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Carceri: il 2012 inizia male. ed e' polemica tra forze dell'ordine e ministero della giustizia

Due morti e tre tentati suicidi:nelle carceri italiane il nuovo anno inizia nel peggior modo possibile, in tragica continuità con il 2011.E nel corso di una audizione al Senato il vice capo della polizia critica apertamente il pacchetto Severino.

(5 Gennaio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Carceri: il 2012 inizia male. ed e' polemica tra forze dell'ordine e ministero della giustizia

foto: www.radiocittaperta.it

5/1/2012 - Un morto per cause ancora da chiarire, un suicidio, almeno tre tentativi di suicidio: questo il tragico bollettino dalle carceri italiane che apre il 2012. A Torino, carcere delle Vallette, un detenuto romeno di 37 anni si è impiccato utilizzando le lenzuola, mentre a Trani Gregorio Durante, trentaquattrenne di Nardò (Lecce) è stato trovato privo di vita nella sua cella. I familiari hanno presentato una denuncia e la procura ha aperto un'inchiesta: l'ipotesi di reato è omicidio colposo a carico di ignoti. Secondo i parenti lo stato di detenzione era incompatibile con il regime carcerario, per i postumi di una malattia cerebrale che aveva colpito l'uomo in passato. Nel carcere di Vasto un detenuto tunisino ha tentato di sucidarsi tagliandosi i polsi con una lametta da barba, mentre a Vigevano un trentasettenne italiano ha tentato anche lui di impiccarsi con una striscia di stoffa ricavata, pare, sempre dalle lenzuola in dotazione. Infine l’ultimo caso di tentato suicidio, solo qualche ora fa, nel carcere di Ariano Irpino. Un pessimo inizio di anno, che parte così come è finito il 2011 che, ricordiamo, ha registrato 183 morti in carcere, di cui 66 suicidi.

Numeri altissimi, che illustrano tragicamente una situazione di assoluta emergenza, una vera e propria bomba ad orologeria innescata ormai da troppo tempo che nessuno si preoccupa di disinnescare. Un dramma che non coinvolge solo i detenuti, ma gli stessi operatori di polizia penitenziaria: il 20 dicembre si è infatti tolto la vita a Pordenone un agente, sparandosi un colpo in testa, ultimo caso di una serie di tragedie simili.
Proprio in questi giorni parte in Commissione Giustizia al Senato l'iter del pacchetto Severino sull'emergenza carceri. Si tratta di misure che nell'arco di un anno potrebbero far uscire dai penitenziari circa 3.300 detenuti, estendendo a 18 mesi, dagli attuali 12, il periodo di pena finale da scontare a casa per le condanne non gravi. Nella proposta, poi, si calcola in circa 16-18 mila persone il flusso dei detenuti che, sempre da qui a un anno, non dovrebbero più mettere piede in carcere a seguito del blocco del meccanismo delle "porte girevoli" per effetto del quale, adesso, entrano in cella, per non più di tre giorni, coloro che sono destinati al processo per direttissima. Per loro si farà ricorso alle celle di sicurezza delle forze di polizia, nelle quali andranno i magistrati a convalidare l'arresto evitando i costi delle traduzioni e l'aggravio di lavoro degli uffici.

Proprio sull’utilizzo delle camere di sicurezza di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza è esplosa, però, una forte polemica tra le forze dell’ordine e il Ministero: «Le camere di sicurezza oggi disponibili in Italia, in tutto 1057, che in base alle norme contenute nel decreto svuota carceri in vigore dallo scorso 23 dicembre dovrebbero ospitare, entro 48 ore dal fermo, persone arrestate per reati non gravi e in attesa di processo per direttissima, sono poche e inadatte a ospitare i detenuti in condizioni di minima dignità. Oltre a questo le forze di polizia non sono organizzate nè attrezzate per la custodia degli arrestati» ha dichiarato il prefetto Francesco Cirillo, ascoltato, in audizione informale, dalla commissione Giustizia del Senato. «Sono norme concordate totalmente con il ministro dell'interno, alla presenza dei vertici di polizia» ha replicato il ministro della Giustizia Paola Severino.

Alessio Ramaccioni – Radio Città Aperta

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