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NO TAV

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(28 Febbraio 2012) Enzo Apicella

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    SITI WEB
    (La Val di Susa contro l'alta voracità)

    Unire le lotte contro i padroni dell’economia e del territorio !

    Comunicato di patecipazione al corteo del 18 dell' assemblea del presidio permanente di Pioltello

    (16 Febbraio 2012)

    Il 26 gennaio è avvenuta una pesantissima operazione di polizia, conclusasi con 26 arresti e più di 50 perquisizioni, contro decine di militanti del movimento No Tav in tutta Italia.
    Questo fortissimo atto repressivo è solo l’aspetto più eclatante di un tentativo di isolamento, di criminalizzazione e di annientamento del movimento popolare che in Val di Susa sta continuando da anni la sua battaglia politica e sociale contro la speculazione e la distruzione del territorio.
    La particolare natura e i compiti del governo Monti ci portano però a dire che gli arresti in massa e le campagne d’intimidazione giudiziaria e mediatica che stanno ricadendo sul movimento No Tav, siano solo parte di un disegno repressivo che sta provando a contrastare un opposizione sociale che si sta esprimendo in diversi settori pur con differenti livelli di coscienza di classe e di conflitto in tutta Italia.

    All’interno della questione del conflitto capitale/lavoro, nodo centrale dello scontro economico e politico, stanno via via saltando tutte le mediazioni, ormai la stessa concertazione sindacale, strumento di pacificazione e di dominio di classe, appartiene al passato e le proposte di “responsabile sospensione” dell’ articolo 18 dello statuto dei lavoratori ne sono un esempio.
    Il capitalismo ha possibilità di allungare i tempi della propria sopravvivenza solo ed esclusivamente demolendo giorno dopo giorno i diritti acquisiti e il salario diretto e indiretto di ogni lavoratore, privatizzando in progressione i pezzi di stato sociale rimasto, all’insegna delle più marcate politiche neoliberiste e di forme di controllo sociale sempre più autoritarie.
    Il modo di produzione capitalistico si sta avvitando su se stesso per provare ad uscire da questa crisi addebitandone i costi sulle spalle dei lavoratori.
    Tocca a noi dire che non ci stiamo e che non siamo disposti a fare sacrifici per garantire i loro margini di profitto.

    Per questo il 18 febbraio vogliamo partecipare al corteo in solidarietà degli arrestati, assimilando arresti e licenziamenti, repressione poliziesca con schiavismo e caporalato sui posti di lavoro, come facce diverse di un unico progetto repressivo.
    Vogliamo partecipare come espressione di quel fronte di lotta politico sindacale che sta attraversando ormai numerose cooperative con l’obiettivo di demolire il sistema di precarietà, sfruttamento e caporalato sul quale si fonda l’organizzazione del lavoro nella logistica e nella movimentazione delle merci, a partire dall’esperienza della lotta contro i licenziamenti politici dei lavoratori delle cooperative in appalto all’ Esselunga di questi ultimi giorni.

    Parteciperemo perché crediamo importante l’unificazione e la messa in rete tra tutte le lotte che avvengono in difesa dei territori e sui diritti sociali, all’interno di un unico più generale fronte di lotta sul terreno della trasformazione radicale della società esistente.
    Invitiamo tutte e tutti a partecipare allo spezzone contro la precarietà e lo sfruttamento di classe aperto dai lavoratori delle cooperative Esselunga.

    NO ALLA REPRESSIONE ! NO AI LICENZIAMENTI !
    UNIRE LE LOTTE PER FAR PAGARE LA CRISI AI PADRONI !

    Assemblea del presidio permanente
    SiCobas
    Centro Sociale Vittoria

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