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(26 Ottobre 2012) Enzo Apicella
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Venezia: Oltre la manifestazione... pensando a quei metri di corteo che mancano

volantino distribuito al corteo di sabato 15

(20 Giugno 2002)

Non sappiamo quanti saranno coloro che oggi manifesteranno a Venezia, Brescia, Napoli, Parma contro l'approvazione della legge razzista Bossi- Fini. Sappiamo però che qui a Venezia al corteo mancheranno alcune persone, qualche metro in meno appunto.

Ibrahima, Daouda, Mamadou, Ousmane, Moustapha, Mamath, Harane... e molti altri non sono presenti ma non per scelta propria così come non è scelta loro essere "clandestini" in questo paese.

Sono rinchiusi nel centro di detenzione di Milano e di Torino per compiacere e soddisfare le pulsioni xenofobe di commercianti e gondolieri, questi ultimi ora contenti di continuare a lucrare indisturbati sui 14 milioni di turisti annui in Venezia. Ibrahima e gli altri ci hanno accompagnato in questi mesi di mobilitazioni contro la Bossi-Fini; erano con noi a Mestre in ottobre, a Brescia in novembre, a Roma in gennaio, ancora a Roma il 23 marzo e poi a Padova in aprile: LI RIVOGLIAMO CON NOI! Insieme a loro altri sono stati cacciati dalla città braccati dai plotoni di finanzieri che rastrellavano le calli, dalle incursioni di polizia nelle case (fulgido esempio di coordinamento interforze come ci ha ricordato recentemente il sindaco Costa).

Altri ancora sono stati denunciati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina abitando insieme a degli irregolari. L'applicazione e lo spirito della nuova legge (che comunque molto deve all'attuale) si intravede all'orizzonte, i suoi effetti si rendono visibili non solo nei momenti "eccezionali" come le ultime settimane veneziane, ma anche nella quotidianità delle questure. Così come la questione delle impronte è solo l'emblema di un'intera legislazione che tende a negare l'umanità dei migranti e a imporre la loro riduzione a mero strumento di lavoro. La nuova legge a giorni verrà approvata ed allora che fare? Non basta l'espressione e la testimonianza del popolo del rifiuto, del popolo della solidarietà.

E' necessario andare oltre quando opporsi all'applicazione della legge diviene un obbligo e violare una normativa barbara una necessità.

Per questo l'attivazione di reti d'urgenza contro le espulsioni, il controllo collettivo e coordinato dell'operato delle questure, l'"adozione " dei sans papier (offrire loro rifugio, difesa, ospitalità, possibilità di regolarizzarsi) come rifiuto del concetto stesso di clandestinità, il contribuire ed il relazionarsi alle mobilitazioni dei lavoratori migranti (lo sciopero vicentino in questo ha aperto nuovi orizzonti e nuove sperimentazioni) contro la logica della schiavizzazione etnica e della deprivazione totale dei diritti sono tutti passi ineludibili e necessari a partire da oggi.
Invitiamo tutti gli interessati a sviluppare questi ed altri momenti di opposizione sociale alla nuova legge a partecipando agli imminenti incontri di preparazione .

RETE ANTIRAZZISTA/VENEZIA

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