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(5 Maggio 2004)
A Ravenna l'aria che respiriamo diventa giorno dopo giorno un veleno per la nostra salute.
Infatti in questa "sinistra" città votata al "progresso" (o è profitto?), già fortemente colpita sotto il profilo ambientale causa la presenza di un polo chimico a ridosso del centro abitato, di due centrali termoelettriche, di un grande porto, di tre inceneritori (in cui oltre allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani vengono smaltiti anche rifiuti tossici di elevata pericolosità) i nostri amministratori hanno avuto la geniale idea di appoggiare la proposta di HERA per la costruzione di un nuovo inceneritore TRE VOLTE più grande di quello già esistente. Mentre in tutta Italia la gente protesta e lotta contro la costruzione di nuovi inceneritori, anche laddove non ne esistono, a Ravenna Hera è ben contenta di poter incrementare i propri profitti accaparrandosi i rifiuti altrui.
Pensiamo sia arrivato il momento di risolvere il problema dello smaltimento partendo proprio dalla produzione degli stessi rifiuti: è necessario ed indispensabile, infatti, che qualsiasi tipo di nuovo insediamento nel territorio ravennate debba in primo luogo tenere conto dell'alta percentuale di morti o di malati di tumore tra la popolazione. Chi prende certe decisioni non può ignorare del grave aumento di neoplasie che si sono registrate confrontando i trienni 86-88 / 96-98.
I dati più aggiornati sono forniti dall' AUSL e mostrano un ulteriore incremento dei morti . Purtroppo, ancora una volta, in barba alla nostra salute, si preferisce seguire la solita strada del profitto anziché prendere in seria considerazione una riduzione della produzione dei rifiuti.
Altrimenti cosa ce ne faremmo di altri inceneritori? Per coloro che considerano solo ciò che può dare guadagno immediato, non è sicuramente redditizio prendere in considerazione una seria politica di riduzione, di recupero e/o di riciclaggio. Ci viene indorata la pillola fornendoci piccoli bidoncini verdi dove riporre gli scarti alimentari, inducendoci nella raccolta differenziata dei rifiuti così che in ogni nostra casa dobbiamo creare una piccola eco-area: lo scatolone della carta, la cassettina per la raccolta del vetro, quella per la raccolta della plastica e quella delle lattine. Così noi andiamo al supermercato, compriamo i prodotti , li paghiamo, torniamo nelle nostre case li consumiamo e alla fine diventaranno rifiuti da dividere, da caricare in macchina (meglio in bicicletta se vogliamo essere ecologicamente corretti) e da deporre nelle apposite campane. Poi, naturalmente, paghiamo anche la bolletta maggiorata per lo smaltimento dei rifiuti che noi abbiamo comperato, raccolto e differenziato! Ed infine, grati del nostro impegno e della nostra disponibilità, la società competente riesce solo a riciclare una minima parte, ed alle nostre spalle, con i nostri soldi, progetta un nuovo inceneritore in città per far fronte al grave problema...L'inceneritore brucia rifiuti, ma dall'altro lato, concentra nelle scorie e soprattutto nelle polveri cosiddette leggere il contenuto inquinante già presente nella grande varietà dei rifiuti (ad es. metalli tossici) ed in più produce numerosissimi sottoprodotti tossici di reazione a partire dalle micidiali diossine e furani. Chi persegue la strada dell' incenerimento, relativamente alla pericolosità della diossina, sostiene che si tratta di tracce pressoché irrilevanti, stimabili nell'ordine di nanogrammi, cioè dei miliardesimi di grammo ossia milionesimi di milligrammo. Ma non ci dicono che per le diossine non esistono limiti di soglia, cioè non esiste una dose minima di diossina al di sotto della quale la salute è, più o meno, assicurata. Sono veleni di cui anche solo poche molecole possono indurre alterazioni e danni cellulari, una sorta di invisibili frecce avvelenate che però possono colpire punti delicati, così come fa un virus o un batterio, dal peso altrettanto piccolo. Inoltre un altro aspetto da considerare relativamente all' incenerimento dei rifiuti è l'emissione di gas-serra, in particolare di anidride carbonica, CO2, o biossido di carbonio. Un ulteriore produzione di morte da accettare in rassegnato silenzio?
RIPRENDIAMO QUELLE LOTTE CHE CI HANNO CONSENTITO NEL MARZO DEL 2001 DI BLOCCARE LA COSTRUZIONE DELLA FABBRICA " MONSANTO"
NESSUN ALTRO INCENERITORE E' PIU' TOLLERATO!
compagn* del collettivo Red Ghost e del Laboratorio Sociale
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