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(31 Luglio 2011) Enzo Apicella

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La posizione contro ogni alleanza imperialista criterio fondamentale per i comunisti

(2 Febbraio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in it.kke.gr

La crisi globale del capitalismo, conseguenza della contraddizione fondamentale del sistema capitalistico, ha portato ad un ulteriore approfondimento delle contraddizioni interimperialiste e alla nascita di nuove potenze imperialiste. Queste a loro volta cercano di formare nuove unioni interstatali, con molteplici obiettivi: il rafforzamento della loro posizione in antagonismo con i rivali globali, il controllo delle materie prime, sull'energia e le sue vie di trasporto, il controllo di quote di mercato per i loro monopoli, nonché l'ulteriore sfruttamento della classe operaia, il rafforzamento del potere borghese in ogni paese, utilizzando gli "strumenti" forniti dalle unioni imperialiste interstatali.

Così accanto alle "ben note" unioni, come l'UE, assistiamo all'emergere di nuove alleanze, sia sul territorio dell'ex URSS, sia in America Latina. Queste unioni, anche quando inedite, traggono origine da quanto aveva postulato Lenin nelle sue opere: nell'era dell'imperialismo, che è la fase finale del capitalismo, le unioni internazionali dei capitalisti si formano per spartirsi il mondo.

Un tentativo di camuffamento

Alcune forze, in nome della formazione di un "mondo multipolare", tentano di mascherare tale obiettivo delle classi borghesi in queste regioni. L'emergere sulla scena internazionale di altri potenti "poli", accanto agli Stati Uniti e all'UE, è, secondo questa prospettiva, un fatto positivo per i popoli. Tra le argomentazioni viene addotta l'epoca in cui esisteva l'Unione Sovietica, che operava come "contrappeso".

Questo tentativo di camuffamento nel contempo sostiene che le nuove unioni nascono per assistere il "capitale nazionale" contro il cosiddetto capitale "compradore e asservito al capitale straniero", rafforzando per questa via lo "sviluppo", impedendo la penetrazione in queste regioni degli Stati Uniti e delle altre organizzazioni imperialiste, come la NATO e l'UE, e anche salvaguardando la "sovranità nazionale", che altrimenti è minacciata dall'imperialismo internazionale.

Purtroppo, queste posizioni sono sostenute non solo dalle forze borghesi, ma anche dai partiti con una connotazione di "sinistra", perfino comunista, come il PC del Brasile (per quanto riguarda le unioni nell'America Latina) o il PC della Federazione Russa (nella cosiddetta regione eurasiatica).

Cosa dimenticano

Questi partiti hanno dimenticato di guardare il problema da una prospettiva di classe! Se lo avessero fatto, vedrebbero che l'Unione Sovietica non aveva alcuna attinenza con queste nuove unioni tra Stati. E questo perché abbiamo a che fare con unioni costruite sul terreno del capitalismo monopolistico, vale a dire l'imperialismo. Inoltre, l'imperialismo non deve essere inteso semplicisticamente come una politica aggressiva delle potenze più forti, imposta sui popoli dall'esterno con il potere del denaro e delle armi. Nelle condizioni attuali ogni paese, in cui prevalgono i rapporti capitalistici di produzione, indipendentemente dal livello di sviluppo delle sue forze produttive, è integrato nel sistema imperialista internazionale, è una sezione di esso!

Se poi guardiamo con un approccio di classe allo sviluppo delle nuove unioni interstatali che si formano sia in Eurasia sia in America Latina, vedremo che esse non sono create per servire gli interessi dei popoli, ma per promuovere gli interessi del capitale degli specifici paesi e dei propri monopoli.

Così, per esempio, il Brasile, dove si registra oggi un marcato aumento della redditività del capitale, funziona come "motore" della nuova unione inter-statale che si sta formando in America Latina. L'attività economica e diplomatica dello Stato brasiliano ha l'obiettivo di rendere il Brasile un giocatore capitalista forte, nel quadro della "piramide" imperialista. In alcuni mercati dell'America Latina le multinazionali brasiliane, finanziate con denaro pubblico, sono già predominanti! La Russia funziona in modo analogo, così come i monopoli russi, sul terreno dell'ex URSS.

Con la formazione di nuove unioni interstatali, che costituiscono un'espressione di compattamento capitalista a livello regionale e appaiono immancabilmente sulla base delle leggi dell'economia di mercato, le classi borghesi cercano di unire le loro forze contro i loro rivali e a spese della classe operaia. La politica di sostegno a queste unioni trasforma il movimento comunista e operaio in uno strumento di appoggio allo "sviluppo" capitalista, che rafforza le posizioni del capitale e porta i lavoratori al macello, al consenso sociale per l'aumento della "competitività" dell'"economia nazionale" e il rafforzamento delle concrete alleanze interstatali imperialiste.

Anche il "mondo multipolare" non è affatto più tranquillo e sicuro per i popoli, in quanto è un mondo brutale di alleanze predatorie e conflitti imperialisti condotti con ogni mezzo: economico, politico, diplomatico, spionistico, militare, ecc.

Conseguenze pericolose

Tale approccio di sostegno alle nuove unioni imperialiste potrebbe essere catastrofico per il movimento comunista, che in questo modo indurrebbe il popolo a scegliere un campo imperialista. Potrebbe portare a posizioni o azioni che lo screditano. Ecco un esempio significativo.

Come è noto, alla fine dello scorso anno nella città di Zhanaozen, Kazakistan, ha avuto luogo un grande massacro, quando le autorità hanno represso con le armi la protesta dei lavoratori in sciopero, già sulla soglia della miseria dopo lo sciopero di vari mesi in una grande compagnia petrolifera kazako-cinese. I lavoratori chiedevano l'aumento dei salari e il miglioramento delle condizioni di lavoro, il rilascio dei loro compagni, il libero funzionamento delle loro organizzazioni sindacali e il reintegro di centinaia di licenziamenti intimidatori. I negoziati tra i lavoratori e i padroni non portava alcun risultato e gli operai iniziarono a promuovere rivendicazioni non solo di natura economica, ma anche politica, come ad esempio le dimissioni del presidente del paese e la nazionalizzazione delle risorse naturali del paese. La violenta repressione ha portato alla morte di 16 operai e il ferimento di decine di altri.

La grande maggioranza dei Partiti Comunisti e Operai, che hanno partecipato al recente 13° Incontro Internazionale, ospitato dal KKE ad Atene, ha condannato la repressione della lotta di classe operaia e ha espresso solidarietà con i lavoratori in sciopero dell'industria petrolifera del Kazakistan.

Il 4 gennaio, il giornale del PC di Ucraina, il "Communist", ha pubblicato un articolo dal titolo: "L'arancione di Mosca e Astana", in cui gli sviluppi in Kazakhstan, alla stregua delle dimostrazioni in Russia contro le frodi nelle elezioni parlamentari e le limitazioni alle varie forze politiche di opposizione, sono valutate come "i tentativi degli Stati Uniti di destabilizzare la situazione politica ed economica di questi due paesi, Kazakistan e Federazione russa che, in sostanza, sostengono la Comunità economica eurasiatica". Va notato qui che il PC dell'Ucraina è a favore dell'integrazione dell'Ucraina nella Comunità economica eurasiatica, a cui aderiscono al momento Russia, Kazakistan e Bielorussia.

Lo stesso articolo afferma che la "mobilitazione dei lavoratori presso la compagnia petrolifera 'KazMunayGas' è stata lanciata su iniziativa dell'avvocato del sindacato Natalia Sokolova, accusata a più riprese dalle autorità di violazioni amministrative. Una ricerca condotta da giornalisti kazaki riguardo questa persona, ha rivelato una serie di provocazioni contro la società. Se teniamo in considerazione che in passato la signora Sokolova lavorava come traduttrice in una missione umanitaria dell'esercito e della marina degli Stati Uniti, ed ha collaborato su vari temi con l'agenzia del Dipartimento di Stato, USAID, il quadro diventa chiaro!"

Come è noto Sokolova è stata condannata a 6 anni di carcere ed è ora detenuta con l'accusa di "fomentare l'odio sociale", "la violazione dell'ordine" e "l'organizzazione di raduni, incontri, dimostrazioni illegali", mentre l'informazione riguardante il suo legame con gli Stati Uniti è stata smentita e stigmatizzata come una provocazione da una serie di organizzazioni del Kazakistan.

Nell'articolo ci sono anche riferimenti alle risorse economiche in Kazakhstan (giacimenti di petrolio, argento, rame, zinco, nichel, fosforo, gas naturale, carbone, magnesio, oro e stagno) e alla sua posizione chiave tra Medio Oriente, Russia, Cina, il Mar Caspio e il Caucaso. L'articolo giungeva alla conclusione che: "Il futuro dell'Unione eurasiatica è direttamente legata al destino del Kazakistan. La leadership del Kazakistan ha reagito in modo fermo, saggio e appropriato".

No a qualsiasi unione imperialista

Non vi è dubbio che ogni potenza imperialista e, soprattutto gli USA e l'UE, cerca di creare ostacoli alla nascita e al funzionamento di altre unioni imperialiste, perché antagoniste ai propri interessi. Inoltre, è ben noto che le potenze imperialiste dispongono di meccanismi multi-tentacolari di ingerenza, attraverso media elettronici internazionali, le varie ONG, gli "istituti di ricerca", che distribuiscono soldi in modo da influenzare e corrompere le coscienze, ecc. Ci sono concrete informazioni riguardanti il ruolo svolto da una serie di agenzie imperialiste nella preparazione di forze attivate nella cosiddetta primavera araba e/o attive oggi in Siria. Naturalmente non devono essere ignorati gli interessi e i piani di ogni potenza imperialista, nelle varie regioni, in un qualsiasi intervallo temporale. La lotta contro i piani imperialisti deve essere rafforzata in tutto il mondo. Tuttavia, i comunisti commetteranno errori tragici e assumeranno posizioni inaccettabili (per esempio l'articolo succitato che si oppone alla lotta della classe operaia e applaude alla sua sanguinosa repressione), se sostituiscono l'approccio di classe con presunte teorie "geopolitiche" non di classe, che implicano una scelta di campo imperialista, nascondendo la contraddizione fondante capitale-lavoro, la stessa in tutti i paesi capitalistici.

Questo è il motivo per cui è un errore tragico, separare la classe borghese in "nazionale" e "asservita agli stranieri" ed è altrettanto pericoloso e sbagliato scegliere di sostenere un'unione imperialista o una potenza imperialista. Il movimento comunista e operaio deve avere una posizione chiara in opposizione a qualsiasi unione imperialista e lottare per il disimpegno dei paesi dai piani e dalle alleanze imperialiste, con il rovesciamento simultaneo del sistema capitalista che le genera.

Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Pubblicato la prima volta in "Rizospastis", 15 gennaio 2012

Elisseos Vagenas
responsabile della Sezione Relazioni Internazionali del CC
del Partito Comunista di Grecia (KKE)

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