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(Lotte operaie nella crisi)

Giorgio Napolitano il capo dei rinnegati

Volantino distribuito a Sassari il 21/02/2012

(21 Febbraio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.pclavoratori.it

Tutta l’attività politica di Giorgio Napolitano è stata indirizzata ad un unico fine:
mettere le briglie al movimento operaio, privarlo della sua indipendenza politica e teorica per impedirgli di realizzare il suo compito storico, il rovesciamento rivoluzionario del capitalismo e la costruzione di una società socialista.

Napolitano, sotto lo stalinismo non ha mai aperto bocca, approvò la repressione sanguinaria della rivoluzione politica antiburocratica ungherese, quando la classe operaia dell’Ungheria organizzata nei suoi organismi cercò di rovesciare il dominio della burocrazia parassita.

All’interno del Partito Comunista Italiano a lavorato per soffocare la lotta politica di coloro che in tutti i modi cercavano di mantenere ancorato quel partito alla classe salariata ed alle masse popolari.

Negli anni sessanta, sotto la guida dello stalinista Giorgio Amendola, si batterà per l’unificazione col PSI ormai completamente subalterno alla Democrazia Cristiana ed alla borghesia dello stato italiano.

Con l’esplosione delle lotte studentesche e operaie nel biennio 1968-69 si prodigò per ostacolare lo sviluppo di un movimento studentesco alleato della classe operaia e per riportare le lotte operaie sotto il rigido controllo della burocrazia sindacale stalinista e socialdemocratica.

In occasione del referendum sulla scala mobile, voluto da Enrico Berlinguer, lavorò fino all’ultimo per contrastarlo. I dirigenti del PCI lombardo, che a lui facevano riferimento, si avvilupparono nell’alleanza col PSI craxiano tanto che furono fra i primi ad incappare in tangentopoli.

Giorgio Napolitano sempre fedele alla burocrazia usurpatrice del Cremlino, sempre fedele alla borghesia.

Da presidente della repubblica ha tutelato sino alla fine il governo Berlusconi, quando poi quest’ultimo si è rivelato inadeguato a realizzare le misure contenute nella lettera della BCE del 4 agosto 2012 è stato il regista della cospirazione antidemocratica e antipopolare che ha portato al governo il professor Stoccafisso Monti.

Ma la battaglia di piazza del 12-13 febbraio scorso combattuta ad Atene e in tutta la Grecia sta procurando gli incubi a Napolitano e all’aristocrazia finanziaria europea.

Purtroppo il cretinismo parlamentare ed il feticismo istituzionalista di cui Giorgio Napolitano è stato sempre il campione, bloccano vasti settori della sinistra. Ed è proprio facendo leva sul cretinismo e sul feticismo che Napolitano tiene sotto il tallone la Federazione della Sinistra e SEL.

Ai compagni e alle compagne, che ancora militano in quei partiti, non vi basta aver scoperto che Napolitano ha portato lo stato italiano alla guerra della Nato contro il popolo libico. Non aspettate a convincervi di che pasta è fatto il “Migliorista”, quando si comporterà come il capo del governo tedesco il socialdemocratico Friedrich Ebert e del ministro degli Interni, il socialdemocratico Noske le cui mani sono sporche del sangue di Rosa Luxemburg e di Karl Liebknecht, perché allora, forse, sarà troppo tardi.

Via Giorgio Napolitano rinnegato del socialismo e nemico della classe lavoratrice

Coordinamento regionale del Partito Comunista dei Lavoratori per la IV Internazionale

Fonte

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