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Bce contro i lavoratori.

Schiacciare i lavoratori e imporre l’austerità. Il vero obiettivo di Draghi nell’Eurozona

(29 Dicembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in ciptagarelli.jimdo.com

Bce contro i lavoratori:

foto: ciptagarelli.jimdo.com

Immaginate per un momento che la vostra banca vi offra un prestito di 150.000 dollari per compensare il denaro da voi perso con la diminuzione del valore della vostra casa da quando la bolla immobiliare è scoppiata nel 2006. Oppure diciamo che la banca vi presterà il denaro per tre anni a tassi bassissimi dell’1%, a condizione che voi diate in garanzia del prestito il contenuto del vostro garage, cioè biciclette arrugginite, un cesto da pallavolo piegato, una vecchia casa delle bambole e alcune borse e valigie infestate dai roditori.

Vi sembrerebbe un buon affare?

Bene … mercoledì scorso la Banca Centrale Europea (BCE) ha fatto questa stessa offerta a più di un centinaio di banche europee che erano con l’acqua alla gola: ha concesso loro 640.000 milioni di dollari (489.000 milioni di euro) in prestiti a tre anni ad un tasso di interesse miserabile in cambio di alcune dubbie garanzie su valori per i quali attualmente non c’è mercato.

Ora, tu – caro lettore – sai già che quando cerchi di vendere qualcosa su Secondamano e non c’è molto interesse, devi abbassare il prezzo per attirare un compratore. E’ così che funziona la dinamica dell’offerta e della domanda nel mercato libero, vero?!

Al contrario. Di fatto questa regola non si applica mai ai banchieri. Quando gli attivi “spazzatura” del bilancio di una banca cominciano a perdere di valore, le banche devono solo chiamare il loro fratello maggiore, la BCE, o la Federal Reserve degli Stati Uniti, e chiedere loro il salvataggio. Certo, non lo chiamano “salvataggio”, lo chiamano “swap di liquidità su garanzie temporalmente deteriorate”. Ma la verità è che la spazzatura che le banche hanno accumulato, in particolare i titoli sovrani di Italia, Spagna, Grecia ecc. , non è semplicemente deteriorata. Questi titoli non recupereranno più il loro valore originale, perché i prestiti sono stati fatti al culmine della bolla. Quindi, ci sono altrettante possibilità che i titoli greci recuperino valore in tre anni quanto quelle che tu recuperi il valore di quella villetta a schiera che hai pagato mezzo milione di euro nel 2005. Non succederà.

Quindi i 640.000 milioni che la BCE ha sganciato martedì sono essenzialmente un enorme regalo ai banchieri che probabilmente non verrà mai rimborsato. E se hai qualche dubbio su questo, dai uno sguardo al bilancio generale della Federal Reserve, che è balzato a quasi tre bilioni (con la b…) di dollari. Ti renderai conto che l’importo di 1,45 bilioni di dollari garantiti da ipoteche (VRH) che Bernanke comprò alle banche due anni fa non è assolutamente diminuito, soprattutto perché nessuno sano di mente comprerebbe quelle porcherie. E, se la Federal Reserve dovesse mettere all’asta i suoi VRH, la vendita farebbe abbassare ancor più gli attivi di bilancio delle banche, provocando una nuova crisi finanziaria. (Di fatto questo è quello che è successo un anno fa quando il governo provò a farlo con i titoli del fondo di AIG. Non solo l’asta fallì, ma fece cadere a picco il mercato-valori). Quindi, allo stesso modo in cui la Federal Reserve dovrà eventualmente render conto delle perdite del suo pacchetto di VHR, anche le banche dell’Unione Europea dovranno ammortizzare le perdite dei loro titoli sovrani. Cosa che spingerà molte delle banche al fallimento, per dare quindi luogo ad una nuova tornata di prestiti. Quando le istituzioni finanziarie sono insolventi, la loro unica opzione è ampliare e fingere. Ed è evidente che la BCE ritiene che il suo lavora consista nel contribuire a questa farsa.

Si tratta di un ruolo familiare per le banche centrali. Creano denaro facile e un insieme di norme permissive da cui nascono le bolle; poi forniscono una “illimitata” liquidità perché i loro amici non perdano denaro a causa del valore gonfiato dei loro attivi. Lo spreco dei 640.000 milioni di dollari di martedì consiste in questo, nel sostenere i titoli tossici che valgono solo una piccola frazione del loro valore originale.

Finora,tuttavia, l’operazione di rifinanziamento a lungo termine di Draghi è stato un fallimento spettacolare. Mentre i tassi dei prestiti interbancari cadevano solo leggermente (l’euribor a tre mesi è passato dall’ 1,404 all’1,410 per cento), le banche non hanno utilizzato i prestiti per comprare altri titoli sovrani (cosa che spingerebbe al ribasso i titoli) o per aumentare i loro prestiti. Al contrario, hanno parcheggiato buona parte del denaro in depositi a vista (1) nella BCE.

Ecco come l’ha giudicata il Wall Street Journal:

“L’uso delle agevolazioni ai depositi a vista della Banca Centrale Europea ha raggiunto un nuovo massimo annuale giovedì, il che suggerisce che le misure recenti adottate dalle banche centrali e dai responsabili politici continuano ad essere insufficienti per restituire la fiducia sui mercati dei prestiti interbancari.

Le banche hanno depositato 346.990 milioni di euro (453.380 milioni di dollari) in agevolazioni in depositi a vista, a fronte dei 264.970 milioni di euro del giorno prima e a un record annuale precedente di 346.360 milioni dell’inizio di questo mese.

L’alto livello dei depositi riflette anche la sfiducia attuale del mercato dei prestiti interbancari, dove le banche preferiscono utilizzare le sedi della BCE come rifugio sicuro per l’eccesso di fondi invece di prestarli ad altre banche.

L’alto livello dei depositi suggerisce anche che i mercati non sono completamente convinti che le assegnazioni massicce di prestiti e lungo termine della BCE siano sufficienti a rafforzare il blocco monetario del settore bancario. La banca centrale ha offerto quasi mezzo bilione di euro in prestiti a lungo termine alle banche della Eurozona mercoledì, con la speranza di alleggerire i timori di una nuova crisi creditizia nel momento in cui le banche stesse hanno difficoltà ad ottenere prestiti dai mercati” (“ECB Overnight Deposits Reach New 2011 High”, The Wall Street Journal).

Potete crederci? Così, mentre la maggior parte dei prestiti sono stati utilizzati per rifinanziare il debito esistente, un importo di 453.380 milioni è rimasto di nuovo in custodia nei caveaux della Banca Centrale Europea. In altre parole, ora le banche non si fidano le une delle altre, esattamente come prima di mettere in marcia le agevolazioni ai prestiti. E lo stesso si può dire dei rendimenti del debito spagnolo e italiano, che Draghi pensava sarebbero caduti dopo aver sparato mezzo bilione di euro nel sistema bancario.

La Reuters la racconta in questo modo:

“Il rendimento dei titoli spagnoli e italiani è balzato al rialzo giovedì e essi hanno avuto un rendimento minore rispetto al debito tedesco visto che i mercati vedevano con scetticismo il fatto che le banche utilizzassero i fondi prestati dalla BCE per comprare titoli governativi di qualificazione più bassa.

Mercoledì le banche hanno avuto in prestito l’enorme somma di 489.000 milioni di euro della BCE con un’offerta senza precedenti, cosa che alcuni speravano servisse ad essere reinvestita nel debito spagnolo e italiano e aiutasse ad alleggerire i costi dei prestiti.

Ma chi si aspettava un immediato impulso dell’Italia e della Spagna è rimasto deluso. Gli operatori hanno espresso la preferenza a reinvestire parte dei fondi in titoli di rifugio sicuro invece di raccogliere i rendimenti più alti che erano in offerta da parte di alcuni degli Stati più problematici d’Europa.

Quello che è successo ieri non è la panacea della crisi …. ma è ancora troppo presto per giudicarne l’impatto” ha detto Niels From, lo stratega di Nordea di Copenhagen” (“EURO GOVT-Spain, Italy yelds rise; hope of BCE relief wanes”, Reuters).

Incredibilmente, il titolo a tasso variabile italiano a dieci anni ha superato di nuovo il differenziale del 7% la mattina di venerdì, indicando nuove tensioni sul mercato dei titoli. Così, mentre il programma di Draghi può aver dato ossigeno ad una banca traballante, ha miseramente fallito in tutti i suoi obiettivi principali.

Perché Draghi ha gestito in questo modo la crisi? Perché è rimasto inerte per tanto tempo mentre i prestiti interbancari frenavano, i depositi ad un giorno raggiungevano nuovi records, i rendimenti dei titoli sovrani schizzavano all’insù e tutti gli indicatori di tensione del mercato peggioravano così tanto?

L’ovvia risposta a questa domanda è che Draghi ha utilizzato la crisi per seguire il suo programma. Egli vuole spingere il suo cosiddetto “patto fiscale” che consacra a legge il pareggio di bilancio e le misure di austerità contro i lavoratori, affinchè i bilanci nazionali siano controllati dalle élites finanziarie (cioè dai “tecnocrati” designati dalla BCE).

Naturalmente i paesi non cedono questo tipo di autorità senza opporre resistenza, per cui Draghi sta lasciando che la crisi sfugga di mano per avere meno resistenze.

L’economista Dean Baker lo riassume così:

“La gente che ha portato la crisi nell’Eurozona sta lavorando alacremente a ridefinirla per beneficiarsene politicamente. I suoi editoriali – che passano ovunque per “notizie” sui mezzi di comunicazione – affermano che la crisi dell’euro è una storia di governi spreconi che vengono frenati dal mercato dei titoli. Questo, in economia, è ciò che si definisce una menzogna.

La crisi dell’Eurozona, in definitiva, non è una storia di paesi con spese fuori controllo che ricevono quel che gli spetta dal mercato dei titoli … E’ la storia di paesi vittime della cattiva gestione della BCE … L’opinione pubblica deve riconoscere questo processo per quello che è: una guerra di classe. I ricchi stanno utilizzando il loro controllo della BCE per smantellare le protezioni dello Stato sociale che godono di un enorme appoggio popolare”.

Il vero obiettivo di Draghi è dare impulso alle riforme del lavoro e agli “aggiustamenti” che l’alta finanza esige. Finora è riuscito a deporre due leaders eletti democraticamente in Grecia e in Italia e a sostituirli con dei burattini amici delle banche e disposti a portare a compimento i loro diktat.

Ora Draghi si sta impegnando in problemi di maggiore importanza, quali tagliare la protezione sociale, schiacciare i sindacati e ridurre l’Eurozona ad una povertà da Terzo Mondo.

(1) Deposito convertibile in danaro senza termine di preavviso e liberamente trasferibile mediante assegno, giroconto o analogo ordine di pagamento.

da: rebelion.org, 27.12.2011
(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” Via Magenta 88, Sesto San Giovanni)

Mike Whitney, Counterpounch;

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