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Un anno più tardi: un Iracheno parla da Baghdad

intervista a Ghazwan Al-Mukhtar, ingegnere Iracheno in pensione, laureato negli USA

(13 Maggio 2004)

Quando un anno fa le bombe stavano cadendo su Baghdad, l’ingegnere in pensione Ghazwan al-Mukhtar ci aveva dichiarato: “Per me la sigla UK/USA (Regno Unito/USA) significa United to Kill Us All, Uniti per Ammazzarci Tutti.”
Nel primo anniversario di "Shock and Awe – Colpisci e Terrorizza", Ghazwan si è messo in comunicazione con noi da Baghdad per uno sguardo retrospettivo ad un anno dall’occupazione USA.

AMY GOODMAN: Può descriverci l’attuale situazione in Iraq, un anno dopo l’inizio dell’invasione?

GHAZWAN AL-MUKHTAR: Bene, da dodici mesi sono stato liberato dalla fornitura di acqua potabile, liberato dall’elettricità, liberato dal mio telefono; forse tra poco verrò liberato anche della vita.
L’invasione non è niente più che un allargamento di questi…benefici – è cosa peggiore esserne esenti!
Il sistema sanitario è collassato; il sistema per la fornitura di acqua potabile e il sistema fognario si sono deteriorati ancora di più. La situazione della sicurezza è orrenda. Non si può uscire di casa di notte al sicuro. I bombardamenti avvengono di continuo. Almeno una volta al giorno sentiamo arrivare una bomba. A dire il vero, sentiamo più di una bomba, come viene riportato dai media d’informazione. Ora veniamo al sistema telefonico – da un anno noi siamo senza un sistema telefonico. Io tuttora non ho una linea telefonica. Le linee a terra sono state totalmente danneggiate. Il sistema ospedaliero è proprio andato in rovina. Quindi, ci troviamo in una situazione peggiore di quella di un anno fa. E non si prevedono prospettive di miglioramento nel mese prossimo, o per i prossimi mesi, e nemmeno fra un anno, visto che il tentativo – che nessuno sforzo è assolutamente visibile relativamente alla ricostruzione di tutti questi servizi. Perciò, un anno dopo l’invasione dovrei dire che vivere a Baghdad è miserabile. Invece lo è molto di più – è molto peggio di come si viveva nel 2003.

AMY GOODMAN: Qual’è l’atteggiamento verso i soldati U.S.A.?

GHAZWAN AL-MUKHTAR: L’atteggiamento verso i soldati U.S.A. è diventato più ostile, in quanto i soldati U.S.A. maltrattano la gente e si comportano in modo scorretto con le persone. Stanno sparando contro tante persone. Proprio ieri hanno ammazzato un fotografo e un giornalista del quotidiano Al-Arabiyah, secondo quello che riferiscono testimonianze oculari, ed io l’ho visto in televisione. È una cosa ingiustificabile, di fatto questi due giornalisti sono stati ammazzati a sangue freddo. Allora, queste sono le cause che fanno crescere la resistenza contro l’invasione U.S.A. Oggi sono venuto a sapere che in un quartiere di Baghdad, che noi di solito chiamiamo Saddam City, una zona di Baghdad a prevalenza Sciita, vi è stata una dimostrazione contro l’occupazione Americana dell’Iraq. Questi sono fatti che non denotano un miglioramento della situazione. Assistiamo ad un deterioramento, anzi ad un rapido deterioramento. Due notti fa, stavo viaggiando sulla strada che va da Amman a Baghdad, e ci siamo fermati per due ore, perché era buio ed eravamo inseguiti da un camioncino. Chi lo guidava era qualcuno che tentava di rapinare le macchine sulla strada. Allora ci siamo fermati a circa 60 o 70 chilometri dopo il confine Iracheno, all’interno dell’Iraq. Ci siamo fermati, perché era troppo pericoloso continuare a viaggiare. Vicino ad una caffetteria abbiamo trovato più di 300 auto parcheggiate, abbiamo aspettato fino a quasi le 5:30 del mattino, e solo allora siamo partiti in convoglio, tutti assieme.
Non si può parlare della situazione dell’Iraq occupato, senza comprendere la situazione che si era venuta a generare in Iraq dopo 13 anni di sanzioni, dovute all’embargo. Le sanzioni hanno influenzato qualsiasi aspetto della vita di ogni Iracheno. L’occupazione ha contribuito ad aumentare i problemi di ogni Iracheno, già sufficientemente sovraccaricato. Senza andare tanto lontano, l’occupazione non è altro che un allargamento molto più brutale delle sanzioni.
Per stabilire la legge e l’ordine, una “forza” autorevole doveva prendersi cura di rendere effettivo l’ordine. Invece gli Americani, sciogliendo l’Esercito Iracheno e la Polizia Irachena, hanno creato un vuoto di potere. Le forze armate sono un elemento essenziale in ogni società. Il loro dovere è quello di aiutare a restaurare l’ordine. Loro hanno la capacità di rispondere immediatamente in caso di emergenza. Vedi quello che succede a Los Angeles quando scoppiano disordini: viene chiamata subito la Guardia Nazionale! In Iran, viene chiamato l’Esercito a portare soccorso dopo un terremoto. Senza un effettivo servizio armato e di polizia, gli Stati Uniti hanno reso impossibile il ritiro dell’Esercito Americano dall’Iraq.
Gli U.S.A. rimarranno in Iraq anche dopo il giugno o luglio di quest’anno, perché questo fa parte degli accordi presi con il Consiglio Generale Iracheno, che li inviterà a rimanere, in modo che questo avvenga non come una potenza occupante.
La mia riflessione mi conduce alla conclusione che gli U.S.A. non hanno alcuna intenzione di andarsene troppo presto. Viene affermato che rimarranno fino a quando risulterà necessario. E vi saranno certamente quelli che decideranno che la loro presenza risulta necessaria!
Probabilmente avevamo timore di parlare di una persona, Saddam. Ora siamo spaventati di parlare di 25 persone che concorrono a formare il Consiglio Generale Iracheno, come pure di Bremer e degli Americani.
Qualche settima fa, ho concesso un’intervista ad una stazione radio di San Francisco attraverso un telefono messo a disposizione di mia moglie dall’UNDP (United Nations Development Programme – Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo). La Compagnia Internazionale per i Media (MCI) Americana, a causa dell’intervista, ha sconnesso il suo telefono. L’UNDP ha dichiarato ripetutamente di aver riconnesso la linea, ma senza successo.

AMY GOODMAN: Lei è un ingegnere. In termini di ricostruzione, cosa è avvenuto?

GHAZWAN AL-MUKHTAR: Visibilmente, nulla! Hanno dato la pittura a qualche scuola e hanno ripulito dalle macerie alcuni edifici, che loro avevano bombardato. Mi permetta di darle un esempio, chi ha la capacità di far funzionare la centrale telefonica che serve la mia zona? Nel 1991, quell’edificio era stato completamente demolito dai bombardamenti, con tutte le apparecchiature distrutte. Con i tecnici Iracheni, in tre o quattro mesi, siamo riusciti a rimuovere le macerie, a ridisegnare l’edificio, a ricostruirlo e a metterlo in attività. Ora, dopo un anno dall’occupazione, fra parentesi, noi avevamo fatto questo malgrado le sanzioni e non avevamo a disposizione Bechtel o Halliburton e tutti questi consiglieri profumatamente pagati, noi l’avevamo ricostruito in tre mesi, ed ora, un anno dopo l’invasione, l’edificio non è stato ancora ricostruito.
Loro hanno solo riportato i cavi, posto un container sul pavimento di base, e hanno tentato di fissare il sistema telefonico. Comunque non ho un telefono, dopo un anno. Ora sto parlando con lei attraverso un cellulare che funziona a fasi alterne. (…)

Sono un uomo anziano, di sessant’anni, ma io non permetto a nessuno, a nessuno straniero di dirmi quello che devo fare o di governare la mia stessa nazione. Questo è un paese per il quale ho speso tutta la mia vita, cercando di costruire qualcosa, di fare qualcosa che fosse di valore per il popolo Iracheno. L’Iraq è un paese ricco e, a causa delle sanzioni, è stato relegato fra i paesi del Terzo Mondo. Io ricordo che nel 1961, 42 anni fa, il governo Iracheno di allora, e non era il governo del Partito Ba'ath, mi ha inviato a studiare negli Stati Uniti. Io ero studente di una scuola superiore, e mi hanno mandato. L’Iraq ha investito molto denaro per la nostra educazione, molto tempo. I governi successivi, tutti i governi dell’Iraq, e noi abbiamo cercato di costruire un paese e voi lo avete mandato in rovina. Il governo degli Stati Uniti ha distrutto tutto questo. Hanno distrutto l’Iraq nel 1991, e noi lo abbiamo ricostruito, e loro stanno demolendo tutto quello che avevamo ricostruito.

AMY GOODMAN: Il governo U.S.A. afferma che è stato Saddam Hussein a portare alla rovina il paese.

GHAZWAN AL-MUKHTAR: Bene, loro hanno diritto al loro punto di vista, ma il mio punto di vista è che Saddam Hussein nel 1984 era Presidente quando è venuto qua Donald Rumsfeld e gli ha stretto la mano e ha affermato poi che "era una squisita persona, noi possiamo lavorare con lui." Saddam Hussein è lo stesso Saddam Hussein al quale il vostro popolo ha assegnato molti crediti commerciali. Allora, quello che cambia sono le percezioni di Donald Rumsfeld su chi è Saddam Hussein. Per me, Saddam Hussein è lo stesso Saddam Hussein che io ho conosciuto nel 1979, quando ha preso il potere. Quindi, la sola cosa che è cambiata è l’opinione di Donald Rumsfeld. Saddam Hussein è lo stesso Saddam Hussein che ha fatto affari con Ronald Reagan e con i Presidenti precedenti. Ora c’è Bush, che non ama Saddam Hussein e il nostro Paese viene mandato in rovina. Bush ha diritto di dire tutto quello che desidera. Ma questo non significa che lui sia nel giusto.

Se io fossi stato Paul Bremer, avrei reintegrato tutti coloro che erano stati cacciati a calci dai loro incarichi, escludendo solo quelle persone che erano dei criminali, che avevano commesso dei delitti. Inoltre, coloro che erano sospettati di aver commesso crimini dovevano essere mantenuti lo stesso al governo e quindi sottoposti ad inchiesta. Se avevano veramente commesso dei reati, allora dovevano essere allontanati dal potere. Non puoi punire una persona, rifiutandogli un lavoro, perché pensi che egli ha, o meglio potrebbe aver commesso qualcosa di ingiusto.
Se io fossi stato Paul Bremer, avrei restituito ai loro precedenti incarichi tutte queste persone, data la loro esperienza. Queste sono persone che non sono sostituibili. Tu prendi qualcuno dalla Bechtel, il miglior tecnico della Bechtel, e gli servono secoli per capire che problemi esistono con il petrolio Iracheno, con il sistema industriale o delle telecomunicazioni Iracheni. Fino ad ora, dopo un anno, non abbiamo ancora un sistema telefonico. Io le sto parlando da un sistema cellulare che ha un numero U.S.A., visto che le linee di terra non sono state posizionate. A Baghdad, circa il 60% dei cavi telefonici non sono operativi. Completamente fuori uso. Saddam Hussein aveva riparato il sistema telefonico in tre mesi. Nonostante Bechtel, e tutte le compagnie U.S.A. e l’MCI e tutto il resto, voi dovete riassumere questa gente! Costoro hanno le conoscenze per provvedere alle riparazioni, sanno quali sono le cose da fare nel modo più opportuno ed efficiente. Non si chiamano persone da Brooklyn o da San Francisco per rimettere in sesto i telefoni di Baghdad. Non sapete dove vanno stesi i cavi!
Se io fossi Paul Bremer, richiamerei questo personale, lo coinvolgerei nuovamente nella gestione dell’Iraq e farei quello che loro mi dicono di fare. Per mettere fine alla confusione!

AMY GOODMAN: Allora lei vorrebbe ricostituire una compagine pro-Saddam?

GHAZWAN AL-MUKHTAR: Questo non significa che si costituisce una organizzazione filo Saddam. Un ingegnere che fa il suo lavoro è un ingegnere indifferentemente, tanto che egli sia pro o contro Saddam. Trovate giusto che adesso siano impiegati solo tecnici filo Americani, che lavorano per il Ministero del petrolio? Per voi va bene che siano presi a calci tutti coloro che non sono favorevoli agli Stati Uniti, o che non amano Chalabi? Ingegneri, tecnici, insegnanti devono essere liberi di pensare nel modo che desiderano, questa è libertà. Voi non potete imporla!
Ora voi, U.S.A., avete deposto il dittatore, che, con le modalità tipiche del vostro sostegno, avete appoggiato. Nel 1984, è stato proprio Donald Rumsfeld a venire qui e a stringere la mano a Saddam Hussein, e sapeva bene allora che Saddam Hussein era un dittatore. Ma preferiva ignorarlo. Mentre vi sto parlando, sto guardando, io ho una foto qui nell’ufficio di casa mia di Saddam Hussein che stringe la mano di Donald Rumsfeld, che mi fa ricordare che non esistono principi, che gli U.S.A. non hanno principi di natura politica morale, loro hanno solo interessi. Loro non perseguono la democrazia. Loro non perseguono i diritti umani. Loro perseguono solo gli interessi economici.

La stessa gente che ha cacciato via Saddam Hussein nel 2003, vale a dire Donald Rumsfeld e il suo gruppo, sono gli stessi che hanno stretto la mano a Saddam Hussein nell'83, e che hanno stabilito con il dittatore relazioni diplomatiche. E sono gli stessi che hanno fornito appoggio a Saddam Hussein nella guerra contro l’Iran. Tanto per fare qualche nome, naturalmente la Bechtel, che ha sottoscritto un contratto di enormi interessi per lo sviluppo dell’industria petrolchimica negli anni Ottanta, e, ritornando all’appoggio U.S.A. all’Iraq durante il conflitto Iraq/Iran, è sempre stata la Bechtel a procurare di nascondere il fatto che l’Iraq ha usato armi chimiche contro gli Iraniani. George Schultz era il Segretario. In qualche modo, a causa del contratto con la Bechtel, si sono rimossi quei fatti. E sono stati sempre gli Americani a fornire a Saddam Hussein le spore di antrace. Era l’Occidente, con le proprie industrie, che favoriva Saddam Hussein nello sviluppo massiccio di armi di distruzione di massa.

Ora voi ci penalizzate, noi soggetti al dittatore indifesi, privi di potere, per i crimini commessi da altri. Noi non abbiamo commesso delitti. Noi, individualmente, non abbiamo commesso crimini contro nessuno. Noi siamo vittime di un decennio, meglio di 13 anni e sei mesi giusti ora, di sanzioni, di dieci mesi di occupazione, e noi stiamo ancora subendo la punizione, e siamo puniti ancora e ancora, ancora fino a quando Halliburton e Bechtel e MCI ed altri potranno fare profitti.
Gli U.S.A. non hanno alcuna intenzione di abbandonare l’Iraq. Loro stanno comunicando quanto gli verrà a costare tutto questo fino all’anno 2013. Si tratta di dieci anni di occupazione! Loro parlano di democrazia. Di che democrazia stiamo parlando? Quando le stazioni TV sono soggette a vessazioni, quando i giornalisti vengono imprigionati, quando le persone vengono detenute senza alcuna ragione? Fino a 40, 50 giorni, senza che nessuno sappia nulla di loro. Il popolo Americano non dovrebbe leggere quello che diciamo noi, ma quello che viene detto sulla condizione dei diritti umani in Iraq da Human Rights Watch (Osservatorio sui Diritti Umani) nel suo rapporto dell’ultimo mese. Dovrebbe leggere quello che scrive Amnesty International sulla nostra situazione dei diritti umani, sugli abusi che dobbiamo subire.

AMY GOODMAN: Può descriverci la reazione nelle strade per quello che è avvenuto a Fallujah?

GHAZWAN AL-MUKHTAR: Quello che è accaduto a Fallujah, due giorni fa, è che l’esercito Americano ha colpito molte, molte persone, donne e bambini, sulle strade, e a causa di un grottesco episodio di uccisioni senza giustificazione, sono state ammazzate molte persone. Fallujah è stato un posto dove l’Esercito U.S.A. aveva realmente usato una forza brutale per sottomettere la gente, dove sono stati attaccati villaggi e località dove si pensava fossero presenti dei resistenti, usando perfino gli F-15 e gli F-16, un uso ingiustificato di forti esplosivi contro individui isolati. Questo è risultato per molte, molte vittime nella provincia.
In aggiunta a tutto ciò, gli Americani hanno tenuto prigioniere, per 50 o 60 giorni, centinaia di persone, cosa che ha alienato il favore del popolo contro le forze Americane, e contro i contractors Americani, o contro i contractors Americani per la sicurezza, che costituiscono effettivamente un esercito privato, fuori controllo degli U.S.A.
Questo fa parte della privatizzazione della guerra.
Due giorni o forse tre giorni fa, è accaduto un episodio analogo a Mosul, dove due contractors sono stati uccisi con la corrente elettrica. Era stato loro assegnato un impianto generatore di elettricità.
Il fatto importante è che io so che i media affermano che i contractors vengono impegnati nella protezione delle forniture di vettovagliamenti. Queste sono forniture per l’Esercito U.S.A., e non si devono confondere con le forniture di aiuti alle popolazioni locali o con altre cose. È consuetudine Americana scortare convogli che possono trasportare cibo, o in altre occasioni, armamenti ed altro materiale.
Per tutto questo, il risentimento della popolazione di Fallujah è giustificato.
Quello che succede a costoro è una cosa deplorevole, ma si sa, brutalità genera brutalità, e violenza chiama violenza, ma la responsabilità cade su chi ha iniziato per primo, ed io penso che l’Esercito degli Stati Uniti ha usato una forza ingiustificata contro il popolo di Fallujah, loro hanno brutalizzato la gente di Fallujah al punto tale che queste persone hanno risposto con la stessa brutalità.

AMY GOODMAN: Bene, qui negli Stati Uniti, alcuni dei mezzi di informazione commerciali stanno dichiarando che Fallujah è un ricettacolo di resistenti, che più del 70% della popolazione sta appoggiando gli attacchi o ha dichiarato nei sondaggi d’opinione di sostenere gli attacchi contro le forze U.S.A. L’Esercito Statunitense mantiene una diffusa e continua presenza nell’interno stesso della città, o è attestato in larga misura nei sobborghi di Fallujah?

GHAZWAN AL-MUKHTAR: Loro sono posizionati fuori, nelle periferie, ma continuano ad introdursi nella città. Dieci giorni fa, sono passato per Fallujah, e nel centro della città, per quello che sembrava essere la via principale, abbiamo visto un convoglio di veicoli militari Statunitensi. Quindi, loro possono andare dentro e fuori. Se stanno fuori, io non credo che possano subire qualche attacco, ma non dimentichiamo, queste sono forze di occupazione, e la gente considera giusto fare resistenza ad una forza di occupazione, una forza straniera di occupazione.
La distanza più vicina fra noi e voi si colma in otto ore. Si tratta di 8.000-9.000 miglia. Questa è la distanza fra noi. La vostra gente, voi dovete percorrere verso oriente 8.000 miglia per arrivare in un paese che non avete nessun interesse ad occupare. Dopotutto abbiamo scoperto senza ombra di dubbio che non vi era alcuna giustificazione per l’occupazione da parte degli Stati Uniti, visto che non c’erano le armi di distruzione di massa. Le armi di distruzione di massa sono state un imbroglio propagandato dall’amministrazione degli Stati Uniti.
Un pensiero finale, una conclusione, io credo che un cieco stia guidando un cieco!
Voi siete ciechi, io penso che il governo U.S.A. sia un cieco, che è guidato da altra gente cieca, e questi sono gli oppositori Iracheni, che vi hanno raccontato che noi avremmo dato il benvenuto ai soldati Americani. E voi vedete cosa sta accadendo a Bassora, a Najaf e a Nassiriya! Queste sono zone degli Sciiti, dove avevate pensato che sarebbe stata ben accolta la ribellione contro il governo. Ma questo non è avvenuto. Quindi sarebbe ora che voi gente apriste gli occhi, per vedere quello che sta succedendo e capire il messaggio e dimenticare la retorica.

Michel Collon
michel.collon@skynet.be

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