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Veolià in fuga? Evviva! È l’occasione per ripubblicizzare il ciclo dei rifiuti.

Appello ai lavoratori: non fatevi ricattare.

(8 Febbraio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.pclavoratori.it

Ci risiamo: non appena la popolazione è distratta dai guai causati da Monti e colleghi, speculatori senza scrupoli provano ad approfittarne per depredare soldi pubblici e territorio. Non si potrebbe spiegare altrimenti la sceneggiata messa in piedi da Veolià in questi giorni: si tratta di un ricatto verso la Regione e le altre istituzioni pubbliche. Si vuole far leva sui posti di lavoro, in un periodo di drammatica crisi occupazionale, per ottenere nuovi privilegi e finanziamenti nel settore dei rifiuti e dell’acqua.

Veolià gestisce l’acqua regionale con pessimi risultati: da quando è entrata in società con la Regione, le tariffe sono vertiginosamente aumentate ed i servizi sono rimasti scadenti, mentre si sono verificati per la prima volta episodi di taglio dell’acqua ad interi paesi. Sembra di essere tornati al medioevo. Inoltre Veolìa gestisce gli inceneritori di Gioia Tauro ed alcune discariche di rifiuti speciali, ovvero discariche in cui, tra le altre cose, vanno le ceneri residue dell’incenerimento.

Guarda caso qualche giorno fa il Commissario per l’Emergenza Ambientale, Speranza, ha annunciato la costruzione di un nuovo inceneritore nella provincia di Cosenza: un impianto inutile che serve solo alla ‘ndrangheta ed agli speculatori privati per continuare a gestire i rifiuti in maniera scellerata, seppure il problema sarebbe facilmente risolvibile realizzando un sistema di raccolta differenziata finalizzata al riciclo ed al riutilizzo.

Questo sistema non solo costerebbe molto di meno alla pubblica amministrazione, ma creerebbe anche decine di posti di lavoro in più rispetto all’attuale binomio discarica-inceneritore. Ecco perché invitiamo i lavoratori a non farsi ricattare. Questa è l’occasione per cacciare saccheggiatori locali ed internazionali e ripubblicizzare l’intero ciclo dei rifiuti calabrese. Rivendicando un ciclo dei rifiuti completamente pubblico e finalizzato al riciclo e riutilizzo, col conseguente riassorbimento di tutti i lavoratori del settore nella pubblica gestione, non si perderebbe un solo posto di lavoro, anzi, se ne guadagnerebbero a decine mentre si risparmierebbero milioni di euro spesi oggi per l’accantonamento e l’incenerimento.

Inoltre risolveremmo finalmente il problema delle discariche che ci costringe a vedere continuamente le nostre terre scavate e riempite di monnezza ed i bordi delle nostre strade colmi di rifiuti, con conseguente impatto enorme sia da un punto di vista ambientale, sia economico su turismo ed agricoltura. Se la soluzione c’è, è economica e non si applica, c’è una sola spiegazione: interessi privati i cui costi vengono scaricati sulla collettività. Come ci dimostra l’operato della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti in Calabria, tra questi privati il più importante si chiama ‘ndrangheta.

Gli interessi dei lavoratori del settore corrispondono a quelli di tutti i calabresi: meno soldi pubblici depredati, più occupazione, migliori condizioni lavorative e bonifica del territorio. Gli interessi di speculatori, multinazionali e ‘ndrangheta sono esattamente opposti.

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione Provinciale di Cosenza "Adolfo Grandinetti"

Fonte

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