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    Lettera aperta a Pietro Ingrao

    a proposito delle sue dichiarazioni al congresso fondativo di Sinistra europea

    (13 Maggio 2004)

    Leggiamo nell´articolo di Goffredo De Marchis pubblicato a pag. 20 de "La Repubblica" del 9 maggio scorso, che Lei, intervenendo al congresso fondativo di Sinistra europea, ha dichiarato a proposito del comunismo : "Su quello di Cuba ho sempre avuto dei sospetti. Rimasi un mese all´Avana, dopo la rivoluzione di Castro, e notai subito che mancava l´articolazione delle differenze. Parlava sempre e solo Fidel. A Cuba persino il mare è dello Stato".

    Non vogliamo entrare nel merito politico delle sue affermazioni poiché è evidente che non è possibile con una lettera affrontare temi e problematiche che tanto hanno lacerato e lacerano la sinistra italiana. Per far ciò, La invitiamo fin da ora ad un confronto in un pubblico dibattito da organizzare insieme.

    Le scriviamo, invece, per chiederLe di spiegarci come mai, essendoLe apparsa l´esperienza cubana tanto negativa, sia per i cubani sia per il comunismo, Lei abbia deciso di attendere oltre quarant´anni per farci queste rivelazioni.

    Considerando che Lei è stato un dirigente di spicco del partito comunista italiano molto autorevole per i compagni di base, ci sembra che certi dubbi e le analisi che ne conseguono, avrebbe dovuto manifestarli molto prima. Ad alcuni di noi, ciò avrebbe permesso di cambiare idea : non certo su Cuba che continuiamo a difendere e ritenere un punto di riferimento, ma sicuramente su di Lei.

    Inoltre, vorremmo capire cosa mai possa significare l´affermazione "a Cuba persino il mare è dello Stato", un´affermazione alla quale quel "persino" conferisce una connotazione fortemente negativa se non derisoria.

    Ci risulta, infatti, che in tutti i Paesi moderni e civili il litorale e le acque territoriali sono di proprietà dello Stato, persino negli ultraliberisti Stati Uniti d´America.

    Non nascondiamo che la Sua dichiarazione ci inquieta alquanto : forse che nel programma di Sinistra europea c´è il progetto di privatizzare anche il mare?

    Vorremmo, invece, che si riflettesse seriamente sul fatto che attaccare comunque e sempre Cuba, a sproposito e in contesti non pertinenti, e soprattutto con argomentazioni - ci passi il termine - vacue, non rende un buon servizio a chi nel mondo lotta contro il fascismo di ritorno.

    Rimanendo in attesa di una Sua disponibilità ad un confronto pubblico, Le inviamo i nostri saluti.

    Roma, 11 maggio 2004

    Associazione di amicizia Italia - Cuba
    Circolo di Roma

    Fonte

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    Commenti (1)

    Poche idee ma ben confuse.

    Cari compagni,
    vorrei comiciare il commento segnalandovi che permettersi di insegnare ad Ingrao, che ha combattuto il fascismo che torurava fucilava in piazza, come si combatte il "fascismo di ritorno", che è tanto buono e borchese da permettervi di combatterlo a mezzo stampa, mi sembra veramente poco dignitoso per dei compagni.
    Detto questo e non scordando le conquiste della rivoluzione cubana ed i meriti rivoluzionari di Castro ditemi se per voi è positivo e normale il fatto che un capo di stato rimanga in carica per 43 anni filati senza libere elezioni, senza un dibattito vero, senza un opposizione che ne controlli l´operato. Vi rimando alla lettura del capitolo 3 del Manifesto del Partito Comunista scritto da quel reazionario di Marx per cercare lumi in merito.
    Certo è facile chiedere ad Ingrao un mea culpa sui silenzi suoi e del P.C.I. Ma mi sbaglio o è da quei silenzi che è nata l´esigenza di un Partito della Rifondazione comunista? Mi domando se chi ha scritto quella lettera aperta conosce la storia del PCI della Bolognina e della nascita di Rifondazione. Forse sarebbe utile rinfrescare la memoria di tutti i compagni e mettere in linea una copia della mozione 2 (Mozione Ingrao), dopodichè concedersi una spruzzatina di Berlinguer e di Eurocomunismo non sarebbe male per capire in che direzione vuole andare Rifondazione. Altra lettura consigliata è il saggio di Lenin "Estremismo malattia infantile del comunismo", da leggere preferibilmente in spiaggia o su specchi d´acqua pubblici per dare il buon esempio. Cosa avrà mai voluto dire il compagno Ingrao con quella affermazione? Forse con una metafora più felice avrebbe potuto dire che non si può pretendere di abolire il diritto alla proprietà privata dell´aria che si respira? O devo considerarmi reazionario e un nemico di Cuba se affermo che l´aria è mia e solo mia? A chi lo volesse spedisco una copia del "Leon Barbudo" con una serie di ottimi articoli del Che sull´ Uomo nuovo.
    saluti comunisti

    (10 Giugno 2004)

    davide scaramuzza

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