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Usa-israele: esercitazioni in vista guerra iran

Grandi manovre militari annunciate in Israele in risposta alle esercitazioni iraniane nel Golfo Persico. Gli USA preparano la più grande esercitazione congiunta, che per ora resta un’intimidazione. Ma potrebbe diventare la prova per un attacco militare, da valutare con molta cautela.

(6 Gennaio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in nena-news.globalist.it

Usa-israele: esercitazioni in vista guerra iran

foto: nena-news.globalist.it

IKA DANO

Roma, 06 gennaio 2012, Nena News - La stretta cooperazione militare tra gli Stati Uniti ed Israele non è un mistero. Solo gli aiuti militari regalati al piccolo alleato mediorientale dall’amministrazione americana – escluse le altre forme di supporto economico diretto ed indiretto – ammontano a 1.8 miliardi di dollari annui. A cui si aggiungono donazioni di armamenti, cooperazione nel campo della ricerca tecnologica ed esercitazioni congiunte. Ora che la tensione per le recenti manovre militari iraniane nello Stretto di Hormuz sale, e il timore di un regime khomeiniano nuclearizzato si fa più forte, USA e Stato ebraico si apprestano alla più grande esercitazione della storia, sobriamente sopprannominata “Austere Challenge 12”.

Le operazioni militari nello stretto di Hormuz, tra la Penisola arabica e l’Iran, si sono appena concluse. Secondo l’agenzia stampa iraniana Fars News, i dieci giorni di manovre nel Golfo Persico hanno visto la marina iraniana impegnata in test di missili a lunga e breve gittata, sia mare-terra, che terra-terra e terra-aria. la Repubblica islamica starebbe migliorando anche il proprio sistema missilistico di difesa, testando missili anti-aerei “capaci di contrastare qualunque eventuale attacco aereo contro le nostre navi”, ha dichiarato l’ammiraglio della Marina iraniana Mahmoud Moussavi alla stessa agenzia. L’Iran sarebbe pronto a riprendere le esercitazioni e bloccare lo Stretto - canale di passaggio di quasi un terzo del commercio mondiale di petrolio – se l’Occidente dovesse davvero implementare le sanzioni con cui minaccia di punire i tentativi dello stato persiano di munirsi di energia atomica.

"Se i Paesi occidentali sanzionano il petrolio iraniano – ha annunciato esplicito il vicepresidente Mohammed-Reza Rahimi all’agenzia stampa ufficiale iraniana IRNA - “l’Iran non permetterà neppure ad una sola goccia di petrolio di passare dallo Stretto di Hormuz”.

Pronta la reazione della Gran Bretagna, che per voce del Segretario alla Difesa Philip Hammond fa sapere che il Regno Unito è pronto ad intervenire con la forza per impedire la chiusura del Golfo Persico al transito di petrolio. “La Marina Reale si opporrebbe ad ogni tentativo di bloccare la via commerciale chiave nel Golfo”, lo cita il quotidiano britannico Dailymail.

Il braccio di ferro continua dopo l’ultimo pacchetto di sanzioni passato dal Congresso americano sabato 31 dicembre 2011, che prevede una riduzione dei ricavi petroliferi iraniani lasciando però al presidente Barack Obama il potere di discernere quali penalità applicare. Una decisione da non prendere alla leggera di fronte alle minacce iraniane e all’importanza vitale del Golfo Persico per il rifornimento energetico mondiale. Tanto che Washington avrebbe già annunciato che il nuovo pacchetto di sanzioni “non modificherebbe la strategia americana”.

Strategia che fa perno sull’alleato israeliano. Il portale militare Defensenews annuncia che I comandi militari americano, europeo e israeliano sono soliti condurre esercitazioni militari di routine. Parte di una strategia a lungo termine e dalla storica alleanza con lo stato mediorientale, sarebbero state pianificate con largo anticipo. E non avrebbero dunque nulla a che vedere con la minaccia iraniana. Ma questa volta l’operazione “Austere Challenge 12” si prospetta massiccia, definita da fonti militari israeliane come la più grande operazione congiunta israelo-americana. Il sitema anti-aereo Arrow, progettato e donato dagli Stati Uniti proprio per intercettare missili iraniani, verrà testato , e sia la marina che l’aviazione militare si eserciteranno in operazioni anti-missile.

Intanto l’annuncio da parte dell’esercito israeliano secondo cui per la prima volta anche la città di Gerusalemme – nel cuore della Palestina storica, a metà tra Cisgiordania e Israele - potrebbe essere centrata da missili nemici, crea il pretesto per ulteriori operazioni militari, annunciate per la prossima primavera. Agence France Press riporta alcuni dettagli: il sistema di difesa anti-missile americano Aegis BMD – donato dagli Stati Uniti ad Israele - verrà integrato con le unità radar a raggi X stazionate da tre anni nel deserto del Negev. A questo si aggiungeranno test del sistema di difesa anti-aerea israeliana Iron Dome, già utilizzato contro i missili Katjiusha lanciati da Hezbollah dal Sud del Libano e da Hamas a Gaza. Intercettori Arrow a lunga portata e missili Patriot di produzione americana verrano altrettanto inclusi nelle operazioni. Se questo gran movimento militare sarà più di un’intimidazione all’indirizzo di un Iran non facilmente disposto a cedere e conscio della sua posizione e forza geostrategica, è tutto da vedere. Nena News.

Nena News

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