lavoro, e, ancora peggio, migliaia di cittadini e cittadine che ogni anno utilizzavano questo strumento di trasporto ora vivranno un forte disagio", aggiunge una nota.I lavoratori si rivolgono quindi al neo-ministro alle Infrastrutture Corrado Passera, occupando un luogo simbolo della sua passata carriera (come ad di Intesa-San Paolo), chiedendogli di "affrontare e risolvere con urgenza il nostro caso e di far sì che il tavolo delle trattative, ora in assoluto stallo, si risolva positivamente al più presto". Ma non c'è solo il Nord. La mobilitazione dei lavoratori ex Servirail passa anche per la Sicilia. A Messina sono al ventiduesimo giorno di protesta. Ieri, gli ex addetti ai treni notturni hanno bloccato a piazza Cairoli, a Messina, i binari del tram per circa un’ora. da rassegna.it

Accordo separato in Fincantieri

Un altro accordo separato e ancora in una delle principali realtà industriali del Paese. Ieri notte è stato siglato al ministero del Lavoro l'accordo sul piano di riorganizzazione di Fincantieri. Hanno firmato l'intesa con l'azienda i sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl e Failms-Cisal; non ha firmato la Fiom-Cgil. Secondo quanto riferisce la Uilm, Fincantieri si è impegnata ad effettuare 50 milioni di investimenti nell'anno in corso e altri 102 nel prossimo biennio. Afferma il coordinatore nazionale della Fiom per la cantieristica navale, Alessandro Pagano: “E' un piano industriale che non ha alcun fondamento, alcun riferimento preciso. C'e una totale insufficienza dell'intervento industriale e questo accordo non tutela i lavoratori. C'è stata una forzatura inaccettabile, avevamo chiesto del tempo per poter coinvolgere il ministero dello Sviluppo economico e per poter avere le garanzie necessarie. E' un piano che deve gestire 1.200 esuberi più due cantieri su cui pesa un punto interrogativo pesante, Castellammare e Sestri Ponente. Non si è tenuto conto di questo, è stato gestito in maniera inaccettabile, ma - assicura Pagano - non ci fermiamo qui”. Intanto, già si registrano le prime reazioni dei lavoratori all'accordo: a Genova Sestri Ponente questa mattina è stata bloccata la produzione della nave Oceania. “Abbiamo deciso di bloccare la produzione – spiega Bruno Manganaro, Fiom Cgil Genova – la nave non uscirà da questo cantiere”. I lavoratori hanno anche dato vita a un corteo lungo le vie di Sestri.

Democrazia sindacale: USB a Fiom, benvenuta tra noi

“La Ministra Fornero dice genericamente di voler aumentare i salari dei lavoratori dipendenti ma le misure del governo vanno nella direzione opposta”, afferma Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo nazionale USB. “La Ministra – spiega Tomaselli - afferma con determinazione che ci vuole una riforma generale del lavoro e che nulla, incluso l'art. 18, è un tabù, in questo confortata dalla Confindustria. Tuttavia un contratto ‘diverso’ significherebbe aumentare a dismisura la flessibilità e spostare salario dalla parte fissa a quella variabile. L’eliminazione dell'art. 18, darebbe poi alle aziende piena discrezionalità , non tanto e non solo per i casi di non reintegro dopo che il giudice ha dato ragione al lavoratore ingiustamente licenziato, quanto soprattutto per il clima di terrore che si instaurerebbe nei posti di lavoro, visto l’assoluto arbitrio che i datori di lavoro potrebbero esercitare”. “Il quadro si fa fosco ed inquietante – evidenzia il dirigente USB - anche dal punto di vista della democrazia e del diritto alla libera rappresentanza sindacale. USB da il ‘benvenuta tra noi’ alla Fiom alla quale, dal 1° gennaio prossimo, Federmeccanica revocherà qualsiasi diritto sindacale, non solo in Fiat ma in tutte le aziende metalmeccaniche, in quanto non firmataria del Contratto di lavoro. Il nostro è un amaro benvenuto, perché questa è la situazione che da sempre vive il sindacalismo di base quando non firma un contratto o viene escluso a priori dalle trattative”. Aggiunge Tomaselli: “Anche per questi motivi è ormai indispensabile costruire una mobilitazione generale, che non rimetta in discussione soltanto singole misure del governo, come stanno facendo il sindacalismo confederale e qualche forza politica, ma indichi nel governo Monti e nell'Europa delle banche e della BCE i responsabili verso i quali rivolgere l'offensiva sindacale”. E conclude: “Lo Sciopero Generale del 27 gennaio rappresenta quindi una scadenza importante per l'intero mondo del lavoro e per questo invitiamo a partecipare tutte le forze conflittuali ed indipendenti che ritengono sia giunto il momento di dare una risposta forte ed unitaria, a cominciare dalla Fiom”.

Auser: "Sono gli anziani i più colpiti dalle manovre correttive"

“Sono gli anziani i più colpiti dalle manovre correttive”. A denunciarlo è l’Auser, a partire dalle prime stime elaborate come anticipazione del Rapporto sulle condizioni di vita degli anziani che verrà presentato a gennaio 2012. Le ricadute sono pari a 887 euro annui a famiglia, ai quali bisogna aggiungere la cifra già prodotta dalle precedenti manovre del governo Berlusconi: 2031 euro, che porterebbe il totale a 3002 euro annui a famiglia. A tutto ciò occorre aggiungere la nuova stangata delle tariffe di gas e luce che da gennaio 2012 potrebbero aumentare rispettivamente del 4,8% e del 2,7% con una maggiore spesa annua di oltre 53 euro. Il mancato adeguamento di indicizzazione delle pensioni superiori a 1402 euro riguarderà il 22% delle prestazioni. Questa manovra andrà ad accentuare i provvedimenti presi in passato dal governo Berlusconi che prevedevano, per il 2012, per gli assegni da tre a cinque volte il minimo (quindi tra 1400 a 2300 euro) l’adeguamento del 90%. Per chi aveva una pensione pari a cinque volte il minimo, invece, l’adeguamento era del 70%. Un altro fattore da deunciare è secondo l’Auser la penalizzazione delle donne: “L’accelerazione data all’aumento dell’età pensionabile sopratutto l’agganciamento di quella femminile con quella maschile, rischia di portare con sé un aumento delle disuguaglianze tra i due sessi. Le donne infatti sono già enormemente penalizzate all’interno del mercato del lavoro, con salari mediamente inferiori, con un tasso di occupazione inferiore e con prospettive di carriera inferiori. Agganciare la loro età pensionabile a quella degli uomini anziché un atto di uguaglianza tra i generi, rischia di divenire un ulteriore fattore discriminante”. Anche l’Imu sarà iniqua per gli anziani: “Sono previsti sconti e detrazioni per le famiglie con figli, chi ci rimette sono le persone anziane che vivono sole, perché non possono usufruire della detrazione per i figli e molto spesso abitano in case più grandi rispetto alle proprie esigenze, quelle che abitavano quando i figli ancora non se n’erano andati. Da questo scenario emerge la necessità di una maggiore tutela della popolazione anziana che si trova sempre più costretta a ricorrere a forme di aiuto informale, non potendo beneficiare di adeguate politiche pubbliche. Diminuire le fonti di reddito principali degli anziani, le pensioni, tagliando anche risorse alle strutture pubbliche di sostegno alle forme di disagio, potrebbe portare a molti anziani un peggioramento della qualità della vita”. Le statistiche Istat mostrano come negli ultimi 8 anni (2003-2010) la spesa media mensile di un anziano solo cresca esclusivamente per l’abitazione e l’energia (più 2,9%) e dei trasporti (più 0,7%). Al contrario, nel periodo considerato, l’anziano che vive solo ha ridotto soprattutto le spese per l’alimentazione (-1,7%) l’abbigliamento e le calzature (-0,8%) oltre a quelle per l’arredamento (-0,8%e quelle relative ai servizi sanitari (-0,6%).Sopratutto quest’ultima voce di spesa denota un peggioramento abbastanza grave della situazione dell’anziano, che si vede costretto a ridurre una tipologia di consumi considerate fondamentali. Da controlacrisi.org

“Rifiuti zero, no discariche!”: blitz dei comitati in Campidoglio

Poco prima delle 19 di ieri, dieci attiviste e attivisti del Coordinamento Rifiuti Zero hanno interrotto i lavori dell’ Assemblea Capitolina, per protestare contro la scelta, da parte delle istituzioni, di continuare a scaricare sui cittadini e le comunità l’incapacità delle amministrazioni di gestire il ciclo dei rifiuti. I dieci attivisti hanno esposto grandi cartelli che riassumevano gli obiettivi dei comitati contro le discariche e gli inceneritori ed in particolare di quelli attivi nella capitale per quanto concerne la battaglia per la chiusura di Malagrotta e il no alle discariche a Corcolle e Riano. “Cerroni per sé, differenziata per tutti” recitava uno, “Differenziamoci!”, “No inceneritori, no discariche, differenziata subito” e “Rifiuti Zero” gli altri. Mentre quattro manifestanti esponevano i cartelli gli altri gridavano slogan per richiamare l’attenzione degli assessori e dei consiglieri comunali, ‘impegnati’ nella discussione del bilancio lacrime e sangue del Comune di Roma. Gli slogan li hanno potuti ascoltare anche coloro che stavano seguendo i lavori del Consiglio sulle frequenze di Radio Città Aperta, così come gli inviti da parte del presidente dell'Assemblea alla Polizia Municipale affinchè sloggiasse dall'aula i manifestanti e li identificasse. “Abbiamo inondato Alemanno di cartoline online – ha spiegato Gualtiero Alunni - che sul fronte riportavano una croce, quella che abbiamo portato in Piazza SS. Apostoli in una delle tante manifestazioni di questo autunno e che portano sulle proprie spalle tutti i cittadini ai quali le amministrazioni impongono le discariche e gli inceneritori. Oggi abbiamo simbolicamente portato queste cartoline in Consiglio, per ribadire la più ferma opposizione da parte di tutti i comitati e le associazioni riunite nel Comitato Rifiuti Zero di Roma alla sciagurata scelta di dirottare risorse pubbliche verso il monopolista Cerroni invece di approntare quel sistema di raccolta ‘porta a porta’ e di riciclaggio che in 6-12 mesi potrebbe abbattere radicalmente la quantità di rifiuti prodotti nella capitale e quindi scongiurare l’apertura di nuove discariche e chiudere finalmente quella mostruosità che è Malagrotta”. Da contropiano.org

Un numero crescente di europei emigra verso il sud del mondo

Decine di migliaia di greci, irlandesi e portoghesi hanno lasciato nel corso dell’anno i propri Paesi di origine, alla ricerca di migliori opportunità di lavoro, soprattutto nell’emisfero meridionale. Fenomeno in crescita anche in Spagna e Italia. Il Guardian riporta che nel 2011, 2.500 cittadini greci sono emigrati verso l’Australia e altri 40 mila vorrebbero fare lo stesso. Secondo l’ufficio centrale di statistica irlandese alla fine dell’anno saranno 50 mila le persone che avranno lasciato l’Irlanda nel 2011, la maggior parte verso l’Australia e gli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri portoghese riporta che almeno 10 mila persone si sono trasferite in Angola. Il 31 ottobre, c’erano poco meno di 98 mila portoghesi registrati nei consolato di Luanda e Benguela, quasi il doppio del 2005. I portoghesi si muovono anche verso le altre ex colonie, come il Mozambico e il Brasile. Secondo il governo brasiliano il numero di cittadini portoghesi che vivono legalmente nel Paese sono passati da 276 mila del 2010 a quasi 330 mila.

Serie di attentati a Baghdad


Diversi ordigni fatti esplodere oggi a Baghdad hanno causato un alto numero di morti e feriti. Secondo primi dati diffusi da media locali e internazionali, le vittime sarebbero almeno 33 (ma altre fonti indicano 57) e i feriti oltre un centinaio. Si tratta però di bilanci ancora parziali e non immediatamente verificabili. Alcune fonti sostengono che ad essere presi di mira sono stati in particolare quartieri a maggioranza sciita: Amil, Alaoui, Karrada, Shaab e Shoula. Gli attentati, non rivendicati, si inseriscono in un momento molto delicato per la vita politica del paese. A pochi giorni dal ritiro delle ultime truppe americane di stanza in Iraq, il governo del primo ministro Nouri al-Maliki viene contestato dal blocco Iraqiya, suo alleato di governo che racchiude una serie di sigle e partiti di estrazione sunnita. Ad essere contestata ad al-Maliki – uno dei principali esponenti politici sciiti – è una gestione del potere considerata eccessivamente accentratrice. Questa lettura ‘confessionale’ dei contrasti politici è stata ulteriormente rinvigorita dal mandato di arresto spiccato nei giorni scorsi contro il vice-presidente Tariq al-Hashimi, di Iraqiya. Ci sono tuttavia diversi osservatori che minimizzano le analisi di questo tipo, sottolineando invece come negli anni seguiti alla caduta del regime di Saddam Hussein, si siano formati diversi centri di potere privi di una chiara visione nazionale e legati a più o meno ampi ambiti territoriali, dove l’elemento confessionale costituisce solo una parte di un quadro più complesso.

Yemen: Da Taiz a Sana’a, la marcia dei giovani arriva a Ibb

Partita due giorni fa da Taiz, una marcia organizzata da gruppi giovanili ha raggiunto ieri Ibb e proseguirà oggi per Sana’a. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di raggiungere la capitale dello Yemen e chiedere l’apertura di un processo a carico del presidente Ali Abdullah Saleh. Quest’ultimo, sulla base di un accordo sottoscritto con una parte dell’opposizione e mediato dal Consiglio di cooperazione del Golfo, ha ottenuto un’amnistia in cambio di sue dimissioni entro pochi mesi e della facilitazione di una transizione politica. Nei circa 250 chilometri del percorso seguito dalla marcia, i giovani attraverseranno anche Dhamar e diverse altre località prima di raggiungere la piazza del Cambiamento a Sana’a. Secondo i promotori, la concessione dell’amnistia a Saleh rappresenta un affronto alle vittime della repressione attuata dal regime da quando lo scorso febbraio sono cominciate in tutto il paese manifestazioni anti-governative. Tuttora, nonostante la firma dell’accordo, il paese è tutt’altro che pacificato e stabile.

Cuba-Venezuela, nuovi accordi di cooperazione

Sono 47 i nuovi accordi di cooperazione, per un valore equivalente a 1,2 miliardi di euro, siglati dalla XII commissione di alto livello tra Cuba e Venezuela riunita questa settimana all’Avana. Sanità, istruzione, trasporti, economia sono solo alcuni dei settori interessati dalle nuove intese mirate a “consolidare” i già stretti legami tra il governo del presidente Hugo Chávez e quello di Raúl Castro, ha detto il ministro venezuelano del Petrolio e delle Miniere, Rafael Ramírez. “Abbiamo costruito un nuovo modo di rapportarci, dove gli aspetti politici primeggiano su quelli commerciali, dove l’interesse strategico dei nostri paesi viene prima degli interessi privati o di mercato” ha aggiunto il ministro, precisando che l’interscambio commerciale tra le due nazioni ha raggiunto un valore pari a 8,3 miliardi di euro. Fin dal suo arrivo alla presidenza, nel 1999, Chávez si è dedicato a rafforzare le relazioni politiche e commerciali con Cuba anche attraverso lo scambio di petrolio con servizi medici ed educativi. Tra i principali programmi sociali derivati dalla cooperazione con l’isola figurano ‘Barrio Adentro’ e ‘Misión Robinson’, di cui beneficiano i venezuelani meno abbienti, e grazie ai quali, ha detto ancora Ramírez, “sono state salvate milioni di vite, sono state alfabetizzate oltre un milione e mezzo di persone e più di 600.000 giovani che erano fuori dal sistema educativo si sono diplomati”.

Radio Città Aperta - Roma

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